L’intervento di Giovanni Salvo risulta incomprensibile e lascia intravedere un po’ di confusione sul ruolo del giornalista.
E’ meglio, quindi, ripartire dai fondamentali: Malgrado tutto è e sarà sempre un “periodico cittadino di commento e cultura”, definizione che appare fin dal primo numero sotto la testata. Ma se la cosa non è chiara, allora è meglio spiegare cosa “non è” Malgrado tutto: non è un partito politico, non è un soggetto istituzionale, non è un ente pubblico. E’ un giornale. E sulle sue pagine, il direttore e tutti i suoi collaboratori esprimono opinioni, raccontano fatti, muovono critiche.
Nell’ultimo numero, in un articolo firmato dall’intera redazione, il giornale ha spiegato le ragioni di opportunità che dovrebbero convincere il sindaco e il consiglio comunale a dimettersi. Ne siamo convinti, lo abbiamo detto, ne abbiamo spiegato le motivazioni. Lo abbiamo fatto con il nostro stile che, piaccia o meno, si iscrive in una trentennale tradizione: di non considerare mai le persone alle quali ci rivolgiamo, anche in modo critico, né degli avversari né tantomeno dei nemici. E’ il nostro modo di concepire il giornalismo, la bussola che ci ha sempre guidato anche dentro le polemiche più accese. Partendo da queste premesse, Giovanni Salvo dovrebbe rendersi conto che non ci può essere alcuna contraddizione tra il fatto di muovere delle critiche e quello di continuare a confrontarsi con gli stessi destinatari delle critiche. Per questo, Salvo non deve stupirsi se il direttore Egidio Terrana – in un puntata della sua trasmissione dedicata ai novanta anni dalla nascita di Leonardo Sciascia – intervista per Teleacras il sindaco di questo paese che è anche presidente della Fondazione Sciascia, ferme restando le perplessità che abbiamo espresso e che rivendichiamo.
Se questa presunta contraddizione non la avverte nemmeno il sindaco Petrotto, non si vede perché dovrebbe avvertirla il nostro giornale che si sente libero di criticare qualcuno e allo stesso tempo di chiedergli un’intervista per ascoltarne le ragioni (anche se non le condivide). Un giornale non dà o toglie la fiducia, un giornale non ha voti in consiglio comunale, un giornale non emette liste di proscrizione. Malgrado tutto anche in passato, “nei fulgenti anni Ottanta”, ha avuto scontri molto accesi con altri sindaci, ma non ha mai interrotto il confronto e il dibattito con i suoi interlocutori. Pensare che questo possa avvenire, come fa intendere Giovanni Salvo, tradisce una certa confusione o una vocazione settaria che non ci appartiene. La politica ha le sue regole. Il giornalismo ne ha altre. Come diceva Humphrey Bogart in un film del 1952: “E’ la stampa, baby”.
La redazione di Malgrado tutto
Nessun commento:
Posta un commento