Racalmuto è diverso. Sole e neve. Lo splendore dei raggi del sole e la purezza del bianco candido. Siamo così, come la nostra terra. Una terra romantica. Questa è Racalmuto, un paese della Sicilia, una meraviglia della natura, un paesaggio unico ed insostituibile.
(Domenica, 12.02.2012)
GRAZIE SERGIO UN BELLISSIMO PAESAGGIO PER NOI E' UNA COSA MERAVIGLIOSA VEDERE DA LONTANO TUTTO QUESTO. LINA DAL CANADA
RispondiEliminaE' proprio questo lo skyline su cui si vogliono istallare le mega torri eoliche.
RispondiEliminaMa io mi chiedo quale Racalmutese che ama la propria terra potrebbe essere d'accordo a sacrificare questo impareggiabile paesaggio che identifica ognuno di noi da sempre e speriamo per sempre?
I consiglieri che hanno avuto l'ardire di non dimettersi dopo il fallimento politico di Petrotto (che è anche il loro) ci dicano se riproponendosi intendono portare avanti la devastazione di questo paesaggio.
Non volete assumervi la responsabilità di quello che è successo al Comune?
Almeno ditecci qual'è la vostra posizione in questa vicenda!
Racalmutese fiero 2
non condivido il commento di Racalmutese fiero 2, non possiamo tenere il monte salubro è perdere un opportunità di sviluppo industriale per il paese dobbiamo per forza morire di fame. Allora niente autostrada, niente aeroporto, niente panneli fotovoltaici, niente pali di telefonia. Il partito dei NO un'ideologia di sinistra, una perdita di tempo
RispondiEliminaSILENZIO. PUNTO.
RispondiEliminaInfrango un giuramento appena fatto : non parlare di poltica(paesana). Giove davvero rende folli quelli che vuol perdere. Ma lo sanno chi è RACALMUTESE FIERO? E' uno che a Racalmuto forse manco ci è nato; forse a Caltanissetta, ma figlio di genitori racalmutesissimi. Arrivati alla sessantina cchiu malanni ogni matina ecco irrefrenabili insorgenze ataviche; ecco una incoercibile ricerca delle radici. Altro che mmunnasteriu di santa chiara? Mettiamo, diciamo un direttore scientifico di una multinazionale di prodotti per bambini: Se non gli rompiamo la minchia (scusami ma così vogliono per capirmi quelli che accentano l'"e" congiunzione o ridicolizzano il tuo splendido blog scaricando un mare di "g" per scrivere il leggero "legittimo") quanto bene può fare a Racalmuto. Quanto bene è disposto a fare (diversamente da chi Racalmuto ha voluto omaggiare dedicandogli la strada mia che mi porta a Bovo). Sergio, te lo dico e te lo ripeto non pubblicare gli anonimi, anche se tu li conosci. Non sanno scrivere; senza volere, offendono; chi legge fuori di Racalmuto (e può aiutare Racalmuto) si impressiona e chi viene deriso (sia pure involontariamente) perde capacità persuasive a beneficio di Racalmuto. Se il popolino di Racalmuto non capisce neppure quello che (talora) molto chiaramente scrivo io, beh! è un popolino da lasciare al suo triste destino. Ma il popolo di Racalmuto (quello che io amo visceralmente perché sono vetero comunista) è un popolo intelligentissimo, sanissimo, dignitosissimo, migliore senza dubbio dei tanti incazzati (per la platea) anonimi (ghiotti di presidenze) mastri don gesualdo qui mastro don gesualdo lì, poetastri da strapazzo. Attezione, io li conosco: sono deliziose persone, ma credono - non sapendo scrivere - che un blog (magnifico come quello di Sergio)sia una sorta di Baruna dei miei tempi ove si correva cominciando a slacciarsi lu cinto già appena giunti a lu culleggiu.
RispondiEliminaCalogero Taverna
Scusate se irrompo, ancora una volta, nel godimento di panorami romantici del nostro territorio.
RispondiEliminaSe è vero che qualche racalmutese cerca di fare qualche attentato paesaggistico al monte Castelluccio con avveneristici progetti energetici, è vero pure che qualche altro racalmutese ha fatto molto per salvaguardare questo maniero dall’abbandono e dalla speculazione. Uno è l’Ing. Angelo Cutaia e l’altro è il Dott. Vincenzo Milioto. Quest’ultimo da Vicesindaco, Del Partito Socialista Italiano, nei primi anni novanta era riuscito a farsi finanziare dall’allora Assessore Regionale ai Beni Culturali On. Turi Lombardo, compagno di partito, un progetto per la realizzazione del Parco Monte Castelluccio.
Ad ostacolare in consiglio comunale l’iniziativa fù l’allora PCI, che si adoperò, anche, a suggerire ad un loro elettore e possessore del castelluccio e dei terreni circostanti l’atto di usucapione.
Quando questo Signore legittimamente usucapì il bene, divennne proprietario a pieno titolo.
Il progetto Parco Castelluccio si arenò definitivamente, facendo perdere al paese un rilevante possibilità di sviluppo paesaggistico ed economico.
All’Ing. Angelo Cutaia va il mio plauso nonchè un mio caloroso ringraziamento per aver acquistato il castelluccio salvandolo dall’abbandono. Ritengo che a Racalmuto non ci siano altre persone disposte a spendere due o trecento mila euro per salvaguardare un rudere .
Solo una persona con forte attacamento al territorio, con forte passione per la cultura storica e spiccato senso del bene comune, possa provvedere di propria tasca a salvare qualcosa che fà parte della storia di tutti.
Ritengo che un ringraziamento va anche all’On. Milioto Dr. Vincenzo per aver dato il via ad una proposta politica chiamata Parco Castelluccio su cui, a parere mio si debba ritornare a lavorare.
Un Pezzo di Storia fatta di argilla sole e sudore
RispondiEliminaPrima di un affettuoso ricordo dei Fratelli Angelo e Pietro Martorelli, un sentito cordoglio va alla famiglia per la perdita, in un così breve periodo, dei loro cari.
La criata di l’Abbatia ‘nu sapi unni è la chiazza. Così è per me che sono cresciuto a la Baruna e non posso non conoscere lu “Stazzuni” ed i Fratelli Marturelli Angelo e Pietro: Lu zi ‘Ngilinu e lu Bersaglieri. Affacciarsi dall’inferriata di la Baruna e verdere i Fratelli Martorelli lavorare era uno spettacolo unico. All’ombra di un rudimentale gazebbo e sopra un rudimentale banco lavoro in pietra, la crita, impasto di argilla e sale, con le mani di “li canalara” sembrava prendere vita.
Lu Stazzuni era il cantiere dove si producevano li canala (coppi siciliani), uno spiazzo ricoperto di sabbia per mettere ad asciugare al sole li canala, un forno di cottura costruito da loro stessi con mattoni di argilla e secondo una tecnica ben precisa ed il banco di lavoro. La lavorazione iniziava in primavera e continuava per tutta l’estate, perchè la materia prima di questo lavoro era il sole, l’argilla e tanto sudore. Ultimato l’impastato della creta si copriva con i sacchi di lona, dopodicchè cominciavano a prendere forma li canala.Uno degli artigiani prendeva un pezzo di creta e la stendeva su un telaio, poi veniva poggiata sopra una forma semi conica e portata nello spiazzo al sole per assiugare; quando li canali erano asciutti vennivano sistemati con molta attenzione dentro il forno per la cottura. A dirlo così è facile. Il movimento delle mani di questi artigiani erano carichi di storia ed esperienza, nello stendere la creta, nel poggiarla sopra la furma ed accarezzandola con le dita gli creavano i bordi esterni (la fungia) che serviva al canale ancora molle a stare alzato quando con maestria veniva poggiato a terra accompagnato da un serie di massaggi.
Infatti il prodotto finito, oltre ad avere il fascino di un qualche cosa che nasce dal nulla, portava i segni delle dita di lu Zi ‘Ngilinu e di lu Bersaglieri.
Quando li canala erano infornati, la fine del lavoro era segnata da una enorme fumata nera che usciva dal forno visibile da tutto il paese . Ed ecco che iniziava la festa. Salsiccia pronta, sardi cu lu canali e vino a volontà insieme agli amici.
Un giorno lu stazzuni fu visitato da un arch. di Firenze che gli ordinò 100.000 canali, dieci anni di lavoro, lu Zi ‘Ngilinu, con la sua voce un pò roca ed il bersagliere con la sua voce squillante gli risposero: sintissi cà, s’assittasi ca mangia e bivi ci ‘nantri, ma di canala ‘un n’amma parlari. Per i fratelli Martorelli lu Stazzuni e li Canala era passione e festa.
La tradizione dei Copi Siciliani di Racalmuto affonda le sue radice dall’epoca dei greci dei romani deglii arabi sino ad oggi, basti pensare che la famiglia Martorelli esercita questa professione dal ‘600.
Penso che se qualcuno non porterà avanti qualche iniziativa questa maestranza scomparirà definitivamente, perchè non pensare a dei corsi di formazione professionale per giovani ed extracomunitari considerato che il coppo siciliano, li maduna di crita hanno una forte richiesta di mercato.
Se oggi potessi fare loro una domanda,sono sicuro quale risposta mi sarebbe stata data da questi Signori che sono state persone sagge, pazienti, equilibrate, simpatiche ed amici con tutti:
Zi ‘Ngilì, Zi Piè secunnu Vossia n’annu curpa li politicanti si stu mistieri scumpari?
Chi ti puozzu diri, lu figliu
Per coloro ai quali ancora non fosse ancora chiaro:
RispondiEliminanon ho velleità di scranni sindacali, tanto meno di poltrone di giunta o consiliari.
Sono contento se ho contribuito a far nascere tanti racalmutesi fieri.
Mi auguro, senza presunzione di esclusività o gelosie di usurpazione, che il popolo dei racalmutesi fieri possa crescere a dismisura.
Bisogna amare ciò in cui si crede e credere in quello che si ama.
Racalmutese fiero
Gent.mo signor Massimo Agrò (non conosco il suo titolo, altrimenti esordirei in modo ancor più rispettoso) - mi accorgo di essere stato eccessivamente confidenziale nei suoi confronti e, come si dice, chiedo venia. Lei scrive da dio e quindi trova in me delle compiacenti assonanze. Mi pare però che talora fa assurgere le sue conoscenze dei fatti racalmutesi a totale e indubitabile verità. E, mi scusi, incappa in topiche. Castelluccio: io la faccenda la so in termini diversi. Ho avuto persino modo di consultare quei magnifici volumi rilegati del catasto capitario che stanno negletti nell'androne di casa Messana. Così, ciò che non hanno fatto gli uomini, lo faranno i topi. Nessuno contesta. Mi pare che da lì ad una "legittima" usucapione ce ne corre. Forse cose non più da codice penale ma da solenne dichiarazione di totale nullità degli atti, non è che proprio sia da escludere. Penso che tra le tante gatte a pelare il prossimo sindaco Sergio Scimé avrà questo grintosissimo orsetto feroce cui lisciare il pelo. Mi pare che lei un occhio di riguardo ce l'abbia per il mio amico onorevole. Le dico: roba da prima repubblica, lasciamo andare. Credo che l'ing. Cutaia - oggi tra l'incudine di un nuovo soprintendente ed il martello di ingegneri comunali - davvero ha da mandarci tutti al diavolo. Ha ittatu l'acqua fora (a suo spese), altrimenti il nostro romantico castello andava a farsi .... Ha puntellato (a sue spese) il muro enorme di tramontana che già franava paurosamente. Ha recuperato col cemento (a suo spese... ma qui forse ha sbagliato - così almeno è il parere della nuova ostile Soprindenza)le cadenti strutture interne. etc. etc. Quali i miei desiderata? rifondere con fondi comunitari da far transitare tramite sane cooperative di giovani archeologi racalmutesi, fino all'ultima lira spesa, l'ing. Cutaia ed officiarlo della direzione dei lavori, perché davvero è un grande tecnico ed anche competente nel settore. Invocare l'assistenza dell'università toscana, oggi ai vertici dell'archeologia medievale. Appurare con scavi scientifici chi ha ragione: se ce l'ha il prof. Santoro che parla di vetusto nucleo bizantino di un "frourion" o l'ing. Cutaia sia quando convintamente ed in base a certi etimi sostiene essere quel fortilio centro di irradiazione della civiltà araba racalmutese di quel tempo (tesi affascinantissima), sia quando sostiene esservi stati rifacimenti al tempo dello "Stupor Mundi"; sia successivamente sotto i normanni et similia sino all'ammpliamento definitivo della vorace genia dei Chiaramonte del Trecento; oppure il petulante dottor Calogero Taverna che sulla base delle sue carte vaticane e dell'archivio storico palermitano protervamente è convinto che dobbiamo fermarci alla quarta decade del Trecento quando i Chiaramonte in quel trambusto tutto medievale (che coinvolse anche la storia di Racalmuto), un rampante membro della famiglia di predoni liguri (i Chiaramonte, appunto)si difesero coi denti rintanandosi in quell'inaccessibile (per allora) fortezza, come in definitiva racconta l'Amari. (Per maggiori dettagli. cfr. i miei obliati testi).
RispondiEliminaComunque sia, se ciò potrà aver luogo, quale indotto vi sarebbe per l'economia locale? quale fulgore verrebbe a Racalmuto sul piano della nuova svolta tendende a valorizzare l'archeologia medievale?
Senza la conoscenza del passato (corretta, però) non si comprende il presente, difficilmente si costruisce il futuro.
Calogero Taverna
Caro Massimo vuoi sapere come stanno effettivamente le cose?
RispondiEliminaChiedile all'ing. Cutaia che della vicenda del castello e una specie di memoria storica.
Non so se l'ex on. Milioto abbia incaricato l'archi. Baldo di fare il progetto di cui tu parli, in ogni caso a nessuno si può dare meriti per cose mai fatte.
-Le strade del mondo sono lastricate di buone intenzioni-
Di sicuro sappiamo che l'Onorevole fu uno dei più strenui oppositori di Giovanni Avenia (suo compagno di partito) quando era vice pres. della provincia.
Riusci ad impedire assieme ad altri sodali la costruzione della circonvallazione, dell'istituto musicale (poi realizzato a Ribera, del palaghiaccio e qualche altra cosa che non ricordo.
Tentò strenuamente di impedire la costruzione del palazzetto dello sport, e del cavalcavia sullo scorrimento veloce della stada che porta a Castrofilippo. (Fortunatamente non vi riuscì)
Come vedi caro Massimo c'è poco da ringraziare.
Sono d'accordo con te quando dici che bisogna tornare a lavorare sul progetto parco M. Castelluccio.
Il candidato Sindaco Scimè dovrebbe metterlo tra i punti programmatici, magari incaricando proprio l'ing. Cutaia di seguirne l'iter.
Mi sembra che Sergio dimostri ogni giorno che passa di avere la sensibilità necessaria per assecondare le vere necessità di questo nostro territorio.
Sergio vai avanti, non avere paura dei candidati dell'ultima ora; sono espressione solo di gruppi di disperati politici che temono di perdere qualche misero privileggio!
Voglio proprio veder quale professionista (persona per bene) potrà mai mettersi nelle mani di questi avventurieri.
Il monte Castelluccio è patrimonio ambientale e culturale da tutelare e valorizzare. La prossima ammininistrazione ha il dovere di ripensare con privati e partner pubblici un progetto che rilanci questa ricchezza paesaggistica ricca di storia e di cultura. Racalmuto è e dev'essere ancor di piu' centro d'attrazione turistica.
RispondiEliminaMi conforta constatare che Racalmuto è fatta da Racalmutese 2, Massimo Agrò,Calogero Taverna, Racalmutese 3 e tanti altri armati dalla voglia di proporre soluzioni e non solo di evidenziare problemi.
RispondiEliminaSiamo forse sulla strada giusta?
Racalmutese fiero
Mi trovo a ripassare da questo blog, dopo alcuni mesi di forzato allontanamento, a causa di contingenze professionali che mi avevano fatto dimenticare di essere racalmutese, “racalmutese normale” (non fiero, né incazzato, né di tenace concetto), e noto che qualcosa negli animi dei frequentatori di questa piazza virtuale è cambiata.
RispondiEliminaDa un lato osservo un Sergio Scimè sempre alla presa con i suoi scontati slogan preelettorali, che non riesce ad assumere nessuna posizione che non sia politicamente corretta e banale, dall’altro tutta una serie di intelligenze locali originali, qualcuna forse un po’ amorevolmente delirante (tipo quella del Dr. Taverna), qualcun’altra molto concreta ed elegante (tipo quella di Massimo Agrò che non ho il piacere di conoscere, ma che spero di conoscere di persona fuori da questo “curtiglio virtuale”).
Quello che salta all’occhio di un osservatore distaccato è solo tanta rabbia, tanto campanilismo sterile, e tanta presunzione di essere ognuno detentore di chissà quale verità occulta agli altri. Il degrado civile e morale che sta vivendo in questo momento Racalmuto purtroppo non è esclusivo, e credo che la soluzione al problema di come si possa ben amministrare Racalmuto non può venire da nessuno di noi. Non vorrei sembrare un qualunquista o peggio ancora nichilista, ma ho l’impressione che le pseudo proposte che nascono da vari commenti di questo blog non siano finalizzate alla costruzione di una Racalmuto migliore, ma sono il frutto di uno spasmodico e compulsivo bisogno di esibirsi. Quindi ben vengano gli anonimi purché dispensatori di idee realizzabili e di critiche costruttive e sempre senza farci grandi illusioni sulle sorti del paese: da un paese in cui la piazza reale si spopola e si popolano le piazze virtuali cosa ci aspettiamo?
Si vede che questo signor candido vannavò è aereo lettore (fermo solo alle facciate esterne e non si addentra nel dedalo dei commenti) ed ha poi un esubero di autostima. Pazienza. Se sa il latino, sappia che nemo iudex in causa propria. Quanto al mio suonar la mia corda pazza, pirandellianamente rispondo: "io dico il pazzo sono io e tu rispondi che il pazzo sei tu. Vedi costoro, ignari della pazzia che sta in loro, vanno alla ricerca della pazzia che sta negli altri". Naturalmente le parole del teatrante LAUDISI me le sono rigirate ad uso e consumo personale.
RispondiEliminaPeccato che (molto coraggiosamente vunnavò si nasconda nell'anonimo, altrimenti i miei fioretti sarebbero stati più personalizzati).
Calogero Taverna
Quanto alla demenza, aggiungo che il sedicente "normale" vunnavò è libero di non leggere i miei commenti ed è scusato se non legge il profluvio di carte e foto mandato a Sergio e Sergio, padrone del blog, ha reputato politicamente conveniente non pubblicarlo (almeno per ora). Per inciso, consiglio Massimo Agrò ad essere un pò circospetto, perchè ho la vaga impressione che certo scambio di corrispondenza sotto sequestro da parte della Triade di Diomede stia finendo nelle grinfie di ciò che Sergio, da grande giornalista informato, chiama "organi di P.G."
RispondiEliminaMa visto che per il momento "Genitore incazzato" dorme, costringo il mio psichiatra a seguirmi nella lettura di questa ostica pagina di Georg Groddeck IL LINGUAGGIO DELL'ES (sa? io mi curo):
"egli crede come tutti i tetri moralisti, che esista una nobiltà dei possessori del Sé, lo deve credere perché è uomo, perché, come dice Mefistofele: se l'uomo, questo illuso/microcosmo di follia,/abitualmente si ritiene un tutto ....
Ma l'uomo non è un tutto, non è neppure una metà, è ambivalente. Anche questo risuona crudamente nelle parole del diavolo, nel Faust: L'universo è fatto/soltanto per un Dio./Dio se ne sta dentro una luce eterna./Nella tenebra ha immerso i pari miei./ E in quanto a voi/sol vi conviene il susseguirsi alterno/dei giorni e delle notti.
Essere una cipolla, nessun uomo lo desidera. Eppure lo siamo, Tutto è scorza, ma ogni scorza ha un aroma."
Poco caro vannavò: senza cultura si è solo imbecilli (anche se forse non si è ipotattici).
Calogero Taverna
Caro Signor Taverna la cultura è qualcosa che va oltre la sua folle attività citazionistica (dove per "citazionismo" non intendo assolutamente riferirmi alla "Appropriation Art"). Metta in ordine i suoi pensieri e poi potremmo cominciare a dialogare, magari in forma non anonima.
Elimina