"Bisognerebbe, di colpo, piombare sulle banche; mettere mani esperte nella contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende. Lo aveva intuito Leonardo Sciascia nel '61 e poi lo attuò Giovanni Falcone, consentendo grandi balzi in avanti nella lotta contro la criminalità organizzata". Così il presidente del Senato Pietro Grasso ieri a Racalmuto nel ricordare, alla Fondazione Sciascia, il "maestro delle Parrocchie Regalpetra" a 25 anni dalla scomparsa, durante la sua lectio magistralis su “Sciascia e l’impegno civile”. Nel piccolo centro in provincia di Agrigento, tappa fondamentale della “Strada degli scrittori”, erano presenti per l’occasione anche i neo assessori al Turismo, Cleo Li Calzi, e ai Beni Culturali, Antonio Purpura, che sin dal loro insediamento hanno rilanciato e sostenuto il progetto finalizzato al rilancio culturale e turistico dei luoghi natii di Sciascia, Pirandello e Camilleri.
" Con Sciascia ho condiviso la stessa collera per quelle intuizioni che non sono diventate verità giudiziarie" ha aggiunto. "Sciascia seguì all'inizio il primo maxiprocesso con malcelata diffidenza, per il timore che con i pentiti potesse verificarsi ciò che era accaduto con Tortora. Ma dovette ricredersi e dopo la sentenza che vide19 ergastoli e decine e decine di assoluzion ne riconobbe i meriti e l'osservanza del diritto e della Costituzione".
La prolusione del presidente Grasso è stata preceduta dagli interventi del sindaco Emilio Messana, di Felice Cavallaro, ideatore della Strada degli Scrittori, di Antonio Di Grado, direttore della Fondazione Sciascia e dauna video-intervista ad Andrea Camilleri che parla del vuoto lasciato da Sciascia e della “Strada degli scrittori”. Presenti, tra le autorità, il prefetto Nicola Diomede e il presidente del Distretto Turistico Valle dei Templi, Lillo Firetto, tra i promotori della Strada degli Scrittori. Durante la serata è stata annunciata anche l’istituzione di un “Premio Sciascia per le scuole superiori della Sicilia”, iniziativa sostenuta dal presidente dell’Assemblea siciliana Giovanni Ardizzone e dalla Fondazione Federico II diretta da Francesco Forgione.
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