
Rosario Livatino è stato un magistrato italiano assassinato dalla mafia. Il giudice Rosario Livatino fu ucciso il 21 Settembre del 1990 sulla ss 640 mentre si recava,senza scorta, in tribunale. Livatino venne ucciso dagli “stiddrari” per lanciare un segnale di potenza militare verso “cosa nostra”. Secondo la sentenza Livatino venne ucciso “perché perseguiva le cosche mafiose impedendone l’attività criminale, laddove si sarebbe preteso un trattamento lassista,cioè una gestione giudiziaria se non compiacente, almeno, pur inconsapevolmente, debole, che è poi quella non rara che ha consentito la proliferazione, il rafforzamento e l’espansione della mafia."
Livatino conseguì la maturità presso il liceo classico Ugo Foscolo, nel 1971 s’iscrisse presso la facoltà di giurisprudenza di Palermo nella quale si laureò nel 1975. Tra il 1977 ed il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l’ufficio del registro di Agrigento, sempre nel ’78, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per uditore giudiziario,entrò in magistratura presso il tribunale di Caltanisetta, nel ’79 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento dove ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice.
Ancora oggi viene ricordato come grande uomo con tanta caparbietà e determinazione. In uno dei suoi appunti fu ritrovata la seguente frase: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.
Giusy Rinallo
Nessun commento:
Posta un commento