
Carissimo/a
Conosco la tua passione politica e la apprezzo. Penso che la motivazione di fondo che ti spinge a questa scelta nasca da un desiderio di cambiare la classe politica di farlo in maniera radicale anche nel centro sinistra che fino ad oggi non ha avuto il coraggio necessario per farlo.
Il fascino di Renzi sta proprio nel ridare prospettive alle nuove generazioni, finora escluse non solo dalla politica ma anche dal protagonismo sociale. La parola ‘rottamazione’ esprime le istanze di chi non ne può più di chi ha impedito questo rinnovamento e vuole dare una svolta alla politica. Anch’io, che rifiuto la parola ‘rottamazione’, la penso così e credo che Renzi abbia fatto bene a presentarsi alle primarie.
La sua sfida ha fatto bene al centro sinistra e al PD e ha già provocato i suoi risultati. In primo luogo ha consentito a Bersani di aprire una nuova fase proprio nel PD, accettando la sfida senza la protezione che gli offriva lo Statuto, dopo una vittoria nelle primarie che lo elessero segretario. Bersani ha avviato una fase che vede i leader storici del PD fare un passo indietro e aprire ai giovani. Quindi un grazie sincero a Renzi e al suo terremoto, che già sta facendo il suo effetto, ma io non voterò Renzi. Rinnovare la classe politica è importante ma qui si tratta di governare l’Italia . il suo programma è molto superficiale e mi sembra assai lontano da quelle aspirazioni di giustizia sociale che credo tu metta a base della tua scelta.
Di cosa ha bisogno oggi l’Italia? Innanzitutto di un’Europa forte, unita e orientata a sinistra, un’Europa in cui la socialdemocrazia possa far pesare il suo ruolo politico per frenare e orientare in modo diverso gli appetiti delle multinazionali e del grande capitale finanziario. Un’Europa in cui una buona parte degli stati abbia un Hollande al governo. E qual è il nostro Hollande che può inserire l’Italia all’interno di questa strategia, che ci possa fare uscire da quel provincialismo che ogni tanto ci fa sognare di uscire dall’Euro, che ogni tanto ci fa strizzare l’occhio ai populismi alla Di Pietro e alla Grillo? Bersani è l’Hollande che abbiamo a portata di mano. Persona seria, colta, con un’ottima esperienza amministrativa e governativa, tollerante e di ampie vedute , abbiamo bisogno di una figura che unisca, che possa presentarsi agli elettori per formare un governo che raccolga una maggioranza che va dai moderati di centro fino a una Sinistra seria come quella di Vendola. Renzi non può fare questo. Sia la vittoria di Renzi, sia quella di Vendola, spaccherebbero questo possibile fronte unitario, con il risultato di non formare nessun Governo e di far richiamare necessariamente un Monti bis, se non peggio. Mi viene un dubbio: che sia proprio questo che fa muovere le simpatie verso Renzi a tanti imbarazzati esponenti della Destra?
Ma c’è qualcosa che non mi convince di Renzi. Ad esempio quando va a pregare sulla tomba di La Pira e quando spesso a lui si riferisce. Quello di La Pira era un cristianesimo sociale, quello di Renzi non mi pare proprio. Per un cristiano la parola ‘rottamazione’ non esiste. Vale per le cose, non per le persone. Rivela un’etica materialistica e consumistica. La Pira si batté con gli operai della Pignone e della Galileo, insieme a Fabiani, contro i padroni e la Confindustria di allora. Renzi ha dato ragione a Marchionne senza se e senza ma. I se e i ma li mette dopo, ma un leader questo non lo può fare. La Pira amava Firenze, non l’avrebbe mai lasciata a metà legislatura, in mezzo ai suoi problemi. Lui credeva davvero all’Italia delle città. La Pira aveva una visione dell’Italia nel Mediterraneo e una politica di pace oltre i due blocchi, Renzi cosa pensa di quello che accade oggi in Europa e nel Mediterraneo? Io non l’ho capito. Mi è venuto il dubbio che Renzi usi Firenze come una pista di lancio prima ancora di fare vedere cosa ha saputo fare davvero per la città e che La Pira sia per lui solo una buona immagine mediatica. Se poi guardo alla sua breve e giovane storia mi sembra di vedere un giovane sceso in politica all’ombra di Pistelli, che nel 2004 si è abilmente mosso, trattando in modo disinvolto con i DS la sua nomina a Presidente della Provincia. Attraverso quel ruolo e dispensando favori qua e là si è costruito la strada per arrivare a Sindaco di Firenze. In tutto questo aiutato dagli errori e dalla superficialità di tanti dirigenti del PD, D’Alema compreso. Renzi viene dalla vecchia politica, ma non sembra. La Pira è davvero lontano, sempre di più.
Che Bersani possa aprire una pagina nuova per l’Italia di domani è possibile. Per questo lo voto. Ma il lavoro da fare è ancora tanto. Spero di farlo insieme a te che conosco e che stimo.
Con affetto, Sergio Staino
LUIGI IANNELLO: Confermando il mio sostegno al centro sinistra italiano anche dopo le primarie, qualsiasi esito venisse fuori da questa consultazione nazionale, la mia preferenza andrà a Matteo Renzi.
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