giovedì 3 febbraio 2011

Lettera Aperta ai Racalmutesi. (NO) alla mensa scolastica (SI) alla parcella "peudo-legale" di € 34.800

Il Comitato prova fastidio a parlare di certi argomenti. Altri sarebbero i soggetti deputati a farlo, in primis il Consiglio comunale (organo di controllo). Tuttavia l’assordante silenzio che regna nel nostro paese ci porta, ancora una volta, a non poterci sottrarre dall’esprimere alcune valutazioni.
Il fatto in questione ci provoca, oltre al fastidio, un senso di vergogna derivante dalla consapevolezza di aver contribuito a suo tempo (in buona fede), al verificarsi di quanto è sotto gli occhi di tutti.
I Racalmutesi hanno già maturato un’opinione non lusinghiera sul modo di agire di chi li governa.
Altro ragionamento va fatto sugli atti amministrativi prodotti.
Uno su tutti, emblematico di un certo modus operandi, è quello relativo al rimborso delle spese legali richiesto dal Sindaco per la difesa fornitagli dall’Avv. Mattina.
La vicenda, da diversi mesi, tiene in fibrillazione l’intera compagine di governo, come se dipendesse da questo atto la loro stessa sorte e quella di un intero paese.
Non vogliamo entrare nel merito agli aspetti normativi. Non sappiamo se sussistono tutti i requisiti di legge propedeutici al riconoscimento del credito, così come non sappiamo se chi di competenza ha fatto le giuste verifiche sui requisiti necessari al riconoscimento.
La legge parla di rimborso delle spese effettivamente sostenute, il Sindaco ha sempre dichiarato di essere stato difeso gratuitamente (almeno fino ad oggi) cosa che si evince anche dalle stesse carte allegate.
Non si capisce, perciò, il motivo dell’asfissiante presenza dell’Avv. Mattina al Comune; e le pressioni da questo esercitate su Funzionari e Giunta per il buon esito della pratica. (come se dipendesse da ciò il pagamento della sua parcella che, ricordiamo, al momento della richiesta di rimborso, dovrebbe essere già pagata. Di certo sappiamo che davanti a decine di creditori (anche per analoghe vicende) che aspettano da anni i pagamenti del Comune, che quasi sempre si risolvono con decreti ingiuntivi (con grave danno per l’Ente ), il pagamento di questa parcella all’avv. Mattina risulta quanto mai inusuale ed inopportuna.
Ancor di più se si considera la cronologia disattesa e le evidenti difficoltà finanziarie dell’Ente.
Difficoltà che spesso non permettono l’espletamento di servizi essenziali come la mensa scolastica.
Ed è proprio la mensa che, in sede di stesura del bilancio, è stata sacrificata per recuperare i 34.800 euro necessari al pagamento della parcella di che trattasi.
Con buona pace del Consiglio comunale che l’ha votato chiudendo gli occhi e turandosi il naso.
Viene da chiedersi: E’ possibile che la Giunta del cosiddetto “paese della ragione” - Sindaco Petrotto, assessori Morgante e Todaro (PD) Scibetta e Mulè (PDL) Cardillo (MPA) Mattina e Barravecchia - possa avere come priorità, della propria azione, il pagamento di spese legali in luogo della mensa scolastica?
Ci sono, poi, delle considerazioni di ordine tecnico, amministrativo e morale da fare.
Ammesso che il rimborso spetti, la legge stabilisce che, se l’amministratore si avvale di un legale di sua esclusiva fiducia, qualora assolto con idonee motivazioni, ha diritto al rimborso del minimo.
L’ufficio di segreteria e la Giunta di conseguenza, viste le tabelle, avrebbe dovuto decidere nell’interesse primario dell’Ente non ritenendosi vincolati dalla parcella presentata non certo al minimo, anche se provvista del parere di congruità dell’ordine.
"La legge concede un minimo? E noi assessori per senso di riconoscenza per il bene fatto al paese e a qualcuno di noi, in questi anni, lo premiamo liquidando il massimo 34.800 euro".
Se un simile rimborso lo avesse chiesto un qualsiasi altro Amministratore del passato, Petrotto, alla luce di quanto detto in precedenza, avrebbe esercitato le stesse pressioni per espletare la pratica?
Avrebbe deliberato, come sembra, l’impegno di spesa il 4/1/2011 con la data del 29/12/2010?
E’ ovvio che ognuno si potrà fare un’idea sul perché il Sindaco ci tiene così tanto. E’ ovvio!!!
Dopotutto, come si suole dire “gioca col culo degli altri”; lui non firma perche parte interessata.
Eventuali risvolti giudiziari o verifiche della Corte dei Conti potrebbero attribuire la responsabilità del danno patrimoniale direttamente agli amministratori firmatari della delibera di liquidazione.
Perché l’assessore Avv. Mulè che ha sempre espresso parecchi dubbi su quest’atto ha poi deciso di firmare?
Riteniamo, infine, di dover concludere invitando il primo cittadino a ripensare la questione, facendosi liquidare quanto realmente spettante, o a rinunciarvi del tutto. Sarebbe un atto concreto, moralmente ed eticamente importante, per la sua figura Istituzionale e della volontà di cambiamento manifestata, rispetto a questi quattro anni di malgoverno.
I Racalmutesi, prima o poi, saranno chiamati a giudicare comportamenti, azioni e atti di ognuno di Voi.

Comitato Fra Diego La Matina

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