Nota stampa di Emilio Messana
Sindaco di Racalmuto
Ancora una volta nessuno degli otto consiglieri che hanno annunciato la sfiducia era presente alla riunione sui rifiuti. Evidentemente il contrasto con il sindaco è per loro più importante dei problemi del paese. Non mi sorprende più: mai, salvo rarissime eccezioni, un intervento pubblico o una dichiarazione. Nelle innumerevoli riunioni convocate, mai una gesto di sostegno per il lavoro della giunta, soltanto critiche e lamentele. Sostenevano che gli assessori erano distanti dai cittadini e dalle forze politiche e parlavano della necessità di rilanciare l’azione amministrativa. Quando però li invitavo a confrontarsi sul merito delle cose fatte e dei problemi incontrati, sorvolavano oppure lamentavano di non essere stati informati.
Trascorsi
i due anni, la pressione si è fatta più insistente, e gli otto consiglieri
hanno delegato i loro padrini politici a rappresentare la richiesta di rilancio
dell’azione amministrativa. Ho dato loro credito, convinto che si dovesse
partire dai risultati ottenuti, per migliorare le strategie di azione e
coinvolgere nuove energie e competenze.
Invece,
mi è stato detto che l’esigenza era quella di dare visibilità politica ai
consiglieri di maggioranza, mediante la nomina di assessori di riferimento. Ho
dichiarato subito che sarei stato disponibile ad accettare indicazioni che
parlassero al paese, per il loro profilo, la loro competenza, così come
avvenuto con la prima giunta. Non avrei mai assecondato scelte che rispondevano
alla mera logica spartitoria, né a quella dei giri di giostra.
Risultato:
nessuna proposta ed una serie di riunioni mancate.
Hanno
atteso insofferenti il trascorrere dei due anni, prima dei quali non è
consentita dalla legge la mozione di sfiducia, e adesso liquidano
sbrigativamente gli impegni assunti in campagna elettorale con i cittadini e si
dichiarano pronti a presentare la mozione di sfiducia al sindaco.
Non
si sono minimamente preoccupati delle conseguenze collegate alla gravità della
decisione, che riconsegnerebbe il paese alla gestione commissariale fino alle
nuove elezioni.
Naturalmente,
la sola eventualità di tornare a votare, ha fatto drizzare le antenne agli
inguaribili candidati di Racalmuto Civile, che scambiano per insipienza
politica, la trasparenza, la linearità e l’integrità dell’operato di questa
amministrazione. Certo, parlano per noi, più che le dichiarazioni ad effetto, i
fatti, le opere e i comportamenti. Non avendo argomenti per giustificare
l’attacco, addossano su una giunta in carica da appena due anni e quattro mesi,
responsabilità per problemi e questioni sul tavolo da decenni, che, in ogni
caso, sono stati affrontati da questa amministrazione.
Mi
sono candidato in un momento di grave crisi politico-sociale e finanziaria del
mio paese, dopo un triennio di commissariamento, per restituire fiducia alla
rappresentanza politica e democratica nell’istituzione locale. In questi anni
ho scelto guardando all’interesse generale e non di singoli gruppi, non ho
preso impegni con nessuno, né prima, né dopo la campagna elettorale, che non
fossero quelli di un pieno coinvolgimento delle forze politiche della
maggioranza nei processi decisionali. Impegno sempre rispettato. La sfida
del governo in un comune in riequilibrio finanziario è dura e difficile.I
consiglieri hanno la responsabilità di amministrare
tanto quanto la giunta e il sindaco, e ritengo che il loro ruolo non sia
patrimonio esclusivo di nessuna forza politica. I conflitti debbono provocare
la decadenza degli organi solo quando chi governa è pericoloso e dannoso per la
comunità e non per regolare i conti tra le forze politiche. Il Consiglio
Comunale ha il dovere di discernere con serietà, di avanzare proposte per il
bene del paese e di non farsi abbindolare da chi propone il suicidio della
politica, magari standosene comodamente dietro le quinte. E’ necessaria una
profonda riflessione sul futuro del nostro paese, che impegni e coinvolga non
solo le istituzioni ma si allarghi alle forze politiche e sociali che animano e
qualificano la nostra comunità. Siamo stati eletti tutti, maggioranza e
minoranza, per restituire al nostro paese la cura, la capacità di innovazione,
la sensibilità, che solo la rappresentanza politica - quando non si preoccupa
di se stessa - riesce a dare.
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