martedì 30 agosto 2016

Racalmuto, Giovanni Salvo: DIFFERENZIAMO LA SPAZZATURA DAL SENTIRE COMUNE

(Post di Giovanni Salvo)
Il paese di Racalmuto sta vivendo certamente una fase importante e decisiva nella nuova gestione dei rifiuti.
E' chiaro a tutti noi che la raccolta differenziata sia ormai una necessità inderogabile, principalmente in termini di civiltà.
Più differenziata vuol dire meno rifiuti nelle discariche e meno costi di conferimento, quindi meno euro in bolletta.
Ciò lo abbiamo abbondantemente appreso e dunque è chiaro a tutti.
Si comprende pienamente anche l’aspetto amministrativo che costringe i comuni ad allinearsi, a perseguire tutti gli adeguamenti imposti dai piani regionali in materia di rifiuti.
Ma s'intende un po’ meno, e spero sia solo una mia impressione,  il  fatto che qualcuno forse stia, fin qui, pensando di risolvere un problema così di grande impatto e complesso, anche in termini di cambiamento e organizzazione , senza ricorrere a quegli  investimenti minimi,  come  il naturale conseguente potenziamento dei  cassonetti e delle indispensabili campane per la raccolta, in cui separare "giornalmente" vetro, plastica, carta ed umido.
Così come concepita, e dalle prime avvisaglie, la differenziata sarà di fatto, caos puro.
Particolarmente lì dove, in assenza di spazi condominiali esterni, così come attuata, rischia di apparire come una sfida ai cittadini, una provocazione del tipo: "vuoi pagare meno? devi soffrire".
Ciò dunque va fortemente evitato, in quanto potrebbe provocare una mancanza di collaborazione con quella parte di paese meno "sensibile", o magari un po' troppo anziana per potere recepire, in tal senso, un cambiamento, anche in termini di abitudini.
Il pericolo è quello di un tuffo al passato, una retrogressione in nome del progresso civile e del risparmio, poiché è alta la possibilità di un amaro ritorno al fiorire dei vecchi immondezzai, che persistevano nelle periferie del paese non molti decenni fa.
Rischiamo così di vedere attorno a noi, cosparsi ovunque, cumuli d’immondizia e sacchetti pendenti dai balconi. Insomma un triste scenario.
Necessità evitare di dovere ricorrere in futuro alla pulizia straordinaria del paese, con costi altissimi.
Aspetti questi che potrebbero  costringere "poi" la politica a giustificarsi , magari solo dopo essere riuscita a mettere le carte negli appositi "cassonetti" della burocrazia, in regola con i piani e le norme, a dire che  "questo è un paese di incivili".
Ciò non sia mai.
Riguardo alla raccolta porta a porta, e ad eventuali controlli del territorio,  avendo fatto il consigliere comunale e l’amministratore, conoscendo discretamente bene certi meccanismi, noti e meno noti, mi astengo da ogni scettico commento.
Dunque non favoriamo l’inciviltà , rettifichiamo quanto fin qui teoricamente ed ottimisticamente immaginato, invitiamo i partiti politici e i nostri amministratori a ragionarci ancora, a porre dei sani correttivi, senza assolutismi e prese di posizione personali.
Rimettiamo in gioco la sana politica del sentire comune, dei partiti, delle associazioni, affinché non si tralasci, con supponenza, la pluralità delle opinioni e i suggerimenti da attuare  in questa fase iniziale.
Principalmente mi auguro e auspico, con questo mio contributo, ci si impegni civilmente a "differenziare" l'interesse alla soluzione dei  problemi arrecati alla cittadinanza, dalla polemica fine a se stessa.

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