Tutti sparano sulla croce rossa e allora io corro in suo aiuto". La Croce rossa bersagliata dagli impallinatori per Salvatore Petrotto, sindaco di Racalmuto, sarebbe Silvio Berlusconi. E per prestare soccorso ricorre a Sciascia: come presidente della Fondazione intitolata allo scrittore racalmutese, infatti, vuole assegnare al premier il premio "Leonardo Sciascia per una giustizia giusta". Per mettere a fuoco l'iniziativa ha scritto una lettera al transfuga Domenico Scilipoti, con cui ha condiviso la militanza nell'Italia dei valori, per affidargli la delicata missione di chiedere il gradimento al Cavaliere.
"Una lunga serie di eventi, coincidenze, avvenimenti politici e culturali - scrive Petrotto in un testo che non risparmia lettere maiuscole - mi hanno fatto seriamente meditare sulla lunghissima Battaglia per la Libertà condotta dal Nostro Presidente del Consiglio dei Ministri contro ogni forma di potere inquisitorio". Folgorante conversione, quella di Petrotto, che fino a poco tempo fa era coordinatore provinciale ad Agrigento del partito di Di Pietro ed è stato eletto con una lista civica appoggiata dal Pd.
Immediata la reazione dei familiari dello scrittore e dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione, infastiditi dalla strumentalizzazione del garantismo sciasciano. "È un'idea - dice la figlia di Sciascia Anna Maria - che la nostra famiglia non condivide". "Quando l'abbiamo saputo - aggiunge il marito Nino Catalano, componente del consiglio di amministrazione - abbiamo deliberato che questo tipo di attività non è nei programmi previsti dallo Statuto. La Fondazione fa cultura, non politica".
"Non è ancora arrivata alcuna proposta formale del premio - dice il vice presidente Aldo Scimè -. Posso dire fin d'ora che io sono contrario e con me altri consiglieri". Ancora più dura la reazione di Antonio Di Grado, responsabile letterario della Fondazione: "Ritengo il solo pensiero del premio delirante. Non capisco il perché il sindaco si arroghi il diritto di tirare in ballo il nome di Sciascia".
Molti in paese spiegano l'iniziativa con la voglia di Petrotto - nel cui curriculum ci sono ben 14 denunce - di riposizionarsi politicamente dopo l'addio all'Idv. "Non mi importa nulla di quel che pensano gli altri - replica il sindaco - Andrò avanti lo stesso da solo. Più che il giudizio della Fondazione, mi preme quello del presidente Berlusconi. Quanto prima andrò a Roma per definire il tutto". (la Repubblica, Tano Gullo)
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/02/16/news/la_proposta_del_sindaco_ex_idv_premio_sciascia_a_berlusconi-12526283/
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