Per i racalmutesi non ci sono dubbi, a maggio non si vota.

di Sergio Scimè
Non era mai successo in passato, non si vedono nemmeno i politici, quelli che ti offrono il caffè in campagna elettorale.
Nelle città dove si vota, ad Agrigento a Palermo, ma anche nei paesi come Aragona o Raffadali, la campagna elettorale per il sindaco e per il consiglio comunale è già iniziata, con manifesti murali e propaganda elettorale in tv o nel web. A Racalmuto questo non succede, si aspetta l'ormai certo scioglimento del consiglio comunale da parte del Ministero dell'Interno per infiltrazione mafiosa. 

Ad oggi il 6 e 7 maggio si vota.
Incombe, però,  l'imminente notizia di scioglimento, in tal caso non si vota.
Ma in questi casi la politica che deve fare?
Continuare  a preparare le liste, stilare un programma per il futuro, continuare con le trattative, per poi sentirsi dire che il comune è sciolto per mafia?
Siamo davvero in una situazione paradossale, molto pirandelliana, un paese libero a metà.
Per tutti non ci sono dubbi: non si vota.
Ma c'è sempre una possibilità su mille che si voti. 
Un vero assillo, che sta mettendo in crisi anche i navigati della politica, quelli che  hanno la verità sempre a portata di mano.
Qualcuno ipotizza che domani (venerdì 23 marzo 2012)  il comune verrà sciolto.
Ma il decreto di scioglimento può avvenire in piena campagna elettorale.
Tutti bocciati, questa volta, non dall'elettorato ma dal ministero. Proprio tutti, nessuno escluso.
Per questo motivo, i lungimiranti, iniziano a maturare la possibilità di non presentare nessuna candidatura a sindaco e di consiglio comunale rinviando le elezioni, ed aspettare con serenità il verdetto del ministero. Una scelta di maturità politica e di grande civiltà.
Le proposte, al momento, sono tutte zoppe.

Sergio Scimè, blogger regalpetra libera