Vincenzo Consolo, da vero intellettuale ha sempre assunto posizioni critiche e mai scontate, come dice Gaetano Savatteri. Un cosa è essere un letterato encomiastico e massificante, altra cosa è essere un intellettuale con l’onere e l’onore di dire la verità. Ecco perchè Consolo si sente onorato di essere accomunato tra gli eretici ovvero tra quegli uomini e donne di tenace concetto capaci di perseguire la libertà,la giustizia e laverità con la forza della ragione.
All’amico Sergio, ho scritto questa mia modesta riflessione come premessa ad un invito a riflettere che ti vengo a porgere.
A Bivona inizi novecento c’era un Sindaco chiamato Don Nenè. Questo Sindaco per farsi benvolre da tutti diceva si a tutti, perciò fu ribattezzato Don Sisi.
Si a Racalmuto si pronuncia SE. Non vorrei che ti dovremmo chiamare Don Sese.
Mi pare, e spero di sbagliarmi, che ultimamemente sei troppo Don Sese e meno eretico, dici troppi si e denunci meno le cose che vanno male da sepre.
Consolo da intellettuale Galantuomo definisce Racalmuto il “paese del sale” e la sua Sant’Agata paese ‘nsalanutu. ‘Nsalanire da Silene (Luna), ‘nsalanutu- lunatico,stralunatu. I Greci credevano che chi avesse perso il senno lo avesse mandato sulla Luna(Selene). Se questo è il significato che da Consolo all’aggettivo ‘nsalanutu, ritengo che S. Agata e Racalmuto hanno molto in comune.
Sergio, tu devi portare la ragione ed il senno in quest paese con la denuncia ed il confronto forte, con proposte e progetti, con tolleranza e determinazione.
Sergio non mi costringere a chiamarti Don Sese.
Certo codesto "amico" di Sergio è penna fina e colto assai. Credo di conoscerlo ma potrei sbagliare. Da "amico" così così di Sergio mi permetto di rintuzzare: Sergio, lasciamolo stare e risparmiamogli i nostri saccentissimi ammonimenti. Già si è votato al grande sacrificio dello scranno sindacale (che non sarà un divertimento per nessuno e si dovranno prendere per la salute dello "spazio vitale" - se sei colto cfr. Ernst Forsthoff: Stato di diritto in trasformazione, cap,l'assistenza ed i comuni - dei drastici provvedimenti "impopolari"). Non sbarriamogli la strada proprio noi che ci dichiariamo (da opposte sponde) suoi amici. E poi stu Consulu cu è? Chi fici pi Racarmuto? Ha aperto le porte di Einaudi a Pierino Carbone, ca è cchiu bravu d'iddu, ma non è entrato nella munifica cerchia degli "amici della Noce"? De murtuis nihil nisi bonum. Se è così va bene come per qualche altro sommo scrittore racalmutese che diceva di amare "questo paese" ma pensava tanto male dei racalmutesi, del Mutuo Soccorso, del segretario politico della DC e via discorrende. Mi irrita quel detto del tenace concetto. Nella prosa del Matranga significa "criminale testardaggine". Ed io non voglio essere di "tenace concetto". Ho sempre detto e torno a ripeterlo: se qualcuno si è arricchito parlando male di Racalmuto, noi racalmutesi viventi arricchiamoci parlando bene di lui.
RispondiEliminaCalogero Taverna