Diciamolo
subito: non ci piace quando i conflitti di idee finiscono nelle aule di
giustizia. Non ci piace quando rappresentanti del potere – con quel tanto di
onere e responsabilità che il potere porta con sé – si rivolgono agli avvocati
contro le opinioni espresse da singoli. Non ci piace quando funzionari dello
Stato che svolgono ruoli straordinari di supplenza, ruoli sostitutivi rispetto
all’ordinaria attività democratica di un Comune, impugnano lo strumento
dell’azione giudiziaria verso alcuni cittadini.
Non
ci piace perché crediamo fermamente nella libertà di espressione e riteniamo
che quando le opinioni, magari enunciate con toni aspri e polemici, finiscono
nei tribunali, allora quello sia un giorno triste per la democrazia.
La
vicenda che vede la Commissione
straordinaria del Comune di Racalmuto dare avvio a un’azione giudiziaria contro
il blogger Sergio Scimè e un esponente della realtà associativa di Racalmuto
come Giuseppe Guagliano, ci rattrista e ci impensierisce. Basti pensare che “Ossigeno
per l’informazione”, l’osservatorio del sindacato e dell’ordine dei giornalisti
sulla libertà di informazione in Italia, ha contato che nei primi sette mesi
del 2013 sono 197 i cronisti, cameraman e blogger minacciati. E tra le minacce,
“Ossigeno per l’informazione” inserisce anche le querele e le azioni
giudiziarie che esponenti della politica e del potere (imprenditoriale,
economico o burocratico) hanno avviato contro chi scrive e racconta la propria
realtà. (www.ossigenoinformazione.it).
Adesso,
noi non conosciamo i termini della questione che hanno spinto i commissari
straordinari a promuovere un’iniziativa legale – non come singoli, ma come
rappresentanti dello Stato e amministratori del Comune di Racalmuto – contro
Scimè e Guagliano. Ma sappiamo per certo, perché Scimè lo ha detto sia in
pubblico che in una lettera riservata alla Commissione, che con i suoi
interventi sul blog “Regalpetra libera Racalmuto” non ha mai voluto offendere
l’onorabilità privata e professionale dei commissari. E’ possibile, anzi
probabile, che spesso i toni e le parole siano andati al di sopra delle righe.
E’ possibile, anzi probabile, che Scimè e Guagliano abbiano espresso opinioni
non condivisibili. Ma il ricorso all’iniziativa legale ci sembra spropositato.
Ma soprattutto ci preoccupa, perché crediamo fermamente nel diritto di cronaca
e di critica. E questo giornale ha sempre ritenuto ammissibile anche la critica
più accesa, a meno che non si trasformi in insulto o offesa della dignità
personale.
”Malgrado
tutto” si augura che ci siano ancora gli spazi per una ricomposizione del
conflitto. Spera che si possano ritrovare i termini di una ragionevolezza, da
ogni parte, che chiuda questa vicenda prima di finire in mano agli avvocati e
ai giudici. Per Racalmuto, reduce da lunghe stagioni di conflittualità
permanente, sarebbe un segno importante di distensione, la possibilità di
voltare pagina nel rispetto di tutti e soprattutto nel rispetto dello spirito
di un luogo che un giorno, sia pure con una certa ironia, si volle ribattezzare
“il paese della ragione”, anche e soprattutto in omaggio a Leonardo Sciascia,
grande scrittore e grande polemista.
(Malgrado tutto)
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