giovedì 28 novembre 2013

RACALMUTO Intitolazione via a Suor Cecicilia Basarocco. La suora che fermò il plotone di esecuzione

SUOR CECILIA BASAROCCO 
Racalmuto 7 novembre 1914 – Niscemi 20 ottobre 1986 

Angela Basarocco nasce a Racalmuto in provincia di Agrigento il 17 novembre 1914. All’età di ventuno anni si trasferisce a Niscemi presso l’Ospedale con il nome di suor Cecilia. Già da subito si prodiga per prestare aiuto ai sofferenti, sia all’interno della struttura sanitaria che nel circondario. Alcune testimonianze raccontano di un aiuto prestato da suor Cecilia ad un compagno di fuorilegge ferito in un agguato. 
Prestante e vigorosa, non esitava a sobbarcarsi di fatiche fisiche trasportando i degenti nei vari piani della struttura ospedaliera. Collaborava attivamente in chirurgia talvolta anticipando o addirittura sostituendo il medico assente.  Il suo animo era il suo volto, un volto di una età indefinita, quasi il tempo non fosse capace di intaccarne i tratti e indebolirne le energie.  Non meraviglia pertanto che suor Cecilia possa essere ricordata anche per le sue gesta eroiche tra i quali merita di essere riportato l’episodio che la vide protagonista durante lo sbarco degli americani a Gela.

A tal riguarda si ricorda l’episodio narrato nel libro “La battaglia di Gela” di Nunzio Vicino
“ Notte da tregenda quella del 9 luglio 1943 per l’abitato di Niscemi. La mattina del 10 tutti erano fuggiti terrorizzati verso la vicina campagna per le terrificanti e continue bordate delle navi nemiche. Il cielo era oscurato dai velivoli che mitragliavano, spezzonavano, bombardavano, mentre i picciotti accorrevano verso Gela come rinforzo ai commilitoni della costiera. Non avevano che vent’anni…. e nessuno fu visto ritornare!...la laboriosa cittadina era deserta quel giorno! Tutti, 
tutti erano fuggiti, tutti, compreso i medici e il personale dell’ospedale civile. Suor Cecilia, al secolo Angela Basarocco da Racalmuto, non volle andare via, ma rimase per non abbandonare l’ospedale. Situato in quello che fu il Convento dei Padri Riformati, l’ospedale di Niscemi, posto all’estremità periferica dell’abitato, visse ore convulse in quel terribile frangente. Arrivavano camionette piene di feriti, di moribondi, di morti. Scene tremende e pietose! Suor Cecilia si prodigava al di là di ogni dire. Poi anche i militari della sanità sono costretti a fuggire per l’imminente arrivo degli Americani. Suor Cecilia rimase sola con i feriti, i moribondi, i morti nel suo ospedale. Un gruppo di militari tedeschi, sbandati, non sa dove dirigersi: sono preoccupati. Suor Cecilia va loro incontro, promette assistenza e da loro asilo. Subito dopo, però, sopraggiungono soldati americani e con le loro armi spianate chiedono a suor Cecilia la consegna dei tedeschi. Hanno saputo. Suor Cecilia, davanti all’ingresso dell’ospedale, esorta gli americani ad allontanarsi, mentendo in nome della solidarietà umana e li scongiura a rispettare quei luoghi. Autoblindo e carri armati prendono posizione, circondano l’ospedale … I mitra sono spianati. I militari tedeschi sono scovati! Erano dodici. Suor Cecilia viene assalita dal panico, lei che non aveva avuto paura di nessuno; prega il comandane americano di non fare alcun male ai fratelli. I tedeschi stanno per esser fucilati. Suor Cecilia esce dall’ospedale come una forsennata e si mette davanti ai condannati per proteggerli. I soldati americani sono smarriti; desistono dall’esecuzione. Viene promesso alla suora che i tedeschi sarebbero stati portati a Caltagirone. Poi i feriti vengono trasportati a Gela ed imbarcati per raggiungere i luoghi di prigionia. E così è nato il mito di suor Cecilia, l’Angelo bianco, l’eroina di Niscemi” 
A testimonianza di ciò, il 12 luglio 1974, in occasione della 31° ricorrenza dell’anniversario dello sbarco degli americani in Sicilia, suor Cecilia viene invitata dal comitato organizzatore nell’aula consiliare del comune di Gela, per la consegna di una medaglia d’oro al valore civile per il gesto umano che aveva compiuto. In quell’occasione due signori tedeschi vennero appositamente in Sicilia per esprimere il loro ringraziamento a colei che li aveva sottratti alla morte sicura in quella drammatica circostanza del 12 luglio 1943. Suor Cecilia muore a Niscemi il 7 novembre 1986 e nel 1994, l’ospedale che l’aveva vista per tanti anni impegnata nel servizio a favore dei più deboli, viene a lei dedicato, quale segno di riconoscenza della comunità di Niscemi “all’angelo bianco, suor Cecilia Basarocco da Racalmuto”.  

1 commento:

  1. http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/11/piu-forte-dei-mitra.html

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