venerdì 11 giugno 2010

Salvatore Petrotto parla di mafia droga e politica, dal 2002 ad oggi a Racalmuto

Credo che la conoscenza accurata di uomini e cose possa contribuire a capire le motivazioni che hanno spinto il mio ex assessore, John Salvo, a consumare una sorta di vilipendio di un presunto cadavere che, a suo modo di vedere, poi sarei io.
E’ chiaro che chi si rode il fegato da tanti anni, fa appelli a sua eccellenza il Prefetto, invoca degli opportuni accanimenti giudiziari e parla di code e lucertole, si nota comunque che a forza di striscianti e cunicolari ragionamenti, ha una elevata cultura sui rettili e forse anche sui vermi di terra.
Preciso che il soggetto in questione nell’ormai lontana primavera del 2002, al termine del mio secondo mandato di sindaco, fu invitato a dimettersi da assessore della mia giunta, per ragioni politiche, visto che aveva manifestato la chiara intenzione di trasmigrare, armi e bagagli, dalle parti dell’allora On. Vincenzo Milioto, ritenuto da lui vincente nella corsa alla mia successione e contrapposto al candidato che invece sostenevo io, Gigi Restivo.

Al termine della competizione prevalse il giovane avvocato Restivo sul più blasonato milioto che, da deputato dovette subire una cocente sconfitta che segnò l’inizio del suo irreversibile declino politico.
E fu così che il nostro John credo che ci rimase terribilmente male, visto che il suo opportunismo e la sua furbizia non gli furono sufficienti a capire che aveva sbagliato schieramento e che era meglio rimanere accanto a me, piuttosto che subire il fascino del potere e della carica parlamentare di Milioto.

Nella fase dei preparativi alla campagna elettorale, chiaramente, sempre il nostro John, che di lì a breve sarebbe diventato segretario comunale del partito di milioto, dovette incontrarsi, non sappiamo se suo malgrado, con il futuro pentito di mafia, Beneamino Di Gati e non tanto con il fratello Maurizio che allora era latitante, perché la cognata di questi ultimi, candidata nel partito di milioto e Salvo, sarebbe diventata non solo consigliere, ma addirittura la prima eletta a Racalmuto.
Di Maurizio e Beneamino, si presume che il segretario del Psi, John Salvo, conosceva vita, morte e miracoli, così come molti a Racalmuto, se consideriamo il periodo storico in cui si collocano le scelte politiche a fianco dei Di Gati, sia da parte del Milioto che del neo segretario, John Salvo.
Correva infatti l’anno 2002, ed era risaputo a tutto in tutto il paese, tranne a quanto pare a John ed a Milioto, che la famiglia Di Gati era una famiglia mafiosa e che condizionava la vita economica, sociale e per i fatti in questione, anche politica dei Racalmuto.
Ebbene, il nostro Salvo si catapultò nel fronte avverso, abbandonando al nostro destino me ed il candidato a sindaco che sostenevo , e cioè Gigi Restivo.
Si ritrovò così a conoscere dal di dentro anche quella che in quel momento era una conclamata famiglia mafiosa di Racalmuto, diventando il segretario del partito che aveva espresso, quale prima eletta, la cognata dei due mafiosi che, di lì a breve sarebbero diventati due valenti ed indispensabili pentiti.
Ma c’è di più.
Il Salvo verrà promosso sul campo, di lì a breve, diventando segretario provinciale del partito di Milioto e dei Di Gati, mentre al suo posto, verrà eletto Francesco Conti del quale si scoprirà che era il prestanome di Maurizio Di Gati, in ordine ad un investimento nel centro commerciale allora denominato Agorà, oggi Le Vigne, ricadente in territorio di Castrofilippo ed al confine con Racalmuto.
Per questo episodio il Conti patteggerà, come è risaputo una pena di qualche anno di reclusione.
Ma è ovvio che il nostro Salvo, di tutto ciò, non si è accorto di niente, al di là delle riunioni politiche alle quali partecipava, in compagnia dei Milioto, Di Gati e Conti.
Del resto, neanche io mi sono accorto minimamente dell’attività svolta da un mio assessore, arrestato e condannato lo scorso anno per traffico internazionale di stupefacenti.
L’unico particolare che ricordo mi colpì dopo l’arresto, è stato quello di quando, in un ristorante di Castrofilippo, l’attuale presidente del consiglio comunale di Racalmuto, Salvatore Milioto, mi comunicò, alla presenza di questo mio ex assessore, Luigi Di Naro, che lo stesso era dirigente e sponsor della squadra di calcio di promozione, di cui era presidente il padre Vincenzo, l’ex Onorevole milioto.
Immediatamente dopo l’arresto del Di Naro, ricordiamo tutti quanti perfettamente che la famiglia Milioto, svendette in fretta e furia titolo di promozione e squadra al San Giovanni Gemini, senza comunicare niente a nessuno, neppure agli altri dirigenti del sodalizio sportivo.
Come se ci si volesse sbarazzare di qualcosa che era diventata assai pericolosa.
Potete ben notare che spesso è facile non accorgersi di nulla, anche quando ti trovi al tuo fianco persone di un certo calibro e spessore, come quelli che si è ritrovati in passato il nostro John Salvo.
Lui i mafiosi Di Gati ed io un giovane, di stimata famiglia, figlio di un medico, e del quale mai e poi mai, avrei potuto sospettare che proprio quel mio assessore era dedito ad un traffico internazionale di stupefacenti; anche perché non si permise mai non solo, ovviamente, di parlarmene, ma neanche di provare ad invogliarmi a far uso delle sostanze che spacciava.
E questa la storia di un paese, in cui è stato sinora difficile sfuggire a certi contatti, più o meno casuali, più o meno voluti, più o meno politici.
E ciò vale per John così come per me, al di là delle invocazioni al Prefetto che io, allora a proposito di John, non feci, visto la sua vicinanza politica con i mafiosi Di Gati e di questi ultimi con i milioti, padre e figlio.
E non bastano tutte le code e le lucertole di questo mondo, per spiegare a te ed ai milioto che io, malgrado tutto, non vi considero mafiosi, per il sol fatto che facevate politica assieme a dei mafiosi.
Forse, per averti detto queste cose, in un colloquio su face book , caro John, ti sei lasciato andare in valutazioni più o meno morali o pseudo giudiziarie, processandomi prima di un ipotetico ed eventuale processo, la cui celebrazione è ancora da decidere.
E se ci sarà un processo, forse contribuirà a chiarire le idee a te ed a chi ti galvanizza, animato come sei del tuo ascetico orgoglio di moralista, non proprio civile, e forse anche un po’ troppo crudele.
Quando capirai che le indagini preliminari che mi riguardano non parlano neanche di uso di droghe o di reati contro la Pubblica Amministrazione, se si eccettua alcune contestazioni per abuso d’ufficio e che amministrando cioè lavorando, capita a tantissimi amministratori di subire questo genere di lievi contestazioni , ti accorgerai anche di avere un po’ troppo esagerato.
e se mi è permesso, vorrei cancellare quelle sanguinolenti e truculenti immagini di quando ti soffermi sul fegato e sulle lucertole con le code spezzate che come si direbbe in siciliano ancora, come te, forse , griddrulianu, s’arriminanu.
I tuoi serrati sfoggi stilistici riescono ad evocare quel genere di macelleria giustizialista che tanti, in passato e non so se anche tu, rimproveravano a me, quale atteggiamento mentale e politico.
E tu, da ex socialista, moderatamente garantista, non fosse altro perché te la facevi, politicamente parlando anche con i Di Gati, ti ritrovi oggi a recitare la parte del rinsavito giustizialista, opportunamente acconciato da moralista e sicuramente candidamente ripulito, dopo avere evacuato ogni genere di escremento che hai prodotto nel corso delle tue passate cattive digestioni politiche e non solo.
Con tanta reverenza, per come si deve a chi, nello sputar sentenze, si sputò addosso.
Salvatore Petrotto
Sindaco di Racalmuto

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