sabato 30 gennaio 2010

Questione delle Questioni " dobbiamo vivere a Racalmuto?"Immaginiamo di si!!! ... Carmelo Mulè


di Carmelo Mulè

Può sembrare patetico,alle volte fuor dagli interessi comuni; altre volte un interesse di parte, ma questa specie di lotta portata avanti sulle pagine di facebook è il tentativo di ritornare a vivere un paese al meglio possibile. Sono state aperte alcune questioni le quali, se ben analizzate, mirano ad affrontare tematiche di diversa natura, ma che si riconducono, infine, alla qualità della vita di questo paese dal quale si fugge e nel quale si è smarrito persino il gusto di fare una chiacchierata. Stiamo parlando della serenità del vivere civile. Oggi sul tavolo c'è un argomento molto serio che non è stato affrontato con la dovuta, necessaria competenza, dall'attuale consiglio comunale, dal sindaco, dalla giunta municipale e dai responsabili degli uffici competenti. Organi che stanno al loro posto per gestire al meglio la cosa pubblica e che sono, talvolta, remunerati ingiustamente quando non affrontano le questioni con la dovuta diligenza e professionalità.
Parliamo del Piano Regolatore Generale: dovrebbe essere lo strumento del quale gli enti territoriali si dotano per REGOLARE la crescita e l'ordine urbanistico di un territorio nella sua interezza; per questo GENERALE. L'armonia urbanistica rende gradevole il paesaggio e un paesaggio gradevole influisce positivamente sulla coscienza. Un paesaggio disordinato e sgradevole porta lo sguardo altrove e senza dubbio innesca una voglia di fuga. E' come andare in una mostra di pittura, di solito si è attratti dalla sobrietà e dalla bellezza del dipinto; un bel quadro ispira inconsapevoli sensazioni di benessere.
La cattiva qualità urbanistica è sotto gli occhi di tutti; disarmonica, spigolata, trascurata nei particolari più significativi. Tutto ciò che è nuovo è contenuto dentro forme geometriche rigide. Quadrati, rettangoli,cubi, parallelepipidi. E' come rincasare, la sera, dentro una scatola di scarpe. Le forme rotondeggianti della cultura romana, araba, normanna e quantaltro ancora esistente, restano spesso sofocate da ciò che va nascendo ai loro fianchi.Questo è uno degli aspetti che dovrebbe curare un piano regolatore; la conservazione della caratteristica del paesaggio interno ed esterno alla cinta urbana.Questo presuppone che i professionisti prendano coscienza e che vadano in unica direzione, senza tener conto di ciò che il privato richiede nel momento in cui cozza con la sobrietà della qualità urbanistica del luogoe senza mai far prevaricare l'interesse di parcella al buon gusto.
Regolare quindi in più sensi, all'interno e all'esterno, compresa l'odierna questione delle tasse sulle aree fabbricabili; ammettendo solo per un attimo che sono da considerarsi aree fabbricabili solamente quelle ricadenti in una vasta, sproporzionata impropriamente detta zona industriale. Impropriamente poichè non definita al suo interno, sproporzionata poichè in proporzione al territorio è molto larga e quasi del tutto inutilizzata ai fini dell'edificazione del settore. E non è vero che i proprietari di dette aree non sono ben disposti riguardo alle richieste che il comune ha fatto per il pagamento dell'ICI, ma sarebbe stato opportuno che l'Ente avesse tenuto conto di quello che è l'aumento di valore effettivo e singolarmente, particella per particella verificata l'effettiva capacità edificatoria ai fini industriali. Io personalmente resto convinto che questo modo di procedere, da parte della pubblica amministrazione, crea una serie di disaffezioni da parte del cittadino nei confronti del comune nel quale, invece dovrebbe vedere l'istuzione con principio fondante la ricerca del benessere generale e non il persecutore che ti mette le mani nella tasca senza un minimo di pudicizia.E' una questione di DIRITTO; dell'Ente a richiedere le imposte in modo oculato e del cittadino a pretendere che questa oculatezza si verifichi. E' chiaro e legittimo il risentimento di chi si vede sfilare di tasca il soldi senza un minimo di presupposto di sviluppo della proprietà, poichè lo stesso è stato portato dove, in quest'ultimo ventennio, non doveva stare e cioè nelle zone agricole, sulle quali nessuna imposta è gravata. E perchè le zone agricole vedono crescere come funghi edificazioni di ogni genere e le zone vincolate devono pagare le tasse? A chi giova? Questo interrogativo io pongo e mi pongo. A questo ed altro bisogna dare risposte senza fuorviare il ragionamento, se siamo in grado di ragionare.
Le imposte paghiamole, ma per sviluppare una sapiente, pacifica convivenza tra cittadino e municipio; per il miglioramento delle condizioni di vita della collettività, non per rinpinguare le casse svuotate a piacimento di qualcuno o di una molteplicità di persone che ,tanto per dirne una, mangiano il panettone a Natale con gli euro del contribuente.
La spesa comune serve a migliorare situazioni di vita ed è bene cominciare a fare i conti in modo serio e puntuale affinchè si possa dire di aver intrapreso un nuovo cammino ed è su questo che sarà impostata, da oggi in avanti, la prima questione delle questioni.


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