sabato 11 dicembre 2010

"Il Teatro Regina Margheria di Racalmuto" il nuovo libro del Prof. Giovanni Di Falco




Oggi, sabato 11 dicembre 2010, alle ore 18, verrà presentato il libro che racconta la vita del nostro teatro: "Il teatro Regina Margherita di Racalmuto" scritto da Giovanni Di Falco, edito da Kalos. 

di sergio scimè

Tutto inizia il 19 dicembre 1870, 140 anni fa. Il Consiglio comunale di Racalmuto, annovera tra le spese pubbliche la somma di £ 100.000, pagabili in cinque anni, per l'appalto di tramutamento dell'ex monastero di Santa Chiara in palazzo di città e per la costruzione del teatro comunale.
 L'asta pubblica per l'aggiudicazione dell'opera avvenne alle ore 10 antimeridiane del 23 marzo 1871. L'opera venne aggiudicata per il prezzo di £ 90.923,99. Immediatamente davanti al sindaco Paolino Matrona ed alla presenza di due testimoni, venne redatto il verbale di aggiudicazione dal segretario comunale sig. Luigi Lauricella.
Il Teatro fu inaugurato il 9 novembre 1880, 130 anni fa.
All'inaugurazione, convenne da Girgenti un folto numero di persone amanti della lirica e dell'arte; fra essi, l'avvocato Giuseppe Picone, storico, archeologo, poeta, letterato e giornalista che pubblica nel settimanale girgentino"L'Indipendente" il 10 novembre 1880 un articolo "Il Teatro di Racalmuto" e scrive: "Il Teatro, il ricevimento, l'inaugurazione, la festa si han dato la mano per concorrere in Racalmuto ad una manifestazione solenne di stima e di affetto per opere buone, che vanno facendo i Comuni, d'ospitalità cordialissima, che i cittadini hanno usato agli ivitati tutti indistintamente: dal senatore Perez, dal prefetto e deputato del Collegio, dal Presidente del Consiglio Provinciale, allo scuro provinciale. E' un'opera nuova, di nuovo disegno, di nuova creazione. L'ingegnere Siascia ha saputo in quell'armonizzare l'antico teatro col moderno. Vedi ogni cosa apposta come nel teatro antico; ma ogni cosa con carattere prorpio, che in perfetta armonia concorda all'opera intera un tono particolare, che non hanno gli altri teatri ..."
Dopo l'inaugurazione, le rappresentazioni in teatro si susseguirono con successo e le compagnie liriche e drammatiche fecero a gara per venirvia recitare. Nel libro viene ricordato Leonardo Sciascia che ancora bambino, insieme a familiari, si era recato a teatro ad assistere alla rappresentazione dello straordinario dramma di Shakespeare: "Amleto". Ne era rimasto profondamente impressionato e dal quel momento si era innamorato del teatro.
Un teatro che ha avuto momenti di grande splendore e momenti di decadenza. Quando il cinema approda in paese, alla fine degli anni '20, trova posto nel teatro Margherita. La struttura a causa del lungo e continuo uso aveva riportato dei danni ma il podestà aveva provveduto a farlo restaurare, riportandolo al primiero splendore.
Scrive Leonardo Sciascia: "E venne il cinematografo. Il piccolo teatro comunale diventò (e ne ebbe lenta devastazione) cinema. Vi si facevano due proiezioni settimanali: il sabato e la domenica. I film venivano chiamati parti: una bellissima parte, per dire un bellissimo film...i vecchi film muti." Ma precica:"Il cinema che direi silenzioso piuttosto che muto".
Negli anni '30 arrivò il cinema a colori che da principio fu accolto con freddezza: i colori erano troppo accesi e disturbavano la vista.
Nel libro l'autore ricorda il piccolo Giulio, che abitava nella casa di fronte al Teatro, che stava sempre alle calcagna di Luigi Carlino, operatore della macchina di proiezione. "Il ragazzo, molto sveglio, stando a guardare si rese edotto del funzionamento e quando una sera don Luigi non si presentò per la proiezione perchè ammalato, il gestore del teatro fu costretto a mettere dietro la macchina Giulio, che se la cavò alla perfezione. Sembra proprio - scrive Di Falco - l'originale della storia che molti anni dopo il regista Giuseppe Tornatore immortalò nel famoso film Nuovo cinema paradiso: Alfredo e Totò."
Ad un certo punto il Comune decise di dare il locale in gestione a privati per essere usato come sala cinematografica. "E' cominciata in quel momento - ricorda Sciascia - la sua distruzione. Finché durò la gestione comunale il locale era agibilissimo. Quando venne dato ai privati cominciò la sua fine. E dire che i racalmutesi hanno sempre avuto un grande amore per il teatro".
Cessata la gestione privata, il teatro è stato definitivamente chiuso e abbandonato.
Quando poi una trentina di anni fa, il tetto, il palcoscenico e tutte le altre strutture rischiavano di crollare, si è cominciato a parlare di restaurarlo,  Nel 1886, grazie al particolare interessamento di Leonardo Sciascia, sono cominciati i lavori di restauro. Nel 2002 il teatro viene riconsegnato ai racalmutesi.
I libri del prof. Giovanni Di Falco, conservano la storia di un paese: Racalmuto.  Ha pubblicato inoltre: I Vespri Siciliani. Storia del sipario del teatro di racalmuto, prefazione di Andrea Cammilleri, Editoriale Malgrado Tutto, Racalmuto 2003; Ottoni e tamburi. Storia della Banda Municipale di Racalmuto, prefazione di Gaetano savatteri, Eugenio Maria Falcone Editore, Bagheria 2007; La campagna del Caos. Storia della casa natale di Luigi Pirandello, con uno scritto di andrea Bisacchia, editrice petite plaisance. Pistoia 2007.

Sergio Scimè

Nessun commento:

Posta un commento