Diego Capitano, poeta nato a Racalmuto nel 1958. Ha ricevuto più di cento premi classificandosi quasi sempre nei primi tre posti, in concorsi nazionali ed internazionali. E' presente in più di quaranta antologie italiane e multilingue.
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DELLA POETESSA
DEI NAVIVGLI
(ad ALDA
MERINI )
Nascevi il
’31 col primo giorno di primavera quando
il tuo
vagito ruppe il silenzio superbo della notte
nelle
coccolanti e amorose braccia materne.
Bambina
dalla isolata infanzia amante d’un pianoforte
amico…
incontravi ignara le tue prime oscuritá nei gai
pensieri…
prigione e tormento nell’anima in un orrido
luogo dalle
rinchiuse menti malate.
Come
farfalle silenziose volavano dal tuo cuore amari
versi di
dolore… priva di libertá… priva di umana pietá.
Viva pena
solitaria… colomba dalle spezzate ali…
pura anima
scavata e corrosa da atroci pensieri
infiniti.
Vincesti
per un pó i tuoi mali: scuri vessilli nel cervello…
e trovasti
il padre delle tue creature… il plauso fausto
della gente
ma mai declinó in te l’altra ostile
metá.
Due menti
in una … due ragioni diverse dissestavano
il senno…
l’equilibrio di un’identitá perduta che t’addusse
all’ossessione…
se vera pazzia fú.
Meteora dal
cielo piovuta… luminoso astro di cultura…
seminavi
sui nitidi fogli… croci di parole e fiori d’una realtá
amata e
odiata… arida ogni stillata lacrima mutavasi
in
prece:
Dura… nuda… ma non pregavi.
Alienazione che diede a te come Atena lungimirante
saggezza
e quel gran
vuoto dentro l’anima… riempivasi di delirante
amore per
la vita.
Bisognosa
di solo poesia… di sentimenti buoni… di parole
simili a
bianche rose che sbocciavano dentro e ti ridestavano
nuova nella
pelle ricca di emozioni… senza piú disagi.
Poetessa di
sventura come me… priva di fisiognomica ma con
la dolcezza e la veritá come volto… grido
straziante che l’amore
canta
doglioso della misera gente e si lascia mai soffocare.
Altare
vuoto onusto di suppliche silenti… occhi imperlati di
madre e di donna abbandonata nella cattiveria degli
uomini…
a non
vivere condannata ma ad esistere dietro le sbarre delle
ambiguitá
mentali… dietro la porta d’una casa dispersa nella
disperazione
divina… nel labirinto stregato degli squilibri.
Addio
Alda!... mistero nel mistero intrappolata nel sacrificio
delle tue
parole… ove la tua ragione con virtuoso calamo la follía
nel delirio
vinse… ardito desiderio di vera libertá cercata tanto
nell’eremo
carcere della tua confusa anima.
Sai! Non esistono poeti senza un briciolo di
stranezza…
Addio
amica…folle poetessa dei navigli!...
Diego
Capitano
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