martedì 5 ottobre 2010

Papa Benedetto XVI a Palermo. Maria Carmelina Leone (nata da genitori di Racalmuto) esempio di vita da seguire.


Maria Carmelina Leone 

Il papa in Sicilia: “Non perdete la speranza”

“La mafia porta solo alla morte”. Il monito di Benedetto XVI che rivolgendosi ai giovani li ha invitati a seguire gli esempi positivi della Sicilia. Da Padre Puglisi alla venerabile Maria Carmelina Leone, nata da genitori di Racalmuto

di Salvatore Picone


Dopo lo storico anatema di Giovanni Paolo II alla valle dei Templi di Agrigento che richiamò i mafiosi alla conversione, ieri Benedetto XVI ha parlato di mafia come strada di morte. Lo ha fatto nel corso di una giornata intensa a Palermo alla presenza di migliaia di siciliani provenienti da tutte le province.

Alla presenza dei giovani che ha incontrato nel tardo pomeriggio in piazza Politeama. E proprio a loro il papa ha detto di non cedere “alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri vescovi hanno detto”. “Siate alberi che affondano le loro radici nel fiume del bene – ha detto – e non abbiate paura di contrastare il male”.


La famiglia Leone con al centro la Serva di Dio
 
Così il pontefice si è rivolto ai giovani siciliani indicando loro alcuni esempi da seguire: da Chiara Badano, morta di tumore nel 1990 e recentemente beatificata, a Rosario Livatino, il magistrato canicattinese ucciso vent’anni fa dalla mafia, a 38 anni, ora al centro di una causa di beatificazione. Del “giudice ragazzino” Benedetto XVI ha parlato due volte. “E’ stato un seme di Dio” ha detto il papa. Parlando di Livatino e di altri giovani morti prematuramente nella fede, il papa ha osservato che “spesso la loro azione non fa notizia, perché il male fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia”.

Oltre a Livatino Benedetto XVI ha citato anche Maria Carmelina Leone, nata nel 1923 a Palermo da genitori di Racalmuto (Giuseppe, cattolico praticante, e da Santina Passa Fiume) morta a soli 17 anni in odor di santità e dichiarata “Venerabile” da Giovanni Paolo II.


 


 
Per la giovane Leone adesso Palermo, ma anche la comunità di Racalmuto, attende il giudizio definitivo sulla sua beatificazione. Della giovane Leone ancor oggi a Racalmuto rimane memoria soprattutto nei più anziani. La sua “santità” è ricordata anche con una filastrocca che ricorda la vita di questa giovane che spesso veniva in paese a visitare i nonni, in compagnia dei genitori che andarono via da Racalmuto per spostarsi a Palermo.

E sono stati tanti i siciliani che ieri il Papa ha nominato. Primo fra tutti Don Pino Puglisi. Nel corso di tutta la giornata più volte è stato ricordato il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia. E ai giovani il papa ha detto di reagire alla precarietà del mondo del lavoro. Lo ha detto in mattinata, davanti ad una platea composta anche da politici: dal governatore della Sicilia al ministro Alfano. La visita del Papa, dove hanno partecipato numerosi giovani racalmutesi, ha lasciato un segno ai giovani. Una speranza. Come quel gesto, a Capaci, sul luogo dove morì Giovanni Falcone. Una preghiera davanti al monumento che ricorda il sacrificio del giudice, della moglie e degli uomini della scorta.


Salvatore Picone

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