giovedì 7 aprile 2016

Racalmuto DOPO LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE LETTEARIO DELLA FONDAZIONE L. SCIASCIA INTERESSANTI SAETTE “SOCIAL” TRA GIOVANNI SALVO E IL PROF. ANTONIO DI GRADO


Tra le motivazioni che avrebbero indotto  l’ormai ex direttore letterario della Fondazione Sciascia, Antonio Di Grado, anche quella che in tutti i paesi, e dunque anche a Racalmuto c’è un eccesso di litigiosità che avrebbe pesato sulla vita della Fondazione stessa.

La notizia ribalzata sul web ha suscitato qualche reazione tra i racalmutesi,  fra queste i commenti a nome di Giovanni Salvo, ex consigliere comunale ed assessore degli anni novanta, che di certo non le ha mandate a dire al professore dimissionario.

Confronto che pubblichiamo integralmente.

Giovanni Salvo:

Che il Professore Di Grado fosse contrario di istituire la Fondazione a Racalmuto "paesanamente" lo avevamo intuito, a suo tempo, allor quando all'interno dell'Auditorium Santa Chiara pronuncio' la profetica frase "la Fondazione non potra' essere un Mausoleo d'ovvieta'".

Dopo la morte dello scrittore la sua "assenza" in paese ha fatto comprendere il resto.

Oggi, in contumacia,  le "camarille paesane"  lo avrebbero convinto ad abbandonare , nonostante avesse in mente ancora qualche progetto non realizzato?

A volte, "paesananente" parlando, si ha quasi l'impressione  che: " a tempi di pira zi' Pe', zi' Pe'; finieru li pira e muri' lu zi' pe' ".

Facile parlare di Regalpetra come il microcosmo sciasciano, con Sciascia in vita, per poi  ragionare "paesanamente”.

  Se qualcosa il Prof. Di Grado poteva ancora fare e non ha fatto, lasciando tutto in balia del caso e dell'impostura, di certo non avra' tradito o deluso tutti i paesani di Racalmuto, che fin qui "paesanamente" ringraziano, bensi' un racalmutese solo, e quello si chiama Leonardo Sciascia.

Antonio Di Grado:

Assenza mia?

O dei racalmutesi quasi tutti assenti alle tante e belle iniziative della Fondazione?

Io lascio con estrema soddisfazione per quanto fatto finora, merito – più che mio – dei pochi che hanno creduto e operato nella Fondazione in testa Aldo Scimè.


Il patrimonio della Fondazione, le tantissime iniziative resteranno: a voi non disperderle, come quando avete dichiarato a maggioranza che non volevate essere il paese di Leonardo Sciascia.

 Giovanni Salvo:

Essersi accorti della sua "assenza" avra' significato anche di riconoscere il suo valore.
Quella del referendum, Sciascia si - Sciascia no,  fu certamente un'invenzione giornalistica, per poter dire che l'operato della Fondazione non era condivisa da buona parte del paese.
Un modo per smuovere le acque senza offendere direttamente nessuno, scaricando, forse scorrettamente, la colpa addosso a i racalmutesi.
Mancanza di coraggio? non saprei.
Magari avranno influito gli applausi scroscianti rivolti al Ministro Alfano, onorato  proprio alla Fondazione,  mentre in parlamento  tentava di cambiare “motu proprio”, con un colpo di mano,  la Costituzione Italiana, tema molto caro allo scrittore Leonardo Sciascia.

Oppure le medaglie elargite, sempre dalla Fondazione,  a politici "benefattori", in quel momento al centro di pubbliche inchieste giudiziarie, molto rilevanti.

Noi "paesanamente" siamo  stati apertamente critici contro il sciascismo e non Sciascia.

Enzo Mulè:

Sono uno che ha difeso Sciascia nella querelle con il vigliacco Berlinguer e vi pongo una sincera domanda a voi che conoscete meglio di me il vostro territorio: la Fondazione è servita veramente a qualcosa?

Giovanni salvo:

Domandone!
Se e' vero che l'attesa del piacere e' spesso essa stessa il piacere,  il fermento negli anni della realizzazione della Fondazione e' servito parecchio.
La risonanza nazionale dell'iniziativa  ha fatto conoscere di piu' Racalmuto, caratterizzandolo meglio come il paese di Sciascia.
Ma forse poi l'eco e' stata  piu forte della voce stessa ripetuta? chissa'!
Ricordo l'impegno diretto dello scrittore che, in un certo senso, fu' costretto a calarsi a stretto contatto con il territorio, in particolare con la classe politica, affinche' si realizzasse la Fondazione, secondo i suoi dettami.

Voleva intitolare la Fondazione a Frate Diego la Matina, il racalmutese di tenace concetto, ma questo non gli fu' concesso, come tutti sappiamo.

Solo questo...poi per il resto impose lo statuto, rivelatosi a dire il vero, per la sua rigidita', certo qual d'ostacolo per la sopravvivenza della fondazione stessa, non consentendo correttivi.  Ma questa e' solo una mia opinione
Furono anni fulgidi, in cui Sciascia era circondato da amicizie autorevoli, che per frequentarlo venivano volentieri a Racalmuto; tutto cio' faceva ben sperare, in termini di aiuti,  per il futuro della struttura stessa.
Cu e' riccu  d'Amici e' scarsu  di guai!
Vi erano grandi aspettative... la classe politica  comiziava che la Fondazione poteva essere un volano culturale, che avrebbe portato anche un certo ritorno economico, se ben guidata.
Ma i cittadini, negli anni si sono accorti che qualcosa non ha funzionato, giudicando alcune manifestazioni molto accademiche, a tratti elitarie.
Pertanto la Fondazione per i racalmutesi e' stata, in un certo senso distante "matrigna", non avendo dato quanto promesso.
Si pensi che ad oggi nessuno ha  pensato neppure d’ istituire un premio letterario nazionale, intitolato a Leonardo Sciascia.
Nonostante tutto possiamo affermare che la Fondazione non ha fatto, fin qui, male al paese; anche se di certo, non ha comunque prodotto gli effetti sperati, anche in quello che avrebbe dovuto essere uno dei suoi compiti principali, ossia la difesa del pensiero dello scrittore, non avendo disdegnato questue, poi ricambiate, incurantemente, con luccicanti medaglie da appendere al petto di qualche Onorevole di turno, in momenti e circostanze molto discutibili.

1 commento:

  1. Quei pini verdi, vera vita non ci sono più, come si dici "siamo al verde in tutto".

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