Ci sono delle foto nel
calendario 2010, dedicato alla visita di Napolitano a Racalmuto, che ritraggono
il Presidente della Repubblica circondato da quegli amministratori comunali che
di li a poco saranno a vario titolo denunciati, arrestati, inquisiti,
condannati ed infine, tutti sciolti per aver “colluso” con ambienti mafiosi e comunque
male amministrato.
Quella visita è passata, nel
giro di poco tempo, dall’essere il momento di massimo prestigio della nostra storia,
a quello più umiliante.
Ma cosa paga la Regalpetra di
Sciasciana memoria con l’azzeramento delle istituzioni democratiche?
-La selvaggia e scriteriata lottizzazione
della pianta organica del Comune consumata negli anni ottanta?
-La devastazione del
territorio, conseguenza di un piano regolatore scellerato e dell’utilizzo illegale
dello 0,20 come indice di edificabilità?
-L’occupazione del comune di
centinaia di precari senza ne arte ne parte riconducibili spesso a familiari degli stessi amministratori o agli amici degli
amici?
-Il clientelismo e il voto di
scambio come unico metodo per raccogliere il consenso?
-Gli appalti e i subappalti (fittizi)
nell’esecuzione di opere pubbliche spesso inutili e mal realizzate?
-L’ICI e altri tributi locali
parzialmente o mai riscossi con gravi
danni erariali per l’Ente a tutto discapito dei servizi da rendere ai cittadini?
-Gli alberghi chiusi o meglio
mai fatti aprire?
-Gli incarichi professionali inutili
e discrezionali?
-I debiti fuori bilancio non contabilizzati e mai riconosciuti dal
Consiglio; eppure in moltissimi casi pagati?
-O piuttosto la vicinanza, se
non la commistione, di certi amministratori di ieri di oggi con ambienti vicini
alla mafia?
-Magari il tentativo, a volte
riuscito, di eleggere persone ad essa riconducibili all’interno del consiglio
comunale?
-Il fatto che a vario titolo amministratori abbiano avuto a che fare col mondo degli
stupefacenti?
Oggi Racalmuto paga, ma in
subordine, la somma di tutto questo.
Moltissime altre istituzioni
pubbliche andrebbero sciolte se così non fosse.
In verità i motivi sono
altri.
-Paga il perenne e
distruttivo conflitto , tra le Istituzioni locali; tra Queste, la Politica e i Cittadini.
-Paga l’onta arrecata ad
un’intera Nazione allorquando un Consiglio Comunale insipiente ha permesso che
la massima autorità dello Stato (il presidente Napolitano in occasione della
sua visita) potesse in qualche modo essere, moralmente, coinvolta.
-Paga il silenzio assordante
che da quel 1989 (anno della morte di Sciascia) attanaglia questo paese;
e il silenzio è stato
particolarmente assordante allorquando proveniva da quegli
“intellettuali di tenace
concetto” che avrebbero dovuto ostacolarne la deriva morale e civile.
Questi ultimi, e coloro che
hanno gestito la
Fondazione Sciascia , l’unica cosa che hanno portato avanti
con tenacia e pochissimo concetto è la politica dell’assopimento del messaggio
del Maestro per scopi di carriera ed effimero prestigio del tutto
personali.
-Paga l’arroganza, la spregiudicatezza
ed in qualche caso la falsità dei fautori del “cambiare tutto per non cambiare
niente”.
C’erano quelli pronti a gettare nella mischia padri
spirituali, istituzioni religiose e poco credibili curriculum etici per
dimostrare quello che non avrebbero mai potuto, ovvero di essere moralmente i
migliori.
-Paga il tentativo di alcuni di
essere allo stesso tempo detrattori e sostenitori, interessati, di quel sistema.
Qualcuno ha cullato la
speranza che, superata questa tempesta, tutto potesse diventare immutabile.
Che il sistema potesse
sopravvivere agli uomini; sola eredità da trasmettere a futura memoria.
Con buona pace di Sciascia,
che molti avrebbero voluto assurgere a simbolo del perdente.
I Racalmutesi non sono gente
che sogna e si illude facilmente.
La speranza è che il ministro Cancellieri porti dei
Commissari in grado di ristabilire le regole democratiche, per una civile e
pacifica convivenza tanto gravemente compromessa; e che il messaggio e la
memoria di Sciascia possano essere motivo di cambiamento per questa terra al
netto dei tanti falsi profeti.
Racalmuto 1/4/2012 Com. Fra Diego la Matina
tutto vero unica osservazione sui precari non sono tutti uguali quelle raccomandati non sono più precari ma sistemati in posti definitivi e con stipendi a pieni ore
RispondiEliminaAlleggu Cecu, Cecu alleggu, ca dopu lu mali veni lu peggu.
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