venerdì 11 luglio 2025

Racalmuto. La Madonna del Monte, il volto della Madre Universale


Lo sguardo della Madonna, come quello scolpito nella Madonna del Monte di Racalmuto, racconta una malinconia silenziosa, profonda, trattenuta. È il volto di una madre che ama con intensità ma che, al tempo stesso, percepisce il peso di un destino già scritto. In lei si riflette il dolore consapevole, quello che nasce non dall’evento in sé, ma dalla sua previsione: l’intuizione che l’amore porta con sé anche il rischio della perdita.

Questa velatura emotiva non è rassegnazione, ma una forma di lucidità interiore. Maria incarna la figura di una donna che accoglie la vita sapendo che ogni dono comporta un distacco. È il volto della madre universale, capace di custodire dentro di sé il paradosso dell’esistenza: la gioia che genera il seme del dolore, la luce che convive con l’ombra.

Nella psicologia del femminile, questa tonalità emotiva ricorre spesso. La donna che genera, nutre e accompagna è anche quella che anticipa le fratture, i silenzi, le separazioni. La sua sensibilità la porta a vivere intensamente non solo ciò che accade, ma anche ciò che potrebbe accadere. È una tristezza che non si espone, non si impone: abita lo sguardo, ammorbidisce i tratti, permea i gesti con una delicatezza che sfiora la poesia.

Dal punto di vista simbolico, questo stato d’animo è un’espressione di profonda intelligenza emotiva. Non è rinuncia, ma capacità di trasformare il dolore in cura, la fragilità in presenza, l’inquietudine in silenziosa forza. È un modo di stare nel mondo che non cerca il clamore, ma che sa ascoltare, accogliere, sostenere.

In Maria, come in ogni donna che attraversa con consapevolezza il proprio ruolo, si cela una forma di saggezza antica: quella che sa riconoscere l’impermanenza delle cose, e che proprio per questo ama con maggiore intensità.

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