venerdì 7 gennaio 2011

PD di Racalmuto in allarme: SIAMO ALLA PARALISI

Con strepitanti giochi d'artificio è iniziato il nuovo anno. Non sarà un anno facile, come ha ammonito il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo consueto messaggio augurale. Anche noi, nel nostro piccolo, siamo chiamati alle nostre responsabilità nei confronti dei nostri concittadini! Ci sono questioni che si trascinano stancamente da troppo tempo; c’è la necessità di un colpo di reni se non si vuole che tutto ristagni nella palude e ci si accontenti di tirare a campare.

Un anno fa, con il varo di una nuova giunta, tuttora in carica, ci eravamo impegnati a portare avanti un programma amministrativo che assieme a rinnovate regole di comportamento avrebbero dovuto imprimere una energica spinta propulsiva all’azione amministrativa; dobbiamo invece constatare che ancora oggi permangono e in parte si sono aggravati i problemi allora sollevati!

Ci sono responsabilità amministrative che attengono non solo al sindaco e alla giunta ma anche al consiglio comunale e all’apparato burocratico, non sempre all’altezza della sfida che la realtà della nostra comunità richiede.

Il nostro paese si è impoverito, non solo di risorse materiali e di attività produttive ma anche di risorse umane ed intellettuali che dalla crisi economica ed occupazionale sono stati espulsi dal contesto sociale.

Di fronte a questa situazione bisognava e bisogna agire, fare qualcosa. Ed invece niente; siamo alla paralisi!

Non si ha notizia, per esempio, del Piano di Recupero del centro storico, da tempo approvato dal consiglio comunale e che dovrebbe consentire di effettuare legalmente gli interventi edilizi nel centro storico, con ricaduta positiva per l’economia del paese.

Lo stesso discorso può essere fatto per il P.R.G. , diventato, oramai, un’Araba Fenice: non sono bastati più di nove mese per dare gli incarichi di geologo e di agronomo in modo da rimetterne in moto l’iter amministrativo.

La revisione del PRG è una questione vitale per lo sviluppo del nostro paese; non solo per il riordino urbanistico e per regolamentare il consumo del territorio prevenendo il fenomeno dell’abusivismo, ma anche per programmare gli insediamenti produttivi, le infrastrutture, dare regole certe e trasparenti ai cittadini al fine di impedire speculazioni ed illeciti arricchimenti.

Attualmente, in mancanza di piano di recupero del centro storico ed in base all’orientamento espresso dall’Assessorato al Territorio sull’indice di edificabilità in zona “E” (il famoso 0,20 mq) l’attività edilizia risulta bloccata con grave sofferenza dei cittadini, delle maestranze ed dei professionisti.

Non si riesce ancora, dopo una dozzina di incontri tra gli interessati, i funzionari comunali e l’amministrazione, a venire a capo della questione dell’I.C.I. in Zona Industriale: basterebbe soltanto seguire il dettato della norma legislativa per sbloccare una questione che tiene in ambascia più di duecento famiglie. C’è un rimpallo tra amministrazione e funzionari con il risultato di penalizzare impotenti cittadini.

Che dire, poi, dei famosi fondi ANAS : semplicemente che rischiamo di perderli per la furbizia e l’improntitudine di chi avrebbe voluto non coinvolgere il consiglio comunale nella loro destinazione. La tecnica dilatoria nell’affrontare la questione nella sede naturale e cioè in consiglio comunale, ha richiesto la necessità di una proroga per la presentazione dei progetti esecutivi; tuttavia essa potrebbe non essere sufficiente in quanto, tali fondi, per essere spesi dovono essere iscritti nel bilancio di previsione 2011; per cui c’è il rischio reale di perderli se anche quest’anno il bilancio verrà approvato a Ottobre!

Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma ci fermiamo qua per carità di patria.

Il Partito Democratico, dopo avere dato un’ampia apertura di credito al sindaco e all’attuale maggioranza, schierandosi apertamente contro la mozione di sfiducia, in contrasto al sentire di gran parte dell’opinione pubblica, adesso è chiamato ad una precisa scelta: se entro tempi brevissimi ( uno, due mesi, al massimo) non si cogliessero i segni di una svolta amministrativa, sarebbe più dignitoso interrompere la nostra collaborazione invece di assistere penosamente ad un lento esaurirsi di questa esperienza amministrativa che potrebbe essere fatale anche per il partito.

Salvatore Sardo
Carmelo Brucculeri

Consiglieri Comunali del Pd


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