venerdì 30 marzo 2018

Racalmuto: la società Italkali finanzia il restauro della tela di Pietro D’Asaro dal titolo “La cena in casa di Simone il Fariseo”


E’ con vivo compiacimento che Enzo Sardo, Presidente Provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori della Provincia di Agrigento, comunica che la società Italkali ha finanziato interamente il restauro della tela di Pietro D’Asaro dal titolo “La cena in casa di Simone il Fariseo”allocata nella Chiesa Madre di Racalmuto.
Il dipinto olio su tela  di cm. 275 x 207 raffigura la cena in casa di Simone, un fariseo che, accolto Gesù, da poco risorto, nella sua casa come un semplice viandante, scopre poi la sua vera identità e ne rimane affascinato. Il dipinto, molto pregiato, si presenta ricco di particolari. Sono bene evidenziati gli oggetti come piatti, pane, calici ed anche particolari più rifiniti come i colletti merlati dei due giovani che si  trovano nella parte destra (sinistra per chi guarda) della tela. Cosa assai curiosa. In un dipinto che  raffigura scene e personaggi del periodo che fa riferimento ai primi giorni dopo la morte di Cristo, si trovano due giovani, vestiti con abiti eleganti, che indossavano solo gli aristocratici nel periodo che va dal Cinquecento fino all’Ottocento.
Non potendo essere i nipoti del sacerdote che ha commissionato il quadro, in quanto non utilizzavano questo tipo di vestiti, perché non appartenevano all’aristocrazia, sicuramente questi due giovani potrebbero essere dei rampolli della famiglia Del Carretto ossia i veri Signori della Contea di Racalmuto. Dal riscontro di alcuni atti notarili sembra che il dipinto sia stato commissionato dal sacerdote Santo Agrò, nella primavera del 1622, al pittore Pietro D’Asaro, per collocarlo nella chiesa Madre e precisamente nell’altare dedicato a Santa Maria Maddalena (dove attualmente si trova) ai piedi del quale possedeva un diritto di sepoltura per se e per gli eredi. Infatti, dai documenti conservati nell’archivio parrocchiale risulta che, Maddalena e Pietro Agrò, in forza del testamento del defunto zio sacerdote, Santo Agrò, morto nel 1637, ereditarono l’intera cappella dedicata a Maria Maddalena con il suo spazio ad uso sepoltura.
Enzo Sardo a nome suo personale e nella qualità di presidente dell’MCL, unitamente al comitato e all’arciprete Diego Martorana esprimono vivo apprezzamento nei confronti dell’avvocato Francesco Morgante, dell’amministratore delegato avvocato Domenico Culotta e del direttore della miniera di Racalmuto Gigi Scibetta. La loro sensibilità e generosità permetteranno di recuperare una pregiata opera d’arte del patrimonio artistico siciliano e un pezzo della storia artistica culturale della città di Racalmuto.

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