venerdì 11 febbraio 2011

Prima viene esposta, poi censurata: succede nella sala mostre del Castello di Racalmuto.


Nella bacheca facebook del blog abbiamo trovato questa immagine che riprende un'opera d'arte esposta al Castello Chiaramontano di Racalmuto, 
"Cio' che mi nutre...mi distrugge"
questo il titolo dell'opera dell'artista 
Salvatore Alfano che verrà ritirata domenica 13 febbario per censura, l'esposizione era prevista sino al 25 marzo 2011.


L'opera è inserita all'interno della "Rassegna d'Arte Contemporanea" organizzata come si legge nel manifesto dall'assessore alla cultura Gioacchino Morgante, dal Direttore Artistico Piero Baiamonte e dal sindaco Petrotto.

Scrive Salvatore Alfano nella sua bacheca facebook  "Questa e'una delle mie opere esposte al castello chiaramontano di Racalmuto(AG) in una collettiva in corso. BEH...domenica le ritirero',sono troppo forti dicono. CENSURA.(ma dov'e' finita'la liberta'di espressione?).
Non mancano i commenti, Fabrizio charming... te li fanno ritirare!!!!!
vuol dire ke loro "gli esperti" ritengono ke l'arte deve essere pudica...mettici una rete da pesca e dicci ke così sono opere del vedo nn vedo...Lillo I tempi del Brechettino non sono mai tramontati. Salvatore Picasso affermava:<>.Evidentemente non capiscono una BEATA MINCHIA! Cristian assurdo...........Claudia ...allora sei recidivo...se non son poppe...e' min...a!!!
Salvatore Il problema e' che la societa'ci ha educati alla razionalita'!Ecco tutto.Alberto quod me nutrit...me destruit...Antonia il problema è che la morale riguarda solo noi ......lo psiconano ????
l'arte è arte e in quanto tale esente da censura, al posto tuo Salvatore io non ritirerei un bel niente!!!
Salvatore Alfano
Mi hanno proposto di "sostituirli". Non lo faro'. Ma riprendero' i censurati e salutero' con una riverenza!La ruota gira Antonia!
Alfonso  ‎" Se ricordo bene nella "cappella Sistina in Vaticano "vi sono "QUADRI DI NUDI COMPLETAMENTE", QUALE E' IL PROBLEMA? BENISSIMO SALVO! "E' UN OPERA IN VERO SIMILE" E PUO' ESSERE INTERPRETATA BENISSIMO", "E.... POI E' APPUNTO CIO' CHE VEDIAMO CON GLI OCCHI DELL'IPOCRISIA CHE FA PARLARE E GRIDARE "AL......FALSO SCANDALO". Con piena approvazione ed ammirazione". Alfonso. "grazie Toto".
Ignazio Caro Salvatore, capisco la tua grande amarezza ma permettimi di non condividere il fatto che tu voglia ritirare le opere. I moralizzatori "dovevano" pensarci prima se volevano solo opere "caste", e non a percorso intrapreso!!! Per quanto mi... riguarda l'arte è l'espressione di comunicazione più libera che possa esistere, può piacere o meno ma non si può influenzare esprimendo un disaccordo legato al proprio giudizio. E se il quadro esposto fosse stato "l'origine del mondo"? E se i Bronzi di Riace avessero "deciso" di fermarsi in cima al Castelluccio e non in fondo al mare? Senza bisogno di tirare in ballo "psiconani" o giganti delle paludi possiamo solo esprimere il nostro disappunto agli inviti di sostituzione avanzati, ma non credo che la si possa dal loro vinta togliendo dall'esposizione, anche se per evidente protesta, delle opere che comunque, e per tanti, comunicano un qualcosa dettato anche dalle sensazioni più diverse. Chiudo sperando di tornare un giorno di questi al castello e vedere le tue opere ancora in bella esposizione. Auguri.
Alessandra il problema e' che la mostra e' aperta a tutti ! molta gente dovrebbe rimanere a casa a guardarsi la SANA tivu'!
Giusi Le condizioni di un accordo si stabiliscono prima. TUTTE le opere d'arte sono forti, in modo più o meno esplicito, dipende dalla sensibilità di ciascuno. Se la mia non mi permette di sopportare la vista di una di queste passo semplicemente alla successiva, magari quello dopo di me apprezza. La professionalità di un curatore sta nella capacità di gestire una mostra correttamente. Temo che non ci troviamo in questo il caso. Se avessi scelta, non ritirerei.
Nicolò Non c'è da meravigliarsi. "Chi si scandalizza è sempre banale: ma, aggiungo, è anche sempre male informato". L'ha detto qualcuno che ha provato sulla sua pelle la meschinità del perbenismo...

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