La guardia di finanza di Canicattì ha sequestrato sette videopoker truccati, alcuni dei quali utilizzavano programmi vietati dalla legge. Denunciate tre persone alla procura di Agrigento per gioco d'azzardo, peculato, alterazione dei sistemi informatici e frode informatica. I controlli delle fiamme gialle - effettuati anche in diversi locali di Canicattì, Racalmuto, Grotte e Naro - hanno portato alla scoperta di alcuni congegni che consentivano di raggirare i Monopoli di Stato. L'inchiesta ha preso il via dai numerosi esposti delle famiglie, di madri e mogli di persone che con la mania del videopoker si sono rovinate e hanno dato fondo ai risparmi familiari. Diversi i casi di anziani che si bruciavano la pensione in un batter d'occhio, di giocatori finiti in mano agli usurai, di altri che simulavano furti in casa per giustificare spese vertiginose. A rimetterci erano ovviamente i giocatori. Le schede elettroniche dei videopoker erano manipolate e tarate per assicurare una, e solo una, vincita consistente al giorno. Il totale giornaliero delle vincite consentite era comunque pre-impostato per essere molto inferiore alle giocate. Le macchinette modificate non rispondevano a nessuno dei requisiti di legge, che prevedono limitazioni nei punteggi, una vincita massima corrispondente a dieci volte la puntata l'impossibilità di ripetere la giocata più volte e l'assenza di lettori ottici delle banconote.
Molte persone invece di comprare il pane alle loro famiglie si giocano tutto nelle macchinette mangiasoldi.
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