Ogni anno un Paese nordico dona alla chiesa un abete di dimensioni mastodontiche recidendolo traumaticamente dalle sue radici perché il suo bell'appariscente fusto sia murato sull'asfalto di piazza S. Pietro.
Il significato cristiano dell'albero sempre-verde addobbato durante le festività natalizie si rifà al concetto di Gesù sempre vivo. Ma un albero condannato a morte, a mio parere, va contro questo simbolismo. Si ricicla la carta per evitare di uccidere ulteriori alberi e poi arriva il Natale e pur di apparire al passo con la tradizione si tolgono dei “polmoni” alla terra?
Lo stesse orrore accade in molte altre piazze.
A Racalmuto ogni tanto l'ho vista, l'agonia di un piccolo alberello morente esposto in piazza.
Personalmente sono disgustata.
Si potrebbero piantare degli alberi con tutte le radici in codeste piazze e lasciarli vivere, piuttosto che tenere della natura morta come simbolo di vita.
Ci vuole troppo tempo per essere abbastanza grandi da sembrare belli addobbati?
Avete idea di quanto tempo, invece, ci voglia perché un albero ucciso venga rimpiazzato da uno nuovo e quest'ultimo raggiunga le dimensioni per fornire abbastanza ossigeno quanto il precedente?
Dato che si tratta proprio del contesto natalizio, l'orgoglio materiale di sfoggiare un sempre-verde agognante pieno di luci e colori, dovrebbe essere messo totalmente da parte, da buoni cristiani.
Angela Castellano
Ho letto con attenzione il tuo testo e mi fa ben sperare per il futuro. A Racalmuto ci sono ancora giovani che hanno pensieri nuovi ed importanti che devono far riflettere gli adulti. Ma perchè i vecchi si ostinano a restare nei posti di potere senza lasciare spazio a chi ha quella ricchezza culturale e spirituale per fare meglio. Leggo volentieri questo genere di riflessioni continua a scrivere Angela, sono entrata nel tuo blog molto innovativo, bravo Sergio sei l'unico punto di riferimento forte ed infallibile per un progetto di autentico rinnovamento. ;-)
RispondiElimina