venerdì 5 giugno 2009

Sergio Scimè: Un paese che non ha pace!

Un altro no del sindaco di Racalmuto. Questa volta è un no ad un social network. Si rivolge al ministro Alfano per dire stop a face book e al mondo di internet. Un no a chi esprime liberamente il suo pensiero. Un no ai ragazzi regalpetresi che discutono dei problemi del loro paese.
Ricordiamo che ha già scritto al ministro Brunetta contro gli impiegati di Racalmuto. Un sindaco che scrive sempre. Scrive ai ministri. A quale ministro toccherà la prossima lettera?
Uno come lui che ama così tanto la scrittura si oppone quando sono gli altri a scrivere. Come mai?
Un sindaco che ha paura!!! Ha paura dei suoi concittadini. Siamo veramente in una situazione pirandelliana. Dopo due anni emerge con estrema chiarezza la difficoltà di un sindaco nell’affrontare la complessità dell’azione amministrativa.
Ed è per questo che non riuscendo nel proprio compito di amministratore, forza la mano cercando di frenare il dissenso dei racalmutesi .
Un sindaco che parla di povertà dovrebbe, con i fatti , predisporre un bilancio che aiuti i poveri.
Un sindaco che parla di povertà dovrebbe, con i fatti, azzerare le indennità degli amministratori, a cominciare dal suo, in favore delle classi sociali più deboli.
Un sindaco che parla di povertà dovrebbe diminuire il numero dei dirigenti, dovrebbe ridurre i consulenti, dovrebbe elargire meno fondi per spese inutili.
Un sindaco che parla di povertà potrebbe aiutare le famiglie istituendo servizi sociali di aiuto.
Un sindaco che parla di povertà dovrebbe razionalizzare le risorse umane cercando di fare più spese possibili in economia, ed utilizzare i risparmi in favore di chi ha bisogno.
Un sindaco che parla di povertà dovrebbe in sinergia con la giunta ed il consiglio comunale avviare un serio dibattito sui problemi concreti del paese.
No acrobazie per uno sviluppo impossibile, che non interessa la cittadinanza, ma un ristrettissimo numero di addetti.
Un sindaco che ha cuore il paese non manda a casa, dall’oggi al domani, senza motivo, più di otto assessori in un anno e mezzo, assessori che hanno ottenuto il consenso dai cittadini.
La verità è che in questi anni si è spenta l’anima del paese.
I racalmutesi sentono il bisogno di un governo locale che gli sta vicino, dove trovare ascolto, una mano di aiuto.
In due anni hanno assistito stupefatti a cose inaudite che li hanno allontanati da chi ha promesso sorrisi ma ha prodotto solo sofferenze.
Ed è ancora più strano vedere l’amministrazione attiva e quella passiva senza identità.
Un sindaco che invoca aiuto a tutti i partiti dimenticando il suo: l’ Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Ma tra le tante cose dette dal sindaco, mi spaventa quando dice che: qualora non trovi corrispondenza alle sue richieste è pronto ad arrabbiarsi come Bud Spencer.
Credo che il tono non è quello adatto, in un paese che non ha pace, bisogna cercare la strada che porti ad un clima di condivisione di valori genuini ma utili in un momento davvero difficile per la comunità racalmutese.

1 commento:

  1. A voler sembrare il buon samaritano ci riesci male.
    Anche perchè conosco il tuo vuoto cinismo, buono soltanto a creare squilibri, anche all'interno della tua famiglia.
    Lezioni di rispetto e di buon governo da chi sa di strumentalizzare tutto perchè ha perso le ultime elezioni comunali come te, io sinceramente non ne accetto.
    Anche perchè se andiamo indietro nel tempo, esattamente a due anni fa, ricordo una schifosa lettera anonima, preceduta da uno scritto altrettanto anonimo e seguite da un giornale, in cui si mettevano in piazza i presunti vizi privati di una persona perbene, che aveva commesso il torto, inizialmente di non averti designato assessore.
    Tra nuove lettere anonime e nuove poesie anonime, mi sembra di essere ritornato indietro di due anni.
    La storia è sempre la stessa, da anni coltivi odio e rancore nei miei riguardi perchè mi ritieni reo di averti fatto perdere le elezioni.
    Perchè tu, poi alla fine, se non sbaglio, dopo un pò di battibbecchi, sei riuscito a farti designare assessore da quella persona, perbene, buonanima, che ha perso le elezioni contoro di me.
    Spiega, dimmi: che cosa vuoi adesso?
    Devo pensare che è ricominciata la campagna dei veleni?
    Ma basterebbe guardarti in faccia, osservare il tuo colore per rendermi conto che, effettivamente sei verde di accidia e di rabbia.
    Ti invito, direbbe qualcuno, pacatamente, serenamente a sorridere, non tanto per scriverlo e far retorica, ma veramante.
    L'invito che rivolgi ad altri per indurre i Racalmutesi a sorridere, rivolgilo principalmente a te stesso.
    Ultimamente ti ho visto un pò più smunto ed esangue del solito.
    Che ti succede?
    Non vorrei che tu stia male di salute o c'è altro.
    Tu lo sai a forza di coltivare fissazioni, di concentrarsi su una persona, ritenuta magari da te avversario o peggio ancora, nemico da abbattere, come si suol dire 'nesci lu senzu', si diventa pazzi e tu ne sai qualcosa.
    No vorrei, comunque che tu possa pensare che l'autore di tutte le lettere o le poesie anonime, zeppe di calunnie ed ingiurie, sei tu.
    Io lo escludo completamente.
    Sia due anni fa che adesso, anche se hai le tue buone ragioni, sei stato infatti sconfitto e di odio nei miei confronti ne hai coltivato abbastanza, giuro che non sei tu l'anonimo racalmutese.
    Ti inviterei comunque a nasconderti di meno dietro a facebook od a blog vari, non viviamo in luoghi distanti mille miglia l'uno dall'altro.
    Se vogliamo, basta, scinniri a la chiazza e ci possiamo incontrare.
    Fatto è, però che, ad oggi quando mi incontri neanche mi saluti.
    Forse la mia persona ti blocca le articolazioni e la lingua?
    Se ti capita di incontrarmi, stai rilassato, tu lo sai io non farei male neanche ad una mosca.
    Non mordo!

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