Continua la protesta a Racalmuto, di fronte all'ingiustizia della tassa più alta d'Italia adesso un altro primato "il paese più sporco d'Italia". Tutto questo di fronte all'indifferenza dei nostri amministratori: politici e tecnici.
I commissari che amministrano Racalmuto devono fare qualcosa. Loro hanno pieni poteri, non possono continuare ad essere indifferenti di fronte alla gravità di quanto sta succedendo.
Devono dire alla cittadinanza cosa sta succedendo. Sono passati più di cinque mesi, nulla di nuovo si è visto. I disservizi c'erano e ci sono, la sporcizia c'era prima e continua ad esserci. Il paese è stanco, su facebook i giovani manifestano tutta la loro delusione, rabbia, sfiducia, malcontento. Vogliamo sapere è un nostro diritto.
Noi non voteremo nessuno.
Noi dobbiamo fare qualcosa! Voi giovani dovete fare qualcosa!
RispondiEliminaNon possiamo additare i commissari per lo sfascio generale di un paese piombato nel disordine da decenni. Organizziamo un vero esercito di cittadini onesti , volenterosi, mossi dal bene comune, ed eleggiamo una buona volta un sindaco ed una amministrazione degni di governare il paese. Ispiriamoci all' avvenuta rinascita di Porto Empedocle, paese condannato dallo stereotipo di paese-di-mafia e oggi completamente risorto dalle sue ceneri. Nuovi modelli a cui ispirarsi, soprattutto per voi giovani che siete stati confusi e sviati da mezze figure immorali e perverse che vi mostravano la gestione egoistica ed arrogante del potere di uno " sugli altri" e non di uno " per" gli altri. Se solo i Racalmutesi ritrovassero la stessa compattezza e la stessa compostezza del giorno dell' assemblea cittadina per organizzare ed avviare una inarrestabile rivoluzione culturale che ci porti fuori dal tunnel in cui ci troviamo....
Non votare fa si' che si ceda il passo ai soliti noti che arrafferanno voti per tornare a pensare ai fatti loro, a fare soldi con la cosa pubblica: quanto squallore...
E' solo ribaltando le sorti del paese che, nel tempo e non subito,
le cose potranno cambiare davvero, anche la monnezza dovra' sparire dalle nostre strade, ma bisogna credere che si puo' cambiare e dimenticarsi dei politici o pseudo-tali che finora sono stati mandati dal popolo a rappresentarlo.
Aria nuova! Non lasciamo avvicinare lupi travestiti da agnelli e parenti di serpenti! Abbiamo gia' avuto modo di conoscerli, di vedere quanto amore avessero per i compaesani e per il paese... : zero!
Allora, avanti giovani sani, riflettete ed organizzatevi, pensate in grande, ricordate che giovani come voi hanno liberato l' Italia dagli oppressori stranieri, giovani come voi hanno fatto la Resistenza regalandoci una liberta' ed una democrazia di cui non siamo stati molto degni....
Guarda oltre, Racalmuto!
Non c’è solo la politica fiscale e finanziaria. Un paese civile ha bisogno di amministratori che tutelino la gente comune, specie le classi più disagiate, attraverso una assennata politica sociale.
RispondiEliminaL’emergenza sanitaria è ancora una volta alle porte e i commissari esitano a diffidare formalmente l’AtoGesa, ben potendo presentare copiose istanze risarcitorie che potrebbero rimpinguare le casse comunali ed essere portate in compensazione con i versamenti di cui alle attuali bollette.
Ma cosa si può pretendere da un commissario (ormai ex) che afferma l’assoluta estraneità dell’ente comune rispetto alla convenzione con Ato Gesa: l’unica preoccupazione, a suo dire, è cercare i soldi e pagare, anche a fronte di un servizio mai completamente reso ai comuni, prima ancora che ai cittadini. E non importa se per raggiungere lo scopo si cerca tra le tasche della gente ignara ed infuriata, usata impunemente quale ancora di salvezza del deficit finanziario locale.
Allora continuiamo ad alzare il muro tra il popolo e le istituzioni, manteniamo le distanze tra NOI e loro, baipassiamo le dimenticanze (!?) di abili funzionari che però restano ben solerti quando redigono nuove e aggiornatissime bollette, il tutto – è naturale – in nome dei principi di legalità, trasparenza e solidarietà, autentici pilastri di questa nostra commissione straordinaria.
Giuseppe Taverna