lunedì 25 luglio 2011

Il male che si nasconde dentro di noi non sopporta il futuro - La carneficina di Oslo, 92 giovani hanno perso la vita


Invitiamo tutti gli internauti che passano da questo blog di fermarsi qualche minuto e leggere questo testo che parla di giovani uccisi perchè si sono permessi di fare politica e di sognare un mondo diverso.

La Repubblica.it, Bussole di Ilvo Diamanti

E' difficile descrivere il senso di vertigine che assale di fronte alla carneficina di Oslo. Di fronte al massacro avvenuto nell'isolotto di Utoya. Le scene dei ragazzi, sparsi lungo le spiagge, morti oppure agonizzanti. A decine. In fuga dalla violenza cieca. Generano un senso di vuoto. Disorientamento. Al di là delle misure della tragedia. Al di là dell'orrore. Per almeno due ragioni ulteriori.

La prima ragione è dettata dal profilo delle vittime. Giovani e giovanissimi. Impegnati in politica. Deve avere un significato tutto ciò, per l'assassino. Per il fanatico artefice di questa esecuzione di massa. Giovane anch'egli. Pochi anni più delle vittime. Al di là di altre spiegazioni - di episodi peraltro inesplicabili. Al di là del colore politico. La chiave di lettura del romanzo di orrore scritto con il sangue da questo fanatico è riconducibile all'età delle sue vittime. Giovani. Quasi che si volesse estirpare il seme della passione politica dalla società. Soprattutto là dove cresce, ancora incorrotta, animata di valori. Là, tra i giovani, che hanno scoperto la politica, e la praticano, in quest'epoca senza politica. In quest'epoca pervasa dall'antipolitica e dalla violenza. I giovani. Protagonisti della protesta e delle mobilitazioni: nel Nord Africa e in Medio Oriente, in Spagna e in Gran Bretagna. In Francia e in Italia. I giovani disposti a partecipare a una scuola di impegno e formazione "politica", in Norvegia. E' come se il "giovane" Anders Behring Breivik
avesse voluto sopprimere tutto questo. Agendo da braccio armato - e malato - di una volontà oscura, che anela ad annullare il futuro. A riportarci indietro, ad ancorarci al passato orrendo - e all'orrore del passato - che non passa mai. Ma ritorna di continuo.


L'altra ragione che rende più tragica e dolorosa questa tragedia è l'irragionevole. Perché questo episodio orrendo contraddice e sovverte le "nostre" ragioni. Anzitutto, il luogo dove è avvenuto. Il contesto, tratteggiato con dolente cura da Adriano Sofri . La Norvegia. Che rispetta la natura e non fa affari con i dittatori. Dove i poliziotti girano disarmati. Un Paese mite. Nel quale nessuno potrebbe immaginare, "ragionevolmente", un'esplosione di violenza tanto cieca, covata al proprio interno. Già: al "proprio interno". Perché è difficile rassegnarsi a questa evidenza. Visto che il "riflesso condizionato" degli osservatori e dei commentatori, di fronte a tanto orrore, ha reagito, dapprima e a lungo, cercando una spiegazione coerente - e in fondo rassicurante - con le proprie ragioni, i propri giudizi - e pregiudizi... Richiamando il fantasma delle cellule Qaediste, la Jiad. In altri termini: il Terrore Islamico che aizza lo Scontro di Civiltà. Il Nemico evocato, subito, sulle cronache delle edizioni on-line (talora, anche cartacee) dei giornali. Alcuni, in particolare, particolarmente riluttanti - e renitenti - a rassegnarsi, anche di fronte all'evidenza. Invece no. L'assassino, il Mostro, è un giovane norvegese. Biondo, cristiano fondamentalista, anti-islamico.


E' difficile sopportare il disagio e la vertigine prodotti da questa vicenda. Troppo incoerente e irragionevole di fronte alle nostre ragioni - e alla nostra ragione. Noi: costretti ad ammettere che l'Odio può esplodere dove si coltiva il bene comune. In modo più violento che altrove. E si può esprimere, in modo in-descrivibile, nel "nostro" mondo, per mano dei "nostri". Non dell'Altro: il "nemico" islamico e terrorista.


Il Male che si nasconde - e cresce - dentro di noi. Non sopporta il futuro. Né il bene comune. Soffre i giovani che si impegnano per gli altri. Talora esplode, deflagra. Una furia cieca e sanguinaria. Contro di loro. Il bene comune, i giovani, il futuro.
(24 luglio 2011)
La Repubblica.it, Bussole di Ilvo Diamanti

3 commenti:

  1. Enza François su facebooklunedì, 25 luglio, 2011

    e per quanto riguarda gli attachhi di oslo sarebbero stati rivendicatida un gruppo islamico chiamatoi (i Sostenitori della jihad globale).IO penso per incominciare che la giuventu labourista norvegese e molto piu compatta piu grande che negki altri paesi e forse questo puo essere una minaccia per iledear politici che fanno danno da troppo tempo,cio significa che queso atto compiuto visava ESKIL PEDERSEN,pre che sia ridotto in silenzio.A me sembra evidente che qui ci sia il presagio di una minaccia interna.
    Parlare di giovani non ha niente a che vedere con il futuro. Ha a che vedere con il presente, con il qui e l'ora. Non ha senso un discorso improntato sulle capacità dei giovani di assumersi in futuro responsabilità politiche, amministrative e di ogni altro genere, quando la nostra società ci nega il diritto di decidere di noi stessi. Parlare d'altro può interessare ad alcuni di noi ma il nostro dialogo finirebbe esattamente alla fine di questa pagina, o alle soglie della sala che ci ospiterà sabato. Se vogliamo rispondere al significato vero del termine politica dobbiamo avere il coraggio di affrontare i nostri coetanei, capire i loro problemi, al di là dei facili schemi precostituiti dalla politica degli ultimi anni, e offrire soluzioni .
    Per questo senso di marginalità e di esclusione i giovani sono forse fra le categorie più deluse dalla politica. Una politica che promette di volerli includere e poi disattende quelle promesse per pensare a come costruire partiti e leggi elettorali. Il senso di frustrazione e di impotenza di chi come noi vorrebbe una politica attenta ai propri bisogni e poi la vede china a pensare a sé stessa è quindi facile da spiegare. Tuttavia nessun partito o movimento, finora, ha avuto il coraggio di ammettere questo stato di cose pubblicamente. La politica deve pensare di intervenire sui temi che interessano i giovani e li toccano da vicino. E che non sono, detto per inciso, le politiche giovanili. Università, lavoro dipendente e autonomo, scuola, stato sociale, trasporti pubblici, telecomunicazioni, risorse, ambiente, giustizia, rapporti civili ed etici, e tanti altri ancora, sono questi i temi su cui è giusto che la Sinistra si confronti con noi come giovani, ma soprattutto come cittadini.
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    sarebbe bene che l'italia e i giovani possano malgrado le difficoltà avere molto piu coraggio riunirsi e sopratutto rivoluzionre il vecchio sistema poltico che stà mettendo in ginocchio tutta l'europa.
    Oggi la situazione appare profondamente diversa: la politica mostra una tendenza sempre maggiore a portare i giovanissimi all'interno delle grandi istituzioni. Lo scopo, però, non appare essere lo svecchiamento della classe dirigente, bensì la perpetuazione della generazione oggi al potere. E alora e tempo che i nostri giovani preparino un futuro con cambiamenti rivoluzionari.

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  2. Lisya Pellissierlunedì, 25 luglio, 2011

    cest con et demi je comprend rien a l'italien

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  3. ça parle des la fusillade en norvege gr bissss

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