Ho letto qua e là un comunicato stampa del sindaco di Racalmuto, dove mette a confronto funzionari comunali di ieri con quelli di oggi. Una caduta di stile, come sempre, dicendo tra l’altro cose inesatte.
Come mai Petrotto nel 1992 eletto sindaco per la prima volta non ha recuperato quei contributi?
Lasciamo stare che è meglio.
Mi chiedo, però, che fine faranno questi contributi ministeriali?
Ad oggi il paese non ha visto nulla. Leggiamo nelle parole di Petrotto un comune che gode di ottima salute, ma l'opinione del popolo racalmutese è tutt'altra.
Continua a mancare il lavoro, i giovani cercano fortuna altrove, le attività commerciali chiudono, il pressappochismo amministrativo non si placa, i tributi locali aumentano, l’edilizia è ferma, lo sperpero di denaro pubblico è alle stelle, le parcelle onerose continuano, le parentopoli non mancano.
I cittadini hanno visto passare negli anni progetti finanziati dalla comunità europea come l’Equal Demetra che hanno semplicemente soddisfatto le tasche di alcuno. Intelligenti pacua.Non si capisce da che parte sta la verità in questa maggioranza: da una parte il PD, con due assessori in giunta, dice “siamo alla paralisi”; dall’altro il sindaco che afferma il contrario “siamo tra i più virtuosi”. Sarebbe interessante fare un sondaggio tra i cittadini per capire dove sta tutto questo virtuosismo, a quasi quattro anni di legislatura, abbiamo visto di tutto e di più che ha turbato profondamente la sensibilità dei Racalmutesi.
In un altro comunicato, il sindaco mostra difficoltà di sintesi facendo emergere un paese delle meraviglie, dove: mafia, corruzione, degrado delle istituzione comunali non esistono, frutto della fantasia degli organi inquirenti. Un attacco vergognoso a chi ogni giorno cerca di tutelare la legalità e il rispetto delle regole. Mi dispiace, ma continuo a vedere da parte dalla politica di maggioranza e a volte di opposizione, un silenzio per certi aspetti compromettente ad un modo infimo nel trattare aspetti molto importanti per la nostra comunità.
Ma di questo parleremo più avanti.
Ma di questo parleremo più avanti.
Sergio Scimè
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