mercoledì 27 luglio 2016

LA FOLLE STORIA DELLA POETESSA DEI NAVIGLI (ad ALDA MERINI ) poesia di Diego Capitano

Diego Capitano, poeta nato a Racalmuto nel 1958. Ha ricevuto più di cento premi classificandosi quasi sempre nei primi tre posti, in concorsi nazionali ed internazionali. E' presente in più di quaranta antologie italiane e multilingue. 

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LA  FOLLE  STORIA
DELLA  POETESSA  DEI  NAVIVGLI
(ad  ALDA  MERINI )

Nascevi il ’31 col primo giorno di primavera quando
il tuo vagito ruppe il silenzio superbo della notte
nelle coccolanti e amorose braccia materne.
Bambina dalla isolata infanzia amante d’un pianoforte
amico… incontravi ignara le tue prime oscuritá nei gai
pensieri… prigione e tormento nell’anima in un orrido
luogo dalle rinchiuse menti malate.
Come farfalle silenziose volavano dal tuo cuore amari
versi di dolore… priva di libertá… priva di umana pietá.
Viva pena solitaria… colomba dalle spezzate ali…
pura anima scavata e corrosa da atroci pensieri                infiniti.
Vincesti per un pó i tuoi mali: scuri vessilli nel cervello…
e trovasti il padre delle tue creature… il plauso fausto
della gente ma mai declinó in te l’altra ostile  metá.
Due menti in una … due ragioni diverse dissestavano
il senno… l’equilibrio di un’identitá perduta che t’addusse
all’ossessione… se vera pazzia fú.
Meteora dal cielo piovuta… luminoso astro di cultura…
seminavi sui nitidi fogli… croci di parole e fiori d’una realtá
amata e odiata… arida ogni stillata lacrima mutavasi  in
prece: Dura… nuda… ma non pregavi.
Alienazione  che diede a te come Atena lungimirante saggezza
e quel gran vuoto dentro l’anima… riempivasi di delirante
amore per la vita.
Bisognosa di solo poesia… di sentimenti buoni… di parole
simili a bianche rose che sbocciavano dentro e ti ridestavano
nuova nella pelle ricca di emozioni… senza piú disagi.
Poetessa di sventura come me… priva di fisiognomica ma con
la  dolcezza e la veritá come volto… grido straziante che l’amore
canta doglioso della misera gente e si lascia mai soffocare.
Altare vuoto onusto di suppliche silenti… occhi imperlati di
madre  e di donna abbandonata nella cattiveria degli uomini…
a non vivere condannata ma ad esistere dietro le sbarre delle
ambiguitá mentali… dietro la porta d’una casa dispersa nella
disperazione divina… nel labirinto stregato degli squilibri.
Addio Alda!... mistero nel mistero intrappolata nel sacrificio
delle tue parole… ove la tua ragione con virtuoso calamo la follía
nel delirio vinse… ardito desiderio di vera libertá cercata tanto
nell’eremo carcere della tua confusa anima.
Sai!  Non esistono poeti senza un briciolo di stranezza…
Addio amica…folle poetessa dei navigli!...          


Diego Capitano

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