FONDAZIONE LEONARDO SCIASCIA
“Ed
allora….. dove eravamo rimasti?”
Prendo in prestito la frase semplice ma molto
significativa di Enzo Tortora, tornato in TV dopo anni di terribili
tribolazioni per accuse false e processi ingiusti, per riprendere un discorso serio sulla Fondazione Leonardo Sciascia.
Negli anni ’80 amministratori e funzionari locali
illuminati e sostenuti da una grande passione civile e culturale, con la
disponibilità e la determinante collaborazione del Maestro, hanno acquistato
l’ex centrale Enel di viale della Vittoria e costituito la Fondazione Leonardo Sciascia.
Gli
amministratori dei successivi anni ’90 e duemila, non adeguati se non, come in
qualche caso, dichiaratamente “contro”, (ricordiamo la famigerata dichiarazione
di un sindaco del tempo : “la Fondazione
del nulla”) ne hanno, di fatto, impedito il pieno decollo e,conseguentemente,
la fruizione dell’inestimabile patrimonio culturale, generosamente,donato
dall’illustre concittadino.
Negli anni,
abbiamo assistito a polemiche, scontri e qualche invettiva nei confronti
della famiglia Sciascia, dei componenti del C.d.A. e del Comitato di Vigilanza,
tesi a depotenziare la Fondazione. Addirittura è venuto meno, persino, l’impegno
assunto solennemente dal Consiglio Comunale al momento dell’adesione alla
costituenda Fondazione, con la deliberazione
n. 159 del 1989, di assegnare alla Fondazione medesima un contributo annuale.
In tale situazione la Fondazione, al di là dell’impegno
del dottor Aldo Scimè e di qualche componente del Consiglio di Amministrazione
e del Comitato di Organizzazione e Vigilanza, con la realizzazione di alcune
importanti ma sporadiche manifestazioni, non è riuscita a coinvolgere i
cittadini di Racalmuto e le Istituzioni provinciali, regionali e nazionali; non
ha istituito un premio letterario nazionale,
ha promosso pochissimi dibattiti di grande respiro sui temi civili che
hanno appassionato il grande letterato, ha coinvolto pochi intellettuali e giornalisti
di livello nazionale ed internazionale, insomma una occasione mancata per lo
sviluppo socio-culturale e, perché no, economico di questo territorio.
Adesso è tempo di riprendere il cammino, da dove è
stato interrotto, di cercare di recuperare il tempo perduto.
In una clima di generale collaborazione, occorre
riprendere su basi corrette e dovute il dialogo con la famiglia Sciascia,
modificare lo Statuto della Fondazione, coinvolgendo intellettuali e
giornalisti di grande prestigio a cominciare dai nostri concittadini Felice
Cavallaro, Gaetano Savatteri, Vincenzo Morgante, Giancarlo Macaluso, nonché le
Istituzioni provinciali, regionali e nazionali, Assessorato regionale dei Beni Culturali e Ministero della Cultura,
per primi. Organizzare, convegni, premi letterali, manifestazioni, dibattiti,
presentare progetti all’Unione Europea, trovare sponsor nazionali e regionali
per le iniziative e le manifestazioni.
La Fondazione deve mettere in moto un processo di
crescita culturale, sociale ed economica del territorio, attraverso un nuovo e
più adeguato utilizzo dei beni culturali del paese, stimolando nuove forme di
imprenditorialità legate alla presenza di studiosi e visitatori.
Dobbiamo consentire la piena fruizione a studenti,
intellettuali, giornalisti e studiosi, della donazione dello scrittore alla
Fondazione, minuziosamente elencata nella lettera inviata dal Maestro al
Sindaco, agli assessori ed ai consiglieri comunali di Racalmuto in data 6
settembre 1989 e, consistente in “una
numerosa raccolta di ritratti di scrittori (acqueforti,acquetinte, disegni e
dipinti) nelle edizioni e traduzioni dei miei libri e di tutte le lettere da me
ricevute in circa mezzo secolo di attività letteraria”.
Abbiamo il dovere di tenere vivo il lungimirante ed
attualissimo pensiero del Maestro di
Regalpetra che, resistendo a
numerose pressioni, ha scelto di donare il suo patrimonio letterario al suo
paese.
Ma ritengo, soprattutto, che uno sforzo immediato
vada fatto per evitare la chiusura della Fondazione, che oggi priva del
contributo del Comune, della Regione e senza altri sostegni, non riesce ad
assicurare l’attività minima : pagamenti stipendi e contributi, pagamento
utenze, manutenzioni, regolare apertura delle sale espositrici, catalogazione
dei libri e dell’epistolario dello scrittore (a proposito credo sia noto che
detta catalogazione dopo molti anni è ferma alla lettera C e che, pertanto, le
lettere rimangono chiuse nel caveau, senza poter essere consultate e con il
rischio di deteriorarsi).
Per quanto sopra, mi permetto di suggerire che
alcuni sforzi e mobilitazioni in favore dell’acquisto della casa delle zie
di Sciascia, possano essere più proficuamente indirizzati per evitare il
degrado e, forse,la chiusura della Fondazione.
Apprezzo l’interessamento di quanti, anche a
livello istituzionale,si stanno attivando per l’acquisto della casa, essi dimostrano sensibilità ed amore per le
cose sciasciane, ma tale acquisto, al momento, non mi sembra una priorità, al
riguardo, mi trovo d’accordo con Matteo Collura : basterebbe apporre una targa sulla facciata della casa; di contro
lanciamo una più proficua ed utile, grande, mobilitazione nazionale in favore
della Fondazione.
Non vorremmo trovarci, di qui a qualche mese, dentro
un paradosso sciasciano : l’acquisto della casa delle zie del grande scrittore
e la chiusura della Fondazione da Lui voluta ed a Lui intitolata.
E allora signor Sindaco credo sia opportuno, se non
necessario, convocare,al più presto, una sorta di “stati generali” per il salvataggio ed rilancio della Fondazione
Sciascia, anche in adesione ad uno dei punti più qualificanti del Suo programma
elettorale.
Con stima.
Racalmuto, 18 agosto 2014
Lillo Bongiorno
Esponente
della lista Emilio Messana Sindaco
Concordo pienamente con l'avvocato Bongiorno.Avevo già dato la mia disponibilità al Dott.E.Sardo e la rinnovo in questa sede.Convocare tutti coloro a cui sta a cuore la sorte della Fondazione Sciascia è il minimo che si possa fare.Cerchiamo di aiutare il nostro paese ,rilanciandolo dal punto di vista culturale.Buon Lavoro
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