sabato 26 novembre 2011

Il signor Maddeo, un cacciatore di Racalmuto, salva un'Aquila minore ferita dai bracconieri

Sono arrivate anche quest’anno, e in discreto numero, in continuità con un  fenomeno che si ripete ormai da qualche anno: sono le Aquile minori, bellissimi  rapaci provenienti da varie zone dell’Europa (Penisola Iberica, Francia ma anche dai Paesi dell’Est) per svernare in Italia e in particolare al Sud. In  Sicilia si trovano un po’ ovunque, e purtroppo anche qui spesso cadono vittime  di assurdi episodi di bracconaggio, tanto più vili e ingiustificabili in quanto diretti contro una specie rigidamente protetta. Stavolta è toccato ad un esemplare di Aquila minore assaggiare le fucilate dei bracconieri. E’ stato proprio un cacciatore di Racalmuto a salvare il rapace, che in qualche modo aveva raggiunto la sua proprietà.
L’uccello, un maschio in fase chiara, è stato poi prelevato dai soci della LIPU, il naturalista Salvatore Grenci, e del WWF Alessandro Salemi, accorsi dopo la segnalazione da parte del naturalista racalmutese Giovanni Salvo, e consegnato ai responsabili del Centro di recupero della fauna selvatica di Cattolica Eraclea, che hanno accertato la presenza di numerosi pallini di piombo nel corpo dell’aquila e un principio di infezione.
Nei prossimi giorni si saprà se l’Aquila riuscirà di nuovo a guadagnare la libertà bruscamente interrotta da una fucilata sparata dal solito imbecille armato di doppietta.
L’Aquila minore (Hieraaetus pennatus) è un’aquila vera e propria, sia pure di piccola taglia. Da qualche anno sverna regolarmente in Sicilia e il suo carattere piuttosto confidente la espone ad atti di bracconaggio “E’ già accaduto un po’ ovunque in Italia – dice il socio LIPU di Agrigento, il naturalista Salvatore Grenci – ma è grave che sia accaduto qui ove,
paradossalmente, il livello culturale dei cacciatori locali è mediamente più  alto che altrove. Lo stesso signor Maddeo, che con grande sensibilità ha soccorso l’aquila, era sconcertato per l’episodio. Io ritengo che la fucilata sia partita da uno dei tanti cacciatori-bracconieri che scendono dal Nord, in particolare, dalla Lombardia, dal Veneto e dalla Toscana, fanno stragi di allodole come di tante specie di piccoli uccelli protetti dalla legge e se  ne  tornano al Nord senza problemi, con il loro ignobile e illegale carico di prede  ben nascoste nelle auto e nei camper per alimentare lo squallido
traffico degli “osei” tanto ambiti sui tavoli dei ristoranti di quelle zone. E’ ora di intervenire senza mezze misure, eliminando la possibilità di autorizzazioni concesse con disinvoltura a questi signori, che già nelle loro zone si
rendono responsabili di stragi di piccoli uccelli, come ampiamente testimoniato dai filmati realizzati dai volontari di diverse associazioni. Perché un conto è  la caccia, altro sono i massacri, che peraltro espongono sistematicamente
l’Italia alle procedure di infrazione dell’UE. E’ ora di disarmare questi massacratori!”.

Nessun commento:

Posta un commento