mercoledì 1 febbraio 2012

"Piero Terracina, un uomo una storia" di Mariuccia La Manna

Il 31 gennaio 2012, presso il Polo universitario di Agrigento si è tenuta la giornata degli studi dedicata al giorno della memoria, per non dimenticare gli orrori della Shoah,alla quale sono intervenuti docenti dell'università degli studi di Palermo,dirigenti del M.I.U.R.e docenti di storia e filosofia.
L'incontro,al quale hanno partecipato in numerosi studenti dell'università di Palermo e delle scuole superiori dell' agrigentino ,ha visto come ospite che ha portato la sua testimonianza il cavaliere Piero Terracina:nato a Roma nel 1928 di educazione ebraica ha vissuto in prima persona la persecuzione degli ebrei,con la relativa deportazione e le vicissitudini nel campo di concentramento di Auschwitz.
Racconta Terracina come già all'età di 10 anni fu costretto ad abbandonare la scuola pubblica a causa delle leggi razziali del 5 settembre 1938,tutta la sua famiglia fu costretta a scappare e vivere nascosta per sfuggire alla furia dei fascisti complici dei nazisti.
".... "Ero un ragazzo felice, l'ultimo di una famiglia di otto persone, protetto dall'affetto di tutti. Tre giorni prima avevo compiuto 10 anni. Il 15 novembre come tutti gli altri giorni entrai in classe e mi diressi verso il mio banco ed ebbi la sensazione che i miei compagni mi osservassero in modo insolito. L'insegnante fece l'appello ma non chiamò il mio nome; soltanto alla fine mi disse che dovevo uscire e alla mia domanda: 'Perché? Cosa ho fatto?' Mi rispose : 'Perché sei ebreo.
Mi sentii smarrito, provavo rabbia e mi rendevo conto che stavo subendo una terribile ingiustizia. Ero stato educato all' amore per lo studio e mia madre non tralasciava occasione per ricordarmi che riuscire nello studio era il mezzo per riuscire nella vita e pensai subito alle sue parole...."
Terracina si è soffermato poi sull'arresto da parte dei nazisti e il lungo cammino della deportazione prima di giungere ad Auschwitz :"arbeit macht frei", il lavoro rende liberi".
Un giorno avvenne un rastrellamento nel ghetto di Roma, e la maggior parte degli ebrei fu arrestata. Miracolosamente lui e la sua famiglia riuscirono a fuggire e si rifugiarono in una casa. Accadde però che il giorno della Pasqua ebraica, il 7 aprile 1944, bussarono alla porta di casa sua due SS che, grazie alla denuncia di un giovane fascista, li avevano scovati. Fu così che egli venne portato, con la famiglia, al carcere di Regina Coeli dove, dopo aver fornito i loro dati, la loro impronta digitale, vennero sospinti a forza in una 
stanza, faccia al muro, fu lì che suo padre gli disse una delle frasi che lui ricorda aggiormente, quello che fu il suo “motto”: < averi, anche i più cari, ma ricorda di non perdere mai la dignità>>.
Dopo il carcere di Regina Coeli fu portato al campo di Fossoli dove vide per la prima volta uccidere un uomo. Al passaggio dei tedeschi i detenuti nei campi di concentramento erano obbligati a levarsi il cappello, ma un uomo,un certo Pacifico, non conoscendo la lingua tedesca non capiva e perciò non se lo tolse, allora il tedesco gli sparò dritto in fronte. Cadde a terra e non si rialzò più.
Il 23 maggio 1944 fu deportato ad Auschwiz Birkenau. Il viaggio durò sette giorni e sei notti. Per i primi due giorni non fecero neanche una sosta, avevano pochissima acqua ed erano costretti a stare in 64 chiusi nel vagone di un convoglio merci con solo qualche pagliuzza, pochissima acqua,costretti a stare in mezzo agli escrementi di tutti.
Giunti ad Auschwitz ,vennero selezionati 149 uomini e 49 donne, nessun bambino, tutti gli altri alla sera erano già morti .Vennero completamente denudati e rasati e al loro braccio fu tatuato un numero che avrebbero dovuto imparare a memoria, perchè non aveva più un'identità era quello adesso il loro nome.
Egli ha poi raccontato una giornata tipo ad Auschwiz Birkenau: sveglia ore 4: 30; venivano mandati alle latrine ( buchi in terra ) a fare i bisogni; poi erano inviati al lavoro dove scavavano canali nel fango; alla fine del lavoro si dovevano presentare tutti all’appello, anche quelli che non erano sopravvissuti; non avevano né asciugamani né sapone, né acqua, al lavoro potevano bere solo l’acqua del fango, dovevano pulirsi con la casacca che portavano indosso, non avevano altro.Lui era molto malato e pensava che non sarebbe sopravvissuto ma il 27 gennaio 1945 arrivarono i russi e li liberarono, pesava soltanto 38 kg.
Terracina si è molto commosso nel raccontare la sua vicenda ed è riuscito a far commuovere i presenti in sala che ascoltavano attoniti e con attenzione il suo racconto così raccapricciante che rappresenta una pagina della nostra storia.
È incredibile il fatto che lui riesca a raccontare le esperienze orribili che ha vissuto. Prima o poi non resterà più nessuno che ha vissuto l'olocausto sulla propria pelle e l'unico modo per ricordarlo è raccontarlo ai posteri,ai nostri figli,ai figli dei nostri figli affinchè non si dimentichi e si dia testimonianza di ciò che nel passato è accaduto!

(Mariuccia La Manna)

7 commenti:

  1. "Puoi perdere tutti i tuoi averi,anche più cari,ma ricorda di non perdere mai la dignità"....

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  2. la dignità non è in vendita

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  3. GENITORE INCAZZATO: Dov'era quel Dio ebreo, cristiano o musulmano che sia!! Sicuramente non dimorava in quei campi di sterminio!! Esseri mortali come tutti noi, dimenticati da tutti!! La memoria, il ricordare servirà a qualcosa!! Ma la storia dei nostri giorni ci racconta che l'uomo continua a prevaricare ed uccidere l'uomo!! Che nel mondo continuano le guerre! E che le vittime più vulnerabili sono sempre i bambini, donne e anziani! Eppure ricordare la Shoah servirà a qualcosa!! Eppure ricordare la Shoah servirà a qualcosa!!

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  4. La Manna Mariucciagiovedì, 02 febbraio, 2012

    Ho riportato le parole che ha detto il cavaliere Terracina che nell'articolo sono state tagliate a metà a causa penso di un errore!!!!

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  5. Ci siamo rotti i coglioni di sentir parlare della Shoah, ma non per spirito antisemitico, ma per il semplice fatto che nel mondo dopo la Shoah si sono continuati a compiere gravi crimini contro l'umanità di cui nessuno parla.
    Già prima della Shoah c'era stato il massacro degli armeni perpetrato dal governo turco, passato subito nel dimenticatoio,lo sterminio degli zingari ad opera sempre dei nazisti, lo sterminio dei popoli "alieni" per mano dei regimi comunisti, quello dei bosniaci per mano dello Stato nazionalcomunista serbo, lo sterminio in Cambogia sino a quello dei tutsi per opera dello Stato rwandese e della maggioranza hutu.
    Per non parlare di tutti i genocidi compiuti in varie parti del mondo (Afganistan, Iraq etc) dalla nazione simbolo della libertà dell'uomo, per finire alle varie carneficine di palestinesi compiute dagli stessi ebrei. La verità è che quando a morire sono i morti di fame si tende facilmente a dimenticare rispetto a quando muoiono i ricchi. Ci vorrebbe uno sterminio pure in Italia di tutti quelli che pensano che i giovani siano dei bamboccioni, o che non hanno inventiva nel lavoro e che potrebbero annoiarsi con il posto fisso: debbono stare attendi costoro, perchè ad una regina famosa nella storia della rivoluzione francese che al detto "il popolo ha fame, non ha pane" rispose "che problema c'è, ci sono le brioche!", finì proprio male!!
    In questo momento di profonda indignazione, mi va quindi di essere indignato se si perde tempo a parlare inutilmente di questioni che ormai fanno parte della storia. Se poi dobbiamo per forza RICORDARE, allora iniziamo dalla crocifissione di massa dei gladiatori durante l'impero romano.
    Se vogliamo un mondo nuovo servono pensieri nuovi e non concetti triti e ritriti.
    FIRMATO:
    VECCHIO-GIOVANE STRAINCAZZATO

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  6. La Manna Mariucciavenerdì, 03 febbraio, 2012

    Caro VECCHIO-GIOVANE STRAINCAZZATO mi puoi spiegare che attinenza c'è tra il tuo commento e il mio articolo????????Io ho semplicemente riportato la testimonianza del cavaliere Terracina alla quale ho assistito...Non è certo questo un articolo dove devono essere proposte nuove idee!!!!!
    Visto che metti in mostra così tanta rabbia,fuori contesto dato l'argomento, comincia a proporle tu le buone idee...il blog è aperto a tutti Sergio pubblicherà ciò che tu hai voglia di dire!!!!!
    PS: Finiamola con questo anonimato!!!!!

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    1. Chiedo umilmente scusa se la mia rabbia è sembrata essere diretta contro il tuo articolo (peraltro ben scritto). E' l'idea in se, che ancora oggi si spenda tanto fiato a parlare di Shoah, che mi fa incazzare. Come mi fanno incazzare i tanti luoghi comuni di cui l'umanità sembra non poter proprio fare a meno.
      Per quanto riguarda l'anonimato, non credo sia tanto importante dichiararsi, in un blog come questo che ha un unico e semplice scopo (3S!!), per uno come me che non ha la benchè minima intenzione di far parte attiva della vita politica Racalmutese. Il giorno in cui mi convincerò che l'obiettivo di Sergio Scimè non è solo quello di fare il Sindaco, e che il blog non ha sole finalità politiche, forse ci metterò la faccia. Per il momento bastano solo gli umori, in seguito magari le idee ed infine se è il caso, LA FACCIA.
      Perdona ancora la mia arroganza, ma non era rivolta verso di te.
      Cordialmente l'anonimo di prima.

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