venerdì 16 aprile 2010

25 cose da fare subito per l’archeologia industriale delle zolfare siciliane


Le zolfare siciliane non stanno bene. Anzi, se non si interviene subito, quello che resta della civiltà dello zolfo verrà perduto per sempre”. Lo hanno sottolineato Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia, Angelo Lomaglio, presidente del Direttivo regionale di Legambiente Sicilia, e Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, durante la conferenza stampa, che si è svolta questa mattina ad Agrigento, per la presentazione del dossier “25 cose da fare subito per l’archeologia industriale delle zolfare siciliane”
: un documento sulle principali emergenze delle strutture di archeologia industriale delle zolfare in grave pericolo e che necessitano di un pronto intervento di conservazione. A questo scopo Legambiente Sicilia, all’interno della campagna Salvalarte Sicilia, ha presentato anche una proposta di legge per l’istituzione del Parcogeominerario delle zolfare siciliane: un modo per rendere fruibile il meraviglioso patrimoniostorico, culturale e architettonico che ancora conservano. Nel suo intervento, Angelo Lomaglio ha sottolineato che “il disegno di legge ha come obiettivo quello di tutelare, valorizzare e mettere in sicurezza i siti, con una prima perimetrazione delle aree, già individuate come musei delle miniere, dalla legge 17 del 91”.
Le zolfare siciliane sono uno straordinario patrimonio storico e ambientale che deve essere tutelato e valorizzato, anche a fini turistici. Bisogna mettere in rete tutte le attività e le iniziative di recupero che negli anni sono state realizzate nei diversi siti, come il recente “Museo di Trabia-Tallarita”. Ecco perché Legambiente Sicilia ha voluto puntare i riflettori su questo raro patrimonio architettonico da troppo tempo diventato terra di nessuno, luogo di incuria e abbandono dove si possono trovare discariche abusive e illegali.

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