Ognuno deve vivere con libertà il proprio orientamento sessuale nei limiti della legge. Condivido con quella persona che dice in un commento che "la sessualità è un aspetto così privato che non dovrebbe essere discusso o giustificato con alcuno". Riguardo alle unioni civili, secondo il mio pensiero, bisogna andare oltre l'aspetto sessuale si può vivere insieme, sotto lo stesso tetto, da persone che si voglio bene, non possiamo per nulla al mondo legare la nostra esistenza limitatamente al sesso, sarebbe molto offensivo per l'uomo e per la donna. Io sto con Giulia Adamo,
capogruppo all'assemblea regionale dell'UDC che ha firmato il ddl che riconosce le unioni civili "rifiutando qualsiasi discriminazione legata all'etnia, alla religione e all'orientamento sessuale." Ma è lo stesso Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'UDC che in una intervista ha dettto: " Non caccerei mai un gay dall'UDC, assolutamente. Noi siamo rispettosi della persona in quanto tale, siamo rispettosi della diversità."
Sergio Scimè. blogger regalpetra libera
Non a caso l'orientamentamento sessuale è ascritto fra i dati sensibilissimi del codice della privacy, e come tale dotato di una tutela maggiore rispetto agli altri dati.
RispondiEliminaMa che vuol dire " Riguardo alle unioni civili, secondo il mio pensiero, bisogna andare oltre l'aspetto sessuale si può vivere insieme, sotto lo stesso tetto, da persone che si voglio bene"? Ci sono milioni di persone che vivono sotto lo stesso tetto volendosi bene. Da amici, compagni di università, sconosciuti che non possono permettersi di pagare un affitto da soli. Ma che vogliamo andare a indagare in che rapporti sessuali stanno tra loro? E' ovvio che chi si sposa civilmente riguarda una sfera diversa da quella semplicistica di chi divide un appartamento. Non diciamo ovvietà. L'uomo NASCE libero. La sua libertà è tra i DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO E DEL CITTADINO e non solo. Non sarà certo l'UDC. il PDL o il Pd di turno a PERMETTERE o meno di esprimere la propria sessualità liberamente. QUanto al riconoscimento istituzionale di un'unione, il matrimonio, è tutta un'altra storia. C'è da combattere molto in Italia e senza certezza di risultati. E sappiamo tutti perchè.
Fermo restando che trovo giuste alcune affermazioni sull'inviolabilità della libertà sessuale e ingiudicabilità del proprio orientamento sessuale, credo che il manifestare pubblicamente la propria omosessualità sia giusto e di ausilio alla causa dell'emancipazione ed eguaglianza fra omosessuali ed eterosessuali. Si deve essere orgogliosi di quello che si è per natura e, quindi, invito gli omosessuali repressi o che non hanno il coraggio a Racalmuto di dire a voce alta sono gay, di farlo. Capisco che fare coming out sia difficile, specialmente in famiglia, ma ricordate che fare pace con se stessi e non vivere di menzogna è la cosa più bella che possa esistere. Statistiche mondiali dicono che il 10% circa della popolazione è omosessuale, e altri studi psicologici sociali dicono anche che il restante 90% sia bisessale e che l'eterosessuale puro non esiste, quindi a Racalmuto ci dovrebbero essere circa 900 omosessuali. Mettiamo per ipotesi che un 50% di questi omosessuali si sia sposato per via dei giudizi sociali e abbia represso la propria omosessualità vivendo in uno stato di negazione di se stesso per l'opinione pubblica, a Racalmuto ci dovrebbero essere 450 omosessuali circa fra maschi e femmine ed è a loro che rivolgo il mio appello di dichiararsi e vivere felici e cercare di sconfiggere l'omofobia che c'è a Racalmuto facendovi conoscere sia come persone, con le vostre idee, studi, lavoro e anche come omosessuali dicharati, liberi e non vittima di un sistema che preferisce i tabù sessuali che ci fa vivere nella menzogna e nell'infelicità ti poter, volendo, camminare per corso garibaldi mano nella mano con il proprio compagnagno o di darsi un bacio pubblicamente fra due uomini o fra due donne. Luigi Iannello
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