GRAZIE ... !!!
Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato in questi anni ed in modo particolare nell'ultimo periodo.
Ho fatto sempre quello che sentivo nel mio cuore, spinto dall'Amore verso il nostro paese.
Sapevo che le elezioni erano a rischio, ma era giusto lottare fino al'ultimo per il cambiamento.
La speranza non deve morire.
Io da sempre mi sono presentato con la mia faccia, con le mie idee, con la voglia di "fare bene" per Racalmuto.
Ero pronto, con il vostro consenso, a fare il sindaco di Racalmuto nel rispetto della legalità e nella trasparenza, ma questo non piaceva a chi fa la politica per interessi personali e familiari.
Sono convinto che la rinascita può avere inizio soltanto da una presa di coscienza di tutta la cittadinanza, con l'impegno diretto da parte di quella maggioranza di Racalmutesi onesti.
La mafia, la cattiva politica, la disonestà amministrativa devono essere combattute con forza.
Ringrazio i giovani Racalmutesi che hanno creduto e lottato insieme a me per una Nuova Racalmuto.
Da tre anni che il blog Regalpetra libera lotta contro le ingiustizie che ogni giorno subivano i cittadini, è stata una finestra aperta a tutti per i piccoli ed i grandi problemi.
Il blog non è solo denuncia civica ma ha fatto vera promozione delle tradizioni e della cultura del nostro paese.
Tutto questo in modo assolutamente gratuito, spinti dalla passione e dalla voglia di riscattare una comunità che si merita molto di più.
Il blog continuerà ad esserci perché è prima di tutto un servizio di informazione e di confronto democratico aperto a tutti. Noi non andiamo in letargo e non pensiamo al bene del paese solo in campagna elettorale.
Saremo presenti anche durante il commissariamento prefettizio, con spirito costruttivo e collaborativo.
Dopo la notizia di scioglimento del comune di Racalmuto, con il mio telefonino ho inviato agli amici questo messaggio che condivido con tutti voi: "Il nostro impegno continua", nulla può fermare la forza delle nostre idee.
Grazie Racalmuto !
Con affetto Sergio Scimè
Data, 26/03/ 2012
Caro Sergio, nel leggere questi ringraziamenti, vedo
RispondiEliminache questo paese dovrà uscirne con molta determinazione,
affinchè di Racalmuto e dei Racalmutesi si parlerà
come il paese della buona gente, di tanta ricchezza
culturale, patrimoniale e se vogliamo anche artigianale
ed industriale, perchè a Racalmuto si può vivere e si deve vivere senza problemi.
E' giusto ringraziare anche Te perchè da buon cittadino
hai creduto che era possibile a Racalmuto sensibilizzare
i politici "bravi", anche a mettersi da parte e dare spazio alle nuove generazioni che amano questo bel paese,
che fa invidia a mezza Provincia e non solo!
Apprezzo l’articolo pubblicato su La Stampa del Dott. La Licata, che da racalmutese ringrazio, riguardante lo scioglimento del Comune di Racalmuto per infiltrazioni mafiose. Nel suo articolo si evince l’Onestà Intellettuale che Lo contraddistingue ma anche il Suo attaccamento affettuoso da letterato, quale è, verso il paese di Nanà.
RispondiEliminaMa una piccola osservazione mi si consenta da racalmutese che vive da sempre in paese, dove vi sta crescendo una famiglia e che ha un rapporto appassionato con il proprio paese ( Mi sembra di risiedere qui prima ancora di esserci nato- L. Sciascia).
Il Dott. La Licata parafrasando Sciascia dice testualmente: Oggi l’assenza della Ragione sta nell’apatia. Come a dire che i Racalmutesi sono indifferenti, inerti, indolenti, abulici, quasi inutili, tranne qualche voce isolata. Io ritengo che i racalmutesi non siano affatto apatici ( A-Pathos ovvero privi di passione), anzi, negli ultimi anni hanno dato segni di grande attivismo e passione civica e culturale, e questo Blog né è una testimonianza, senza aver il conforto ed il sostegno di nessuna istituzione, sia essa politica che culturale. Anzi. E mi pare che il Dott. La Licata qualche breve cenno lo faccia a proposito di Fondazione Sciascia e teatro, che hanno ritegno nella gestione dei finanziamenti pubblici loro assegnati.
Credo che l’assenza della Ragione stia ancora nella mancanza di Libertà e di Giustizia, altrimenti non si spiegherebbero certi silenzi di voci, vibrabrati in tempi di mattanze mafiose e mute in tempi del TRIONFO DELL’ANTIMAFIA e della Legalità.
Malgrado tutto, resto ad aspettare, a sperare, ad auspicare che un grido di Giustizia e Libertà si levi per portare la vita di questo paese nello stato di diritto e nella Legalità vera e non di facciata.
Senza Legalità non c’è sviluppo e lo sviluppo senza Legalità è uno sviluppo Finto.
Condivido le riflessioni dell'amico Massimo ed aggiungo.
RispondiEliminaI paradossi relative alle vicende mafiose di questo paese e dell'ultimo ventennio avrebbero interessato sicuramente Sciascia. Sia perchè era il suo paese e anche perchè Nanà si è sempre occupato di mafia, forse il primo intellettale (Vero) che se ne interessato.
Ma al Dott. La Licata non sembra pure un paradosso il fatto che voci isolate parlano di mafia in tempo di mattanza mafiosa ed invece stanno in silenzio in tempo di Antimafia?
Non le pare che anche questi atteggiamenti sono da annoverare tra quella sicilianità irredimibile di cui parlava Sciascia?
Ovvero quell'opportunismo irreedmibile di quei sicilini che abbandonano il corteo dietro il Carro da Morto e se stanno di lato silenti ad aspettare che passa il Carro Vincente.
Caro Dott. La Licata creano meno danno gli apatici dagli intellettuali di ripiego e dei professionisti dell'antimafia e della legalità.
Un vero intellettuale "Di Tenace Concetto" deve essere intransigente e giammai opportunista.
Il popolo siciliano non crede alle idee e che possano cambiare la realtà -Sciascia. Munnu a statu e munnu è.
RispondiEliminaOggi in tempo di Antimafia e di Legalità qualche voce isolata, così la definisce il Dott. La Licata, ha fatto un salto a ritroso di tre secoli ergendo a regola comportamentale lo stemma del comune di Racalmuto.
"Universitas Racalmuti ob mutui ed silui cor meum enituit",
Stetti muto ed in silenzio ed il mio cuore si rinvigorì.
Ni sta ddunca la meglia parola e chiddra ca 'nu si dici.
Si sente continuamente parlare di mafia e di antimafia, come se con questo binomio, non sempre contrapposto, si potesse sinteticamente descrivere il paese, l'isola ed il mondo in cui viviamo; quando in realtà la lenta agonia della nostra sicilianità è caratterizzata da tante altre questioni, molte delle quali rinconducibili ad un mal costume globalizzato, che acquisisce particolari connotati nel paese Italia, ma che ci porta lontani dal poter ancora considerare la Sicilia come metafora. Pragmaticamente, allondanandomi dall'astrazione di questi concetti che potrebbero essere da qualcuno non capiti o non graditi, porto l'esempio pratico del nostro Comune: se collusione c'è stata, e questo mi sembra molto veritiero, gli eventuali politici o impiegati collusi, pensate abbiano stretto accordi solo con qualche tamarro "punciuto" che si fa chiamare mafioso? sicuramente no! avendo stipulato accordi con tantissimi imprenditori e professionisti che pur non appartenedo a nessuna cupola o cupoletta, hanno fatto del malaffare e dell'imbroglio la loro unica ragione di vita e la loro unica fonte di arricchimento. Quindi invito tutti i cari giornalisti mafiologi nostrani e non nostrati ad abbandonare la poesia romantica del "giorno della civetta", e cominciare a reinterpretare i fatti secondo una nuova luce, senza scopiazzare o citare Sciascia, ma facendo tesoro più che delle cose che ci ha raccontato (molte delle quali non più riconducibili al nostro contesto), del modo che utilizzò per scrutare la realtà che lo circondava. Quindi ben venga lo "Stetti muto ed in silenzio ed il mio cuore si rinvigori", non per essere omertosi, ma per evitare di raccontare cazzate quando non si ha nulla da dire.
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