“Mi sono dimesso da sindaco di Salemi. Grazie agli ispettori del ministero che hanno mostrato cose di cui non mi ero accorto”. Lo dice all’ANSA, il critico d’arte Vittorio Sgarbi
Il Comune di Salemi, di cui è sindaco Vittorio Sgarbi, va sciolto per “infiltrazioni mafiose”. La proposta è contenuta nella relazione degli ispettori nominati dall’ex ministro Roberto Maroni dopo l’operazione su appalti e nomine nella sanità culminata con il sequestro di beni per 35 milioni riconducibile all’ex deputato regionale democristiano Giuseppe Giammarinaro.
Per anni sottoposto alla sorveglianza speciale dopo un’indagine per mafia, dalla quale era uscito indenne, Giammarinaro avrebbe continuato a svolgere un ruolo politico di primo piano. Ha appoggiato la candidatura di Sgarbi a sindaco di Salemi e, secondo le indagini di polizia e guardia di finanza, avrebbe tentato di condizionare la vita amministrativa del Comune arrivando a partecipare, senza alcun titolo, alle riunioni della giunta guidata dal critico d’arteCosì si legge nell’ordinanza di sequestro dei beni del maggio 2011. Sui rischi di infiltrazioni i magistrati hanno raccolto anche la testimonianza del fotografo Oliviero Toscani, che era stato nominato assessore da Sgarbi ma si era dimesso denunciando interferenze nella vita e nelle scelte dell’amministrazione comunale.
Nel giugno dell’anno scorso il Viminale aveva nominato una commissione per l’accesso agli atti della giunta e del consiglio comunale coordinata dal vice prefetto di Trapani, Giuseppe Ranieri. Sgarbi aveva fatto sapere di essere stato proprio lui a chiederne la nomina “nell’assoluta certezza che nessun atto sia stato compiuto per richiesta o compiacimento esterni, al di fuori delle mie decisioni e di quelle del vice sindaco Antonella Favuzza”.
La commissione ora ha concluso l’ispezione con una relazione nella quale viene confermato che la giunta, il consiglio comunale e i vertici della burocrazia avrebbero subito condizionamenti mafiosi.
Racalmuto come Salemi??? Siiiiiii!
RispondiEliminaOrmai sembra che l'ultima preoccupazione di molti racalmutesi sia legata al fatto di evitare che l'immagine di Racalmuto venga sporcata dal bollino "Mafia" e non dal fatto che Racalmuto è veramente un paese ad altissima densità mafiosa (lo è sempre stato: sin dalla fine dell'800 vi sono documenti che ne attestano l'alta densità mafiosa). Quindi che ben venga lo scioglimento per infiltrazioni mafiose se ce lo meritiamo e se ci sono realmente gli elementi.
Non so dove abbia preso i dati. A me risulta il contrario: ho in fotocopia una vasta documentazione che la discreta remunerazione passatami da Bankit mi ha consentito di acquisire presso l'archivio centrale di stato qui a Roma. Pronto ad un confronto. E spero di avere ragione io.
RispondiEliminaCalogero Taverna
mi correggo: non di fine 800, ma di inizi 900 si parla in "La Mafia e i Mafiosi: Origini E Manifestazioni; A. Cutrera 1900). Non credo che qualche decade possa fare la differenza, ma non era di storia locale che volevo parlare! mi occupo di ben altro nella vita. Il concetto che volevo esprimere è solo questo: il campanilismo è un sentimento puro quanto irrazionale, per cui se il paese che ci ha dato i natali è un paese ad alta densità mafiosa, e lo è sicuramente la Racalmuto odierna, è molto probabile che vi sia stata infiltrazione mafiosa nel comune: quindi ben venga lo scioglimento.
EliminaChe il comune di Racalmuto venga sciolto per mafia, se mafia c'è, giudico sia un fattore positivo per il futuro del paese.
RispondiEliminaDopo ogni sconvolgimento, inizia sempre una costruttiva rinascita.
Non credo che la preoccupazione di molti racalmutesi sia che il paese venga "bollato" come mafioso.
Credo che la preoccupazione sia di....alcuni racalmutesi che vedrebbero allontanarsi la realizzazione di loro progetti di potere.
Non ho mai sentito da alcuno, in questo blog e non solo, dichiarare come si vorrebbe operare per raggiungere gli obiettivi per la rinascita e il rilancio di Racalmuto e dei racalmutesi.
Ho solo letto e ascoltato, per la verità in maniera scontata, che occorre risolvere questa o quella
cosa.
Un amministratore dovrebbe, dopo aver individuato il problema, accertarne le cause e tracciare la strategia per una pronta ed efficace soluzione.
Racalmutese fiero
Mi accorgo con ritardo che vengo pizzicato per la mia querula supponenza storica. Si dà il caso che la faccenda non è poi quella di un Cutrera di turno. Quella vicenda dell'abigeato (e non mafia) dell'inizio del secolo scorso è meglio "obnubilarla" (alla Groddeck), perché altrimenti le colpe dei nonni ricadono sugli innocenti e meritevoli nipoti. Il passato bisogna studiarlo se si vuole capire il presente per costruire il futuro. Ma bisogna farlo con molta serietà, profondità, documentatamente. Non basta un libro più o meno banale. Altrimenti povero Sciascia velleitariamente scorticato da un disinformato e approssimativo DI Natale che crede di saperne più del Nostro su fra' Diego La Matina, la sua integerrima famiglia e la di lui mamma, mia antenata del XVII secolo.
RispondiEliminaSenza acrimonia
Calogero Taverna
P.S. Dimenticavo: quella di un Racalmuto "ultramafioso" è un'infamia per far quattrini librarii: pronto a dimostrarlo con chicchessia (magistrati, professionisti dell'antimafia, mass-media, sublimi giornalisti, etc.) Non confondiamo escrescenze delinquenziali di un planetario traffico della droga con il preteso male endemico di una nobilissima e integerrima comunità cui appartengo; e farne parte è per me motivo di orgoglio.