Vi racconto di un viaggio da Palermo a
Racalmuto in treno. All'altezza di Cerda ci fermiamo un attimo, come al solito
per cedere il passo al treno proveniente dal senso opposto. Dopo trenta minuti
ancora nulla. Il Capotreno esce allora dalla
sua postazione per conferire con
il macchinista: iniziano a litigare, anche se non animosamente, ma ci danno
di botta e risposta. Il treno a cui avremmo dovuto dare la precedenza non
sarebbe passato a causa di modifiche ferroviarie e, probabilmente, a causa di
problemi di comunicazione. Morale? Ritardo (inutile) e inefficienza. Si ritorna
sul vagone e le persone iniziano a lamentarsi del disservizio. Un signore
anziano, armato di giornale sotto al naso e di tanto pessimismo, così commenta:
"L'Italia e la politica italiana sono come questo treno: Lenta, non
organizzata e priva di una linea da seguire". Annuivo, e quando scesi a
Racalmuto, chiamai qualche amico per uscire. Facciamo un giro in macchina e
vedo poche persone, anche se è sabato. Non sembra cambiato nulla, ogni cosa, ed
ognuno, sono al proprio posto. Racalmuto mi ricorda molto quel treno. Tutto è
immobile, quasi come se anche le strade fossero indifferenti. Dove sono le
persone? Eppure c'è del malcontento. Nessuno ama stare qui, credo che a volte
manchi il senso di appartenenza. Il filo conduttore che dovrebbe sintetizzare
l'insieme di idee e di valori che possano abbracciare la collettività sono le
istituzioni locali. Purtroppo, come nel "treno" anche a Racalmuto
abbiamo molti problemi e ritengo che il concetto di responsabilità sia la
chiave di volta nei confronti dell'intera comunità. - "... la Sicilia
offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo
italiani ma anche europei, al punto da poter costituire la metafora del mondo
odierno." - Citando Sciascia, effettivamente anche Racalmuto è una sorta
di microcosmo, in fondo. (Calogero Esposto)
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