I rilievi dei carabinieri nell'appartamento |
I corpi trovati dall'altro figlio |
Come emerso dai rilievi coordinati nell'appartamento di via Paolo Vasta dal sostituto procuratore della Repubblica di Catania, Fabrizio Aliotta, per suicidarsi l'uomo si è infilato in bocca il tubo del gas dell'impianto domestico e ha infilato la testa dentro un sacchetto di plastica.
Qualche giorno prima di essere arrestato nell'operazione "Sicania 2" del 2007 contro i boss di Agrigento, coordinata dalla Dda di Palermo, Luigi Gagliardo si era pubblicamente dissociato dal 'pentimentò del fratello Ignazio. In seguito, Luigi Gagliardo era stato condannato per l'inchiesta "Sicania 2" a tre anni e quattro mesi di reclusione. In precedenza, il parricida era già entrato in indagini antimafia, ed era stato arrestato per la prima volta nell'ambito dell'operazione "Ombra" nel 2003.
Tornato in libertà, Luigi Gagliardo non aveva mai trovato un impiego e si arrangiava con lavori saltuari.
Secondo quanto si apprende, la famiglia Gagliardo non aveva accettato il programma di protezione previsto per i familiari dei pentiti di mafia. Tuttavia, dopo che Ignazio Gagliardo aveva cominciato a collaborare con i magistrati e che Luigi aveva finito di scontare la sua condanna, la famiglia aveva deciso di lasciare Racalmuto e si era stabilita ad Aci Sant'Antonio. (web)
Nessun commento:
Posta un commento