mercoledì 13 aprile 2011

"Manca un nuovo umanesimo liberale a Milano come a Racalmuto" di Gianluca Quadrana

Un articolo molto interessante scritto da Gianluca Quadrana, socialista, consigliere comunale a Roma. eletto nella "Lista civica per Rutelli"

"Manca un nuovo umanesimo liberale che sia posto al centro e come fine ultimo di ogni decisione politica, a Milano come a Racalmuto. In questo senso, occorre affermare che l’essere umano è al centro del nostro progetto, i suoi doveri e i suoi diritti sono l’inchiostro con cui si scrivono leggi e delibere, i suoi meriti e i suoi bisogni sono il metro per disegnare traiettorie che vanno a ricadere nel futuro, i suoi sogni e la sua felicità sono il fine alto e sacro del nostro fare quotidiano."

È necessario che esplodano il dibattito, la discussione, il confronto. Perché il dialogo non è una parola “fumosa”, ma un metodo di approccio politico che ci appartiene. Ho seguito sulle pagine di Europa gli interventi che ci sono stati intorno alla proposta di una costituente liberale e democratica lanciata da Pier Paolo Segneri. Accetto di parlare di costituente lib-dem anziché di costituente eco-lib-lab: uno, perché sono consapevole che si tratta di inserirmi in un dibattito già avviato; due, perché, volesse il Signore, riuscissimo a fare almeno quella! In tal senso, fughiamo da subito qualsivoglia idea di complotti più o meno plutocratici o più o meno vaticani che impediscono la nascita di tali soggetti politici; la colpa della povertà numerica e propositiva del nostro grande-piccolo mondo liberale, laico, radicale, socialista e democratico, è nostra e di quanti ci hanno preceduto. Tralasciamo il discorso sulle colpe passate (ne ho le scatole piene dei dibattiti postumi su chi avesse ragione e chi torto, e d’altro canto da socialista so bene chi era il bene e chi era il male) e pensiamo al presente.
Io vorrei una forza democratica ecologista, laburista e liberale e questo, credo, sarebbe già sufficiente perché possa essere percepita dalle cittadine e dai cittadini come un progetto nuovo (e non nuovista) nel quale chi “è stato” qualcosa, ma soprattutto chi “non è stato” perché “è”, in quanto neofita dell’impegno politico, ci si possa riconoscere.
Come dice spesso Marco Pannella, «conoscere e ri-conoscerci». Infatti, il verbo “riconoscere” l’ho scelto non perché mi mancassero sinonimi efficaci, ma perché il problema oggi è questo: nessuno si riconosce in qualcosa che non sia se stesso, il proprio portafogli, il proprio posto auto in villetta o la propria famiglia, ristretta e non più allargata come una volta. In una parola, nessuno si riconosce in una prospettiva comune ad altri e in una missione da immaginare e costruire con altri. Nella Prima repubblica era facile: di qua o di là. Lo si sapeva a New York, a Bruxelles e al comune di Saracinesco (provincia di Roma).
Oggi è tutto più sfumato, incolore e inodore. C’è Berlusca che egemonizza e monopolizza la politica italiana e siamo costretti a scegliere tra lui e i tremila potenziali leader del centrosinistra (con o senza trattino). Finito Berlusconi, saremo costretti a scegliere tra piante, numeri o colori. Tutto questo perché manca un’“idea” politica forte e quindi culturale, economica, sociale, eccetera. Manca un nuovo umanesimo liberale che sia posto al centro e come fine ultimo di ogni decisione politica, a Milano come a Racalmuto. In questo senso, occorre affermare che l’essere umano è al centro del nostro progetto, i suoi doveri e i suoi diritti sono l’inchiostro con cui si scrivono leggi e delibere, i suoi meriti e i suoi bisogni sono il metro per disegnare traiettorie che vanno a ricadere nel futuro, i suoi sogni e la sua felicità sono il fine alto e sacro del nostro fare quotidiano.
In una parola, libertà e uguaglianza per tutti e per ciascuno, recuperando e valorizzando l’individuo e la comunità. Qualcuno l’ha chiamato “individualismo di massa” e a me non dispiace. L’idea lib-dem ci calza a pennello in questo progetto glocal e federalista europeo, come Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ci hanno insegnato. Iniziamo a rimetterci insieme per distinguerci nell’essere altro rispetto al potere partitocratico e anti-politico. Magari per capire su chi è per l’apertura e chi è per la chiusura. Noi, liberali e socialisti, riformatori e democratici, siamo per l’apertura al commercio mondiale, agli Stati Uniti d’Europa e d’America, al libero mercato, al diritto allo studio per tutti, allo Statuto dei nuovi lavori e dei nuovi lavoratori, allo Stato sociale essenziale ma efficiente, ai nuovi diritti, al libero accesso alle professioni liberali, al privato sociale, all’Italia nuova che i nostri padri del Risorgimento agognavano e che noi, ora, abbiamo la responsabilità di costruire.

Gianluca Quadrana
(pubblicato su europaquotidiano.it)

1 commento:

  1. ci sono ancora i socialisti veri che non si vendono a BERLUSCONI, condivido in toto la riflessione di Quadrana

    RispondiElimina