lunedì 18 novembre 2013

RACALMUTO Il tempo delle donne è arrivato

di  Iolanda Salemi

Da un po’ di tempo, è iniziato sul microcosmo web racalmutese  il “Totocandidati”
Tutti si affannano a tracciare il ritratto del politico perfetto per Racalmuto: chi lo vuole con tanta esperienza, chi lo vuole con potenti amicizie alle spalle, chi si augura che non abbia nemmeno un giorno d’esperienza politica, chi lo vuole giovane, chi lo vuole vecchio. Ma nessuno fino ad ora ha messo in evidenza che il vero cambiamento passa attraverso un cambiamento di genere: da maschile a femminile. Parlare ancora di pari opportunità, nel 2013 sembra fuori luogo, perché la parità sembrerebbe scontata. Ma a Racalmuto, se contiamo il numero dei sindaci donne elette, pari a zero; il numero di dirigenti donne al Comune, pari a zero; il numero degli assessori donne nominate, pochissime; il numero di consigliere elette, altrettanto pochissime, si evince che siamo ben lontani dal concetto di parità. Vige nei politici racalmutesi una sorta di maschilismo atavico così radicato che gli impedisce di vedere che il tempo delle donne ADESSO  è arrivato. Tante sono le cose di cui il nostro paese ha bisogno, e noi che ci viviamo le conosciamo benissimo.
Ma soprattutto sappiamo ciò di cui NON ABBIAMO BISOGNO, siamo consapevoli di non aver bisogno di qualcuno che, come un “deus ex machina”, scenda dall'alto e venga a mettere a posto le cose. Abbiamo bisogno di amministratori radicati nel territorio e non cittadini part-time, che non conoscono e non vivono i problemi, le ansie, le aspettative della gente. Le persone non ne possono più di “alieni”che vengono a dettare legge, senza tenere conto delle peculiarità del nostro paese. Siamo già stati declassati ad un livello sub-civile, perché la civiltà di un popolo consiste nella capacità di darsi delle regole e di scegliere i propri rappresentanti. Abbiamo già vissuto la mancanza di identificazione dei cittadini con i propri amministratori. Abbiamo già subito l’umiliazione di vedere il Comune come luogo precluso ai cittadini e frequentabile solo da una scelta elite’. NON ABBIAMO BISOGNO, in questo momento, di intellettuali e ben pensanti, che dall’alto delle loro torri d’avorio vengono a sindacare e sentenziare sulle nostre vite. Abbiamo bisogno di dare un taglio al passato ed iniziare una nuova fase. E’ arrivato il momento di dare un volto nuovo alla politica e questa volta deve essere il volto di una donna, i tempi lo impongono, perché le donne sono delle guerriere, che combattono le loro battaglie quotidianamente,  con quel senso forte del dovere come solo le donne sanno fare.
  

Iolanda Salemi

15 commenti:

  1. nicoletta marcheselunedì, 18 novembre, 2013

    mi auguro che però le donne siano autonome e indipendenti e non prestanomi di ex politici...maschi o uomini che dir si voglia....ritengo che non sia affatto un problema di genere ma di qualità....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Nicoletta, ricorda che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna.

      Elimina
    2. Sono perfettamente d'accordo con te, questo concetto l'ho già ribadito in un mio precedente intervento. La politica potrà cambiare solo se le donne saranno solidali tra di loro e porteranno un diverso modo di essere, ma se le donne si prestano al gioco degli uomini, cioè si comportano peggio di loro, l'effetto sarà deleterio. Le donne potranno puntare l'attenzione su argomenti verso cui gli uomini sono disattenti. Le donne hanno delle priorità sconosciute agli uomini, quindi saranno in grado di creare un ambiente più vivibile a dimensione umana. L'ideale sarebbe che tutte le donne secondo il loro ruolo e le loro capacità lavorassero insieme per il bene della comunità. (utopia!!)

      Elimina
  2. Chi ha intenzione di partecipare alle prossime elezioni, giovane o vecchio, donna o uomo, dovrà GIURARE di non rubare, di non fare interessi privati, di non tradire l'elettorato, di non abusare del potere, di non favorire organismi illeciti.

    RispondiElimina
  3. nicoletta marcheselunedì, 18 novembre, 2013

    giusy iolanda..perchè non organizziamo una tavola rotonda il 25 novembre,giornata contro la violenza sulle donne?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. provocatoriamente lancio una sfida: creiamo le quote azzurre. cioè prepariamo una lista composta da donne intelligenti, forti, capaci, come ce ne sono tante a Racalmuto e consentiamo ad una sparuta minoranza maschile di presentarsi; tanto per garantire le pari opportunità. Il vero rischio che corre Racalmuto, non è che una donna diventi sindaco, che sarebbe un bene auspicabile; ma che una certa aristocrazia intellettuale si sta muovendo e che alcune eminenze grigie sono in piena attività dietro le quinte.

      Elimina
    2. ... è ipotizzabile un sindaco omosessuale

      Elimina
  4. nicoletta marcheselunedì, 18 novembre, 2013

    il ruolo della donna è fondamentale nell.odierna società..e noi che abbiamo dato un piccolo contributo al cambiamento quasi tout court della nostra microsocietà negli anni 80 abbiamo il dovere kantiano di far crescere le nuove generazioni alla luce dell.onestà intellettuale.attiviamoci in opere di volontariato...riprendiamo il cammino della politica lì dove si è interrotto.contribuiamo alla nascita di nuovi movimenti femminili che possano collaborare con tutti uomini donne giovani.

    RispondiElimina
  5. ... la presenza femminile negli organismi politici è importante in una società che vuole essere moderna e civile. Nella politica locale effettivamente le donne sono state quasi sempre subalterne all'uomo. Sono convinto che con le donne in politica emergerà l'incapacità di tanti politici che hanno mal-governato questo paese. Per amministrare la cosa pubblica ci vuole buon senso, capacità e onestà. Spero soltanto che le donne al potere diano la possibilità a tutti di poter manifestare liberamente il proprio pensiero. Mi dispiace che in questo costruttivo dibattito gli uomini non partecipano, tranne me che in un certo senso faccio gli onori di casa. Ma questo deve farci riflettere.

    RispondiElimina
  6. “Il Tempo delle Donne è arrivato”. Io direi: ”era ora”. Ammirevole la partecipazione al dibattito politico e un considerevole apprezzamento va rivolto alle donne che vi partecipano. E’ giusto che nessuna discriminazione si faccia in politica tra uomini e donne. Ma chi si propone alla guida del paese deve competere con il coraggio delle proprie idee e senza vittimismo. La politica è confronto, dialettica a volte anche serrata, spesso la politica si fonde con il termine battaglia, nel senso che per determinare le proprie opinioni accorre battersi con convinzione al fine di conquistare posizioni e poter concretizzare le proprie idee. La donna in politica, come nella vita, si deve affermare secondo la propria dignità e la propria capacità. La politica è conquista e non accettazione, con le donne si ci deve confrontare e se il caso competere. Condotte che rispettano l’entità femminile rifuggendo da ipocriti atteggiamenti di commiserazione e pietismi o peggio ancora concedendo comodi e facili protagonismi di circostanza elettoralistica. Per essere un generale si deve aggregare e capeggiare un esercito, non si diventa generali fondando i circoli dei reduci e festeggiando le disfatte. Io sono naturalmente persuaso che le donne hanno più resistenza e maggior intuito rispetto all’uomo, maggior capacità progettuale ed in fine un alto senso della reputazione, dell’ordine e del decoro. Tutte queste virtù potrebbero diventare, se messe al servizio del bene comune, il fiato vitale per il nostro agonizzante paese che altrimenti porterà con se agli inferi il futuro delle prossime generazioni.
    Viva le Donne
    Viva Raclmuto
    Cordialmente Ignazio Scimè Scimè

    RispondiElimina
  7. Commentando “Presentazione del libro "Mi scappa di scrivere". Raccolta di racconti di dieci ragazzi di Racalmuto” comparso in Regalpetra Libera il 12 ottobre di quest’anno scrivevo:

    “Otto ragazze e due ragazzi. una sproporzione notevole tra i due sessi. Si stratta di un caso fortuito oppure l'ottanta per cento è una proporzione reale che illustra la situazione attuale? Ritengo che questa seconda ipotesi rispecchi meglio la realtà: Le ragazze sono più riflessive, più volitive, più attive. Sanno dove si trovano, come si trovano, come vorrebbero trovarsi. Sentono meglio l'esigenza di analizzare, criticare, proporre, progettare qualcosa per la crescita morale, culturale, economica della comunità di cui fanno parte. Hanno, meglio dei ragazzi, i piedi poggiati per terra e lo sguardo rivolto in avanti. Prev”
    Lo ribadisco ancora, aggiungendo che anche nel campo operativo sapranno dimostrare tutta la loro capacità con spirito di collaborazione e nel rispetto dei valori fondamentali per una comunità.
    PREV. (“u prevessuri” per gli amici”

    RispondiElimina
  8. Avete proprio ragione. La Cancellieri insegna! Come dice Sergio, il problema non è uomo, donna, omosessuale, bis ex, transgender, con una gamba, bianco, nero, alto, basso......etc..etc.. Il problema è: onesto/a!!!!! E BASTA LUOGHI COMUNI

    RispondiElimina
  9. Non sono intellettuale, per niente aristocratico, meno di meno eminenza grigia. Ma è da tale stato che intendo difendere la cosiddetta aristocrazia intellettuale e fare alcune puntualizzazioni. La prima è che sulla scia del bene futuro per il nostro paese dovremmo aver limpida la differenza che c'è tra il fare e il chiacchierare. Chi vuole realmente fare a mio avviso dovrebbe unire e non ergere steccati. E' ovvio che chi ha distrutto non può proporsi per la ricostruzione ma mi sembra eccessivo e di poca forza l'intento di voler separare anche le donne di buona volontà dagli uomini di buona volontà.
    E' oltremodo semplicistico e un po' furbesco dire che il male passato si è verificato perché le donne non c'erano. Il triste passato ha nomi e cognomi, ha fatti ben precisi. Ha silenzi, sopori, ibernazioni interrotte da recenti risvegli.
    Racalmuto necessità di tutti. Da chi può dare niente a chi può dare tanto.
    Di chi farà quel che potrà, con amore per il paese e di chi ha giustamente capito che il vero miglioramento è possibile se si metteranno in atto idee di una certa portata e se si riuscirà a ricevere le attenzioni dei governi regionale, nazionale ed europeo.

    Detto ciò...Viva i racalmutesi, donne o uomini che siamo, ovviamente onesti!

    RispondiElimina
  10. "le donne sono delle guerriere, che combattono le loro battaglie quotidianamente, con quel senso forte del dovere come solo le donne sanno fare". Bellissime parole e soprattutto veritiere, ancor di più quando al concetto di Donna si associa quello di madre. Penso però che non bisogna prendere delle scelte forzate, solo perché nella nostra realtà politica non è stata ancora eletta una figura femminile come primo cittadino. I requisiti principali che deve avere il nostro sindaco sono quelli di essere realmente CAPACE e COMPETENTE, a prescindere se egli sia donna, uomo od omosessuale. Pertanto se vi sono donne a Racalmuto con queste Capacità, allora ben venga una sfida al femminile come è stato per le elezioni presidenziali in Cile.
    L'unica cosa che ad oggi si può sperare, è solo:"il meglio per noi cittadini". :)

    RispondiElimina
  11. Semplicemente, candidamente sincera, immediata, spontanea, pura, brava Oriana.
    Virtù che molti "grandi" hanno smarrito e alle quali bisognerebbe rieducarli. Alcuni sono irrecuperabili perchè andati "nell'eterno dolore e tra la perduta gente".
    Con ammirazione Ignazio Scimè

    RispondiElimina