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Dopo anni si ritorna a parlare dell'archivio storico di Racalmuto. Giuseppe Guagliano, presidente della Pro loco, propone di istituire l'archivio storico nella sede della Fondazione Sciascia. "la Repubblica" pubblica la lettera di denuncia e di proposta di Guagliano, domenica 22 gennaio 2012.
Purtroppo, quando nel silenzio generale qualcuno, per sensibilità personale e/o per dovere civico o istituzionale, ha sollevato il problema o ha cercato in qualche modo di porvi rimedio, o è stato ignorato o è stato osteggiato. Si spera che sortisca buoni effetti l'opportuno intervento di Giuseppe Guagliano.
RispondiEliminaDare una degna sede e riorganizzare, al fine della sua conservazione e fruizione, l'Archivio Storico Comunale di Racalmuto era il sogno del Prof. Giuseppe Nalbone. Ed aveva fatto i primi passi nell'organizzazione del trasferimento e catalogazione nella sede della casa donata al Comune dalla prof. Elettra Messana. Purtroppo è stato osteggiato da varie amministrazioni comunali che a parole dicevano di apprezzarne l'opera.
RispondiEliminaMa c'è di più: l'amministrazione ha osteggiato se stessa quando un suo rappresentante, in accordo e in sintonia con la ministeriale Sovrintendenza ai beni archivistici di Palermo, si è mosso per rendere operativo l'archivio con fondi e personale comunale destinati ad hoc. La Sovrintendenza metteva a disposizione e a costo zero un consulente. Nel segno della continuità, a seguito di preventivi contatti, si sarebbe valorizzata l'esperienza maturata da volontari archivisti con competenze specifiche(!), alcuni dei quali avevano già lavorato con il prof. Nalbone.
RispondiEliminaEppure…
La sollecitata lettera, con cui la competente Sovrintendenza autorizzava il trasferimento delle carte dagli inidonei locali in affitto di San Pasquale ai locali del Castello ritenuti idonei da un suo emissario (locali peraltro appositamente e faticosamente liberati!), risale al settembre del 2007, a pochi mesi dall'insediamento della nuova giunta, eppure... si è continuato a pagare l'affitto per altri quattro anni. La nuova destinazione non avrebbe soppiantato la donazione della Messana ma l'avrebbe integrata.
Fatto sta che, inutilmente, con l’ausilio di martello e flex (sic!) ad opera dei manutentori, erano state riaperte le ante arrugginite e incastrate della porta in ferro dei locali che custodivano le storiche carte in quel di San Pasquale. Per quattro lunghi anni, nel disinteresse sopraggiunto dentro e fuori il Palazzo, ha risuonato la parodia di un romanzo di Cronin “E le carte stanno a guardare”, anzi, ad ammuffire.