"Ho l'impressione che la mia nascita sia alquanto superiore alla mia residenza qui. Risiedevo già qui e poi vi sono nato" (Borges).
In ricordo del novantesimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia.
di Salvatore Picone
Lo scrittore è nato a Racalmuto, come risulta dai registri di nascita del Comune di Racalmuto, l'8 gennaio del 1921 da Pasquale e Genoveffa Martorelli, nella salita Monte, ora via Giovanni XXIII, accanto la scalinata della chiesa del Monte. Era il primogenito di tre figli: il fratello Giuseppe nascerà nel 1923, la sorella Anna nel 1926.
Sciascia amava parlare dei primi anni della sua infanzia trascorsi accanto al nonno paterno Leonardo, descritto come "un gran lombardo alla Vittorini dagli occhi azzurri...". Il padre era un impiegato della zolfara come il nonno il quale lavorava lì sin dall'età dei nove anni, iniziando da caruso per arrivare a ricoprire il ruolo di amministratore; il nonno materno aveva, invece, una piccola fabbrica artigianale di tegole e mattoni ai piedi del castello Chiaramontano del paese.
A sei anni il piccolo Leonardo inizia a frequentare la scuola con i figli dei contadini e degli zolfatari: lui, figlio di un impiegato, andava vestito in maniera diversa dai suoi compagni di classe, portando, ad esempio, le scarpe perfino d'estate. Amava la lingua italiana e svolgere temi, ma la storia era la sua vera passione e prediligeva la figura di Napoleone. Il futuro scrittore trascorre l'infanzia a casa delle zie, nella casa di via Regina Margherita (ora via Leonardo Sciascia). Frequenta, sempre nel quartiere del Monte, la scuola elementare. Quella stessa scuola dove, vent'anni dopo, lo vedrà insegnante - come ha recentemente ricordato Antonio Di Grado su "LA SICILIA" richiamando la memoria alle Cronache lucide e amare di Sciascia.
Per ricordare i 90 anni dalla nascita di Leonardo Sciascia nessuna iniziativa a Racalmuto, paese natale dello scrittore. Unica iniziativa ad Agrigento, alla presenza del critico letterario Ian Thomson e del biografo del maestro di Regalpetra Matteo Collura.
(Salvatore Picone)
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