lunedì 30 novembre 2009

L'ASD RACALMUTO, SVETTA IN TESTA ALLA CLASSIFICA ...TRS 98


Seppure con una formazione largamente rimaneggiata, l'Asd Racalmuto compie un'impresa andando a vincere sul campo del forte Santa Sofia di Licata, accreditato al salto di categoria. Ma la formazione racalmutese da quando ha affidato la panchina all'esperto Taormina, non solo ha inanellato una serie di risultati utili consecutivi, ma è riuscita ad affronatre tutte le avversarie, sulla carta piu' quotate ( vedi Grotte, Pro Canicatti' e Santa Sofia) a viso aperto. Le tre formazioni appena nominate sono quelle piu' accreditate per la Promozione, ma la societa' del Presidente Lillo Cutaia ha dimostrato di non avere paura di nessuno.
Articolo completo su TRS 98

domenica 29 novembre 2009

I tri di la Santa Maria !!!

Conosci i tri di la Santa Maria ? ... Giovanni B-Alfredo M-Totò S: sono già alla Cruci ... la storia si ripete: sai di quel sindaco che tanto ha fatto per loro ma loro hanno ricambiato accompagnandolo pian pianino "ni la strata longa longa di Girgenti" ...

Da ex a ex ... Solidarietà al dott. Aldo Scimè !!!

Lettera aperta di Piero Carbone

Come racalmutese, pensando di interpretare il sentimento di tanti racalmutesi e non solo che lo vorranno condividere, vorrei esprimere solidarietà al dr. Aldo Scimè (f.to in alto) ex giornalista Rai, ex segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana, ex presidente della Fondazione Withaker di Palermo e Mozia, direttore della rivista Kalòs, componente del Parco Letterario Regalpetra, membro della giuria del Premio Sciascia-Racalmare, vicepresidente della Fondazione Sciascia, amico di Sciascia e da Sciascia designato a far parte della Fondazione a lui dedicata, esprimo solidarietà per essere stato nel silenzio generale “bruciato” e sacrificato dalla classe politica racalmutese, come assessore alla cultura di Racalmuto, dopo appena trenta giorni dalla sua nomina, in nome dell’aritmetica spartitoria dei partiti con l’avallo di chi in prima persona l’aveva in precedenza proposto.
Solidarietà al Dr. Aldo Scimè, all’architetto Olindo Terrana, apprezzato professionista nonché autore di pregevoli pubblicazioni specialistiche, e ai tanti cittadini che come loro, lontani mille miglia da mire assessoriali e da altre cariche politico-amministrative, prima vengono dalla politica salutati come “risorse” (per la crescita civile e culturale) e poi cercati, utilizzati e “mortificati”.
Ma ad uscirne mortificata alla fine è la stessa politica e coloro che in questo modo e con questo “metodo” la rappresentano (di sinistra e/o di destra) nonché il territorio cittadino e non solo per il quale le risorse avrebbero dovuto essere utilizzate e spese, se risorse erano.

Piero Carbone




Il consigliere Salvatore Sardo scrive a Sergio Scimè ...



Caro Sergio Scimè,
spero che, come hai fatto in passato, pubblicherai sul tuo blog questo mio intervento sulla conclusione della crisi amministrativa che durava da circa quattro mesi.
Avendo letto le tue considerazioni sul "Petrotto Quater", devo dedurre che ci sei rimasto molto male che la crisi si sia risolta positivamente. Vedi, caro Sergio, io apprezzo la tua passione politica e civile e ho considerato il tuo blog, una piazza mediatica, un luogo di confronto tra tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro paese; ma non condivido il tuo giudizio affrettato e devo dire "interessato".
Si, interessato!
Nel senso cioè che desideravi una conclusione diversa, magari con una bella mozione di sfiducia verso Petrotto, infischiandotene delle conseguenze negative di un commissariamento del comune e la conseguente "gestione burocratica" che certamente male avrebbe fatto al nostro paese. Il tuo blog non è quindi un luogo di civile e disinteressato confronto democratico per il bene comune ma si è rivelato un mero strumento di propaganda e lotta politica di parte.
Il tuo chiodo fisso è quello di dire peste e corna su chi attualmente amministra, nella speranza che un giorno, forse, tu possa pigliare il suo posto. Il Pd non si è affatto alleato con il Pdl ( quale Pdl , esistono parecchi Pdl in consiglio comunale) , ma si è adoperato con senso di responsabilità a non sfasciare tutto e a concorrere, con le forze disponibili, alla formazione di una Giunta e di un programma di rilancio dell'azione amministrativa nell'interesse della città.
Nelle settimane passate abbiamo pubblicamente criticato, assieme ad altre forze politiche, il modo di amministrare del sindaco chiedendogli un cambio di passo nella gestione amministrativa, altrimenti saremmo passati all'opposizione. La nostra richiesta è stata ampiamente riscontrata, per cui non abbiamo motivi per disimpegnarci da una azione amministrativa positiva cui vogliamo concorrere in quanto parte dello schieramento che ha vinto le elezioni amministrative.Abbiamo un dovere da assolvere nei confronti dei cittadini che ci hanno votato; non siamo abituati a fare i furbi e a scappare di fronte alle responsabilità!
Le sfide che ci aspettano sono tante: Revisione del P.R.G., allargamento del Cimitero Comunale, Opere di Compensazione per il raddoppio della S.S. 640, Costruzione delle Case Popolari in contrada Piedi di Zichi, realizzazione di diverse opere pubbliche già finanziate, predisposizione di un parco progetti per partecipare ai bandi di Agenda 2007 - 2013, realizzazione del Centro Commerciale Naturale per sollevare il piccolo commercio del centro storico ecc. ecc. ecc...Su queste cose saremo giudicati, non certo sulle polemiche pelose, costruite ad arte, per soddisfare le frustrazioni degli sciocchi.
Salvatore Sardo
Consigliere Comunale del Pd

sabato 28 novembre 2009

Francobollo in memoria di Leonardo Sciascia ...


Il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha accolto la proposta della Fondazione Leonardo di Sciascia di Racalmuto ed ha autorizzato l’emissione del francobollo allo scrittore racalmutese, in questi giorni ricorre il ventesimo anniversario della morte.

La proposta della Fondazione, che rientra nel programma di iniziative approvate per celebrare la ricorrenza anniversaria, è stata sostenuta a Roma dal ministro Angelino Alfano, dal deputato nazionale Giuseppe Marinello e dal consigliere comunale di Racalmuto Carmelo Collura.
Il francobollo raffigura il volto dello scrittore tratto dall’opera del maestro Piero Guccione.

E intanto, proseguono le iniziative per celebrare il ventennale dalla morte dello scrittore. Seppure con una settimana di ritardo, l’amministrazione comunale di Racalmuto, ha organizzato due giorni di convegni presso la Fondazione Sciascia, intitolato: «L’inquisizione, ieri e oggi». I lavori inizieranno sabato pomeriggio, ed è prevista la presenza del ministro Angelino Alfano. A coordinare i lavori sarà Laura Anello. I lavori proseguiranno nella giornata di domenica, dove fra gli altri è attesa la presenza del radicale, Marco Pannella e a conclusione dei lavori sarà proiettato il documentario di Melo Freni «Intorno al mondo di Leonardo Sciascia».

venerdì 27 novembre 2009

Allenza PD e PDL nella nuova giunta a Racalmuto !!!



Dopo il terzo azzeramento durato quattro mesi, dopo i quattro manifesti di denuncia di due anni e mezzo di mala-amministrazione ed uno in particolare chiedeva anche le dimissioni del sindaco, dopo la rottura tra il gruppo "Podisti" guidato da Luigi Penzillo, dopo le offese e le querele tra sindaco e Milioto (padre e figlio), dopo le marce del sale e del vino, dopo le dichiarazione dei collaboratori di giustizia, dopo i favori ricevuti, dopo le dichiarazioni di ex segretari di partito, dopo le richieste del senatore Lauricella e dell'on. Martorana, dopo l'arresto di un assessore, dopo i gruppi di potere, dopo le denunce del sindaco sui comitati di affari in seno alla maggioranza, dopo le denunce del sindaco su presunte spese facili delle sue passate amministrazioni, dopo tutto, ritorna il sereno ???

Nuova giunta è "cosa" fatta???

Grazie. Grazie a tutti !!!

I cittadini vi sono grati per lo sforzo, certo che fare una giunta di questi tempi non è facile, i primi sei coraggiosi che hanno detto "SI" meritano tutte la nostra considerazione. Persone che hanno le idee chiare sul da fare e la consapevolezza dei problemi dei cittadini racalmutesi.

Almeno si spera.

Auguri di buon lavoro agli assessori neonominati, ma al momento quì non faremo i nomi attendiamo che sia il sindaco a presentare l'ennesima giunta alla cittadinanza, sempre che lo faccia, tanti assessori sono passati nel silenzio.

I cittadini attendono di sapere dalle loro voci le cose che faranno, quali impegni prendono con la cittadinanza, quanto pesano nella nuova programmazione i due anni e mezzo del "far nulla".

I cittadini attendono che il gruppo del PDL guidato da Alfredo Mattina e il gruppo del PD guidato da Salvatore Sardo si presentino di fronte alla gente in pubbliche assemblee e spiegare questo connubio che sta creando tanti dubbi alla collettività, questa alleanza strana fondata su spartizione di poltrone: un assessore, un dirigente, un incarico per consigliere di maggioranza.

Complimenti a Salvatore Sardo che predica bene ma continua a fare male, un uomo che ha le capacità di porsi a guida del paese ma che resta aggrovigliato nella spartizione meschina del potere a gestione familiare.

Come ha fatto a firmare un manifesto dove si parlava di due anni e mezzo di mala amministrazione e sedersi al tavolo con la stessa logica di sempre???

Questo a me questo a te, se qualcosa resta va al popolo.

Ma l'alleanza tra il PDL e il PD non ci meraviglia perché siamo convinti che prima dei simboli esistono uomini e uomini: quelli che hanno a cuore gli interessi più generali della comunità e quelli che non riescono ad andare oltre il portafoglio.

giovedì 26 novembre 2009

La guerra del Pane ... Calogero Alaimo Di Loro

Dal 1 ottobre l’Italia s’è desta. Magari fosse vero, ma di certo c’è un forte fermento tra gli agricoltori e gli addetti del comparto agricolo. Il fatto nuovo è che questa volta la presa di coscienza parte dal profondo sud. Le aree interne della collina siciliana sulle province di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Alcune, poco entusiastiche, agenzie di informazione riferiscono: “Lunedì 19 ottobre una colonna di trattori di oltre 20 chilometri sulla strada statale 189 Agrigento Palermo nel tratto tra Lercara Friddi e Cammarata si dirige verso Palermo, per chiedere attenzione, interventi alla Regione e al Governo rispetto alla grave crisi'' del settore agricolo”. “È la guerra del pane”. E questa volta non è un semplice aforisma, piuttosto la sintesi della piattaforma rivendicativa di migliaia di agricoltori siciliani che vedono di giorno in giorno sminuita la sicurezza di un reddito e la propria funzione sociale. Si chiedono interventi straordinari e una serie di misure strutturali per rilanciare un settore strategico per la stabilità del sistema economico/sociale della Sicilia. Il CoDifAS – il Consorzio Per la Difesa dell’Agricoltura Siciliana, ispiratore del movimento e vera anima della protesta, ha da tempo presentato alla regione e al Governo una sua piattaforma rivendicativa. Con il prezzo del grano duro che non supera i 15 cent. di € dicono gli agricoltori, per acquistare un kilo di pane consegniamo (figuratamene) al panificio 20 kg di frumento duro al giorno. Infatti nel passaggio dal frumento al pane ( prezzo medio 3 €/Kg) vi è un valore aggiunto di 2, 85 € /Kg (1.900%) che per buona parte non ricade sulla filiera, né sul territorio. Quella del pane è la sintesi di una crisi strutturale profonda che guarda anche gli altri comparti dell’agricoltura, come le uve da mosto e l’olio d’oliva. Ma anche frutta fresca e uve da tavola. Per tutti i comparti e da alcuni anni, i prezzi di mercato non compensano i costi di produzione, anzi , sono abbondantemente al disotto. E dire che i numeri presenterebbero un quadro diverso. I prodotti agricoli in generale, il pane in testa, sono beni a domanda rigida e i prezzi al consumo sono sempre troppo alti. È evidente che la crisi risiede nei livelli intermedi della filiera e nei plus valori che questa genera. Vi è inoltre un concetto che il “movimento dei trattori” sembra aver capito: “l’insostenibile pesantezza” del sistema economico convenzionale di produzione e la forte dipendenza dai settori ricchi (industria e terziario). Un dato tra tutti: la Sicilia con i suoi 120.000 Ha di vigneto da vino, produce ( dati del 2008) circa 11 milioni di quintali di mosto che, ironia della sorte, corrispondono alla quantità complessiva di prodotti chimici (concimi, fitofarmaci etcc.), che in termini economici è già l’espressione di una catastrofe, se consideriamo che l’uva ha spuntato nell’ultima vendemmia 10 cent/Kg.
È evidente l’urgenza di un cambiamento radicale di modello culturale, oltre che economico. Ancora una volta l’agro - ecologia e in primo luogo l’agricoltura biologica indica una strada. La produzione agricola deve muoversi, per quanto più possibile, all’interno del suo stesso settore. Il fattore terra deve ritornare ad essere il principale fattore di produzione. E i reimpieghi aziendali nell’ambito di sistemi di produzione a basso impatto la regola fissa. Sul fronte dei mercati e dei consumi bisogna fare altrettanto. Oggi la Sicilia ha un mercato di oltre 5 milioni di bocche da sfamare. Diecimila quintali di pane al giorno per 360 giorni l’anno, per un “valore economico reale” annuo di circa un miliardo di euro. Deve indignarci che solo una parte “millesimale” di questa ricchezza ritorna i ai contadini, per perdersi nei miasmi dei mille rigagnoli delle economie finanzializzate e negare di fatto quel “giusto guadagno” che ad ogni agricoltore in una società giusta dovrebbe essere garantito. Qualcosa in più dell’ennesimo balletto di numeri improbabili che le massime autorità politiche regionali hanno promesso ai rappresentanti del movimento. La mobilitazione generale del comparto rimane, in attesa di fatti concreti. Nel quartiere generale del movimento, a Pian del Lago (Caltanissetta), circa mille trattori rimangono posteggiati in perfetto ordine, pronti per essere utilizzati nei prossimi atti di una lotta quotidiana che vuole responsabilmente essere più di una protesta di agricoltori.
Lillo Alaimo Di Loro - Vice presidente AIAB federale

mercoledì 25 novembre 2009

Concetta e Sergio in chat si confrontano su temi sociali ...

Concetta Rinallo
12:49Concetta
buongiorno...niente lavoro stamattina??




12:49Sergio
ciao !!!
lavoro di sera


12:50Concetta
scuola serale???


12:50Sergio
si si


12:51Concetta
dv insegni???

Sergio Scimè

12:52Sergio
ad agrigento
a ragazzi difficili

12:53Concetta
in che senso difficili??


12:53Sergio
ragazzi che hanno abbandonato la scuola
vivono nelle comunità


12:54Concetta
wow...moltoooooooooooo interessanteeeeeeeeeeee


12:54Sergio
alcuni sotto
sotto tutela giudiziaria


12:54Concetta
a me come esperienza piacerebbe da morire..
hai paura???


12:55Sergio
no no
io lavoro a scuola


12:55Concetta
eh allora cosa??



12:55Sergio
cmq
ho lavorato in passato come pedagogista


12:55Concetta
fare scuola a qst ragazzi è diverso da farla a persone di ceto sociale medio alto??


12:56Sergio
più che altro
ci vuole un metodo diverso


12:56Concetta
da qst persone puoi avere qualcosa in più..
..vedi la loro sofferenza..


12:56Sergio
qst si


12:57Concetta
e alle cose che possiedi dai un valore diverso..


12:57Sergio
si ... poi ci sono ragazzi di altre culture
pakistan
iraq
nigeria
insomma molto eterogenee come classi


12:58Concetta
cm la pensi in merito all'inserimento di altre culture nel nostro paese??


12:58Sergio
mha io dico
che siamo tutti migranti
l'idea di nazione è un po' superata

siamo cittadini del mondo

12:59Concetta
quindi??


12:59Sergio
mha bisogna
non demonizzare
gli stranieri
è gente che si muove
come fa da sempre l'uomo
certamente sono di aiuto
quanti di loro fanno le badanti
lavori umili
certamente le generazioni future
si integreranno
meglio


13:03Concetta
certo che si...
anche noi abbiao una storia simile alle spalle..


13:04Sergio
in ke senso
???


13:04Concetta
ricorda che l'america fu meta per molti italiani..
e noi vivemmo la loro stesa condizione..
..lavoro in nero...fummu degradati...giudicati e marchiati..
...nessun diritto ci spettava..
..ma cn l'andare del tempo le condizioni migliorarono e di certo le generazioni future condussero una vita molto più facile..




13:07Sergio
ma qst discussione la pubblico !!!
è molto interessante


13:07Concetta
per la prima volta sono daccordo cn te..


13:07Sergio
è un si!!!


13:08Concetta
uhmmmm...
si mi piace...


13:09Sergio
allora vado a pranzare e poi pubblico !!!


13:09Concetta
ok...fammi sapere dove la trovo..


13:09Sergio
su Regalpetra Libera

ciao

13:09Concetta
ciao

Cecilia Capitano su Regalpetra Libera /YOUTUBE

L'esibizione di Cecilia nella trasmissione "Spettinacolo" su Sky.






lunedì 23 novembre 2009

Il mio 68 a Racalmuto ... Carmelo Sciascia


Bellissima l’idea di Libertà di portare avanti dei servizi monotematici sulla città. Focalizzare i quartieri e/o le frazioni, gli eventi di spettacolo e culturali, il Po ed i fiumi e le vallate ed i borghi della provincia; vuol dire fare una operazione che trasforma il nostro giornale da quotidiano, semplice registratore di eventi ed accadimenti, (rosa, neri o di qualsiasi altro colore), in un organismo di promozione civile e culturale, in un motore di stimolo alla politica ed alla società civile tutta.
Questo preambolo per dire che ho apprezzato tantissimo questa scelta editoriale che tanti dibattiti ha stimolato.
Personalmente mi sono sentito stimolato ad intervenire su un dibattito che ampio spazio ha trovato in questo periodo sul giornale, un argomento quale il sessantotto, che oggi nel quarantesimo rivela ancora l’urgenza del confronto e della discussione su temi sempre attuali, che da quel movimento erano stati posti in evidenza e ritenuti di vitale importanza.
Vorrei dare una mia personale visione di quel movimento, da una angolazione diversa da tutti gli altri punti di vista che finora si sono succeduti. Nel 68 ero appena quindicenne, un liceale quindicenne, di un paese sperduto dell’estremo sud. Un ragazzo che abitava a Racalmuto e frequentava il liceo ad Agrigento. Una provincia che è un’isola nell’isola e che con altre due province siciliane formavano il triangolo della fame, in opposizione al triangolo dello sviluppo economico ed industriale rappresentato allora da Genova, Torino e Milano. Ero giovanissimo allora, ma come tutte le nuove tendenze culturali il 68 arrivò al Sud con qualche anno di ritardo, quindi dopo, di preciso non saprei, comunque è un fenomeno che si può collocare storicamente più che fine anni sessanta, inizi anni settanta. Nell’età giusta per parteciparvi a pieno titolo, con le azioni tipiche del caso. Azioni tipiche: occupazione del liceo, manifestazioni di piazza, volantinaggio, vendita giornali, creazione di un foglio dattiloscritto e ciclostilato che si chiamava, provate ad indovinare, “Il Rivoluzionario” (di cui gelosamente conservo ancora qualche copia).
Adesso le immagini mi scorrono davanti, elementi reali e materiali frammisti a pennellate di sentimenti e sensazioni intimiste. Tutto ciò crea un effetto dissolvenza, un effetto che impedisce di fare una analisi fredda, precisa e puntigliosa dei fatti. E sono passati 40 anni! La difficoltà ad analizzare quegli eventi è chiaro, dipende dall’essere stati coinvolti, e dall’essere stati coinvolti nel momento in cui lo sviluppo materiale della crescita fisica in divenire si mescolava in un unicum alle più intime e profonde vibrazioni dell’animo. (il ribollire del brodo primordiale del diventare individuo).
L’età della prima giovinezza, è l’età dei primi amori, è l’età in cui tutto ciò che si fa ci coinvolge, -come l’estasi i santi-.
Il politico è stato il personale, tout-court! Scrisse qualche anno fa, come presentazione in un catalogo ad una mia mostra di pittura un politico, assessore comunale, Totò Sardo : “… una lunga amicizia mi lega a Carmelo Sciascia, ci conosciamo da oltre 35 anni, da quando nell’autunno 1968, ancora adolescenti, incominciammo a viaggiare come studenti pendolari da Racalmuto ad Agrigento per frequentare il liceo. Erano gli anni della contestazione: da lì a qualche mese sarebbe scoppiato il Maggio francese (1967) e dopo l’autunno caldo italiano(1969). Incominciavano ad imperversare le lotte operaie, prendeva corpo il Movimento Studentesco, le nuove generazioni venivano prese dal mito del “Che” e Di Ho Chi Minh, scendevano nelle piazze contro l’imperialismo americano, sognavano la Rivoluzione e vivevamo nella illusione dell’avvento di una società senza classi, senza sfruttati ne sfruttatori. Anche noi, poco più che ragazzini, affascinati da queste idee di uguaglianza e di libertà iniziammo la nostra militanza nelle file della FGCI prima e del PCI dopo assieme ad altri amici comuni: Enzo Alfano, Giovanni Chiodo, Pino Volpe, Federico Martorana, Pippo di Falco, Angelo Lauricella, Luigi Capitano ed altri ancora”.
Questi nomi, avendoli conosciuti molto bene mi aiutano a comprendere meglio cosa è stato per me il 68. e lo voglio esprimere più in poesia che nella fredda analisi politica cui ci aveva abituati la paxis comunista che partiva dall’autocritica per giungere alla critica, come dalla politica internazionale si giungeva poi all’analisi della politica nazionale e di poi a quella locale. Si potrebbe partire dai tanti chilometri che si percorrevano a piedi per giungere da casa alla stazione ferroviaria del paese e poi arrivati ad Agrigento, dalla stazione al liceo, in tutto circa cinque chilometri, percorsi in fretta ed in ansia perchè spesso il treno giungeva in ritardo ed il preside, un certo Cecè, legato com’era ad una visione autoritaria ci accoglieva con il cancello chiuso. Chiudo questa parentesi dalle tinte cinematografiche neo realiste (mi viene in mete quel bellissimo film “Un ragazzo di Calabria), per tornare al discorso sugli amici.
Amici, con i quali si condivideva, quasi tutto, i viaggi in logore cinquecento, confidenze sentimentali, discussioni interminabili sul senso del comunismo e della libertà. L’oggi non esisteva, parafrasando Lidia Ravera, si può dire che avevamo solo ali, sogni…senza pensare ai bisogni! Sarà anche per questo se alcuni dei nomi su menzionati non sono più tra noi! E dire che sono stati poeti e pensatori ma…soprattutto sognatori. Qualcuno è ancora tra noi, con cariche e prebende, probabilmente chi ha pensato a risolvere nell’immediato i propri bisogni. Qualcun altro si è trascinato negli anni sempre in modo ondulatorio tra sogni e bisogni …è sopravvissuto in un mondo proprio, avulso, isolato, qualcun altro ancora si è mimetizzato nella mediocrità, nella quotidianità, in ciò che oggi rappresenta il modello-cardine della società , il borghese che può vantare nel proprio biglietto di visita, qualche titolo onorifico.
Mi tornano, di tanto in tanto, alla memoria canzoni tipo Signora Contessa e simili e li sento come lontanissime nel tempo, ricordi da rimuovere quasi, ma, poi ascolto “Compagni di scuola” di Venditti e rivivo il senso di allora che continua nell’oggi con canzoni come “Eravamo quattro amici al bar” di Gino Paoli, ed ascolto e canticchio Addio Lugano Bella e capisco che il senso dei sogni di allora non è finito, e come vecchi alpini di fronte ad un bicchiere di grappa, mi commuovo e piango nel ricordo di scene di film come“uomini contro”.
Cos’era e cos’è oggi il 68? Una domanda che potrebbe avere tante risposte retoriche.
È stato ed è l’anelito di cambiamento e di libertà di ogni nuova generazione.
E la retorica con il suo rimando continuo, ci fa forse giungere a qualche verità.
Del 68 ricordo i comizi politici con Emanuele Macaluso allora segretario regionale in Sicilia del PCI, e le serate di recital di poesie con Ignazio Buttitta, e le serate con le canzoni gridate di Franco Trincale e le melodie strazianti delle canzoni di Rosa Balistreri, ed il vino…il vino (non era ancora conosciuto il nero d’avola, c’era solo “vinu buonu e vinu tintu” e credetemi era quasi tutto vino “tintu”.
C’era un professore nel mio paese Eugenio Napoleone Messana, era stato sindaco, è stato storico e poeta, forse sarebbe stato meglio definirlo un poeta della storia e della politica. A casa di Eugenio, si andava la sera a parlare di politica, di rivoluzione, di intrighi e complotti locali, Lui ci metteva il vino, così ci invitava, noi dovevamo portare la salsiccia.
E la politica era la vita, il sangue che ci alimentava come latte il poppante. Forse sarebbe meglio dire come il vino…
Le patate bollite delle bettole, le uova sode, le lumache, ed il vino…può essere questo il 68?
Ebbene sì, è stato, se non solo, anche questo. Si sentivano le urla dell’attentato alla Banca dell’Agricoltura di Milano, le urla degli attentati di Piazza della Loggia a Brescia, le urla dei braccianti di Avola e di Battipaglia.
Ed intanto i treni degli emigrati dal mio paese continuavano a partire per l’estero, il Belgio, la Germania, si tornava qualche volta per votare ma, non si avverava mai un vecchio slogan che nella seconda parte diceva che si votava per restare. Perché il 68 partito da Berkley, passato da Parigi, dalla statale di Milano, da Villa Giulia di Roma , poi giungeva anche al Sud, quel Sud che per buona parte specchiava ancora la realtà descritta dalle Parrocchie di Regalpetra, una realtà che spesso veniva assimilata dalla cultura marcusiana del settentrione come sottosviluppo indiano, lo stesso Danilo Dolci non capì mai appieno la peculiarità della realtà siciliana, pur vivendoci degli anni (anche se per inciso debbo dire che è stato bello il convegno che si è tenuto a Piacenza qualche tempo addietro su Danilo Dolci e la sua scuola).
Ed i Quaderni Piacentini…ebbene sì, anche questi erano cercati e letti, al mio amico Pippo ne manca solo un numero e mi chiede sempre di procurarglielo, ma puntualmente dimentica di dirmi quale…sarà un modo, quando ci incontriamo per illuderci che lo scorrere del tempo non ci appartiene!
Il cercare di affermare il proprio ideale di “potenza”, il sentirsi fuoco tra i fuochi come su una lunghissima spiaggia nelle notti di ferragosto. E’ amare ed odiare il mondo, amarlo in ciò che di simile ha con noi e di odiarlo in tutto ciò che alla nostra meta è di ostacolo.
Il 68 è il posto della mia anima (liceo ed università) come poteva esserlo per un operaio la propria fabbrica.
Il 68 è il mio paese, come può esserlo il paese nativo per l’emigrato.
Il 68 è la voluttà del corpo
Il 68 è esperienza dei sensi ed anelito al loro superamento.
Il 68 è stato il barlume iniziale della conoscenza.
Il 68 è stato lo splendore di ogni conoscenza ed il dolore che da essa deriva!
Il 68 è stata la primavera di Praga
Il 68 è Guccini e le sue canzoni…è Buttitta e le sue poesie
Il 68 sono le donne che abbiamo amato e che amiamo
Il 68 è ciò che ancora ci fa riempire di sdegno di fronte alle ingiustizie
Il 68 è ciò che ci fa porgere la mano al diverso
Il 68 è la poesia del mondo che ancora, malgrè tout, ci fa vivere!

Piacenza, 8.7.08

Carmelo Sciascia

Canicatti web: Regalpetra Libera e Pro Loco ... omaggio a Sciascia !!!


A Racalmuto, la sua città natale, complice la crisi amministrativa non sono state organizzate iniziative di rilievo. Le uniche iniziative sono quelle della Pro Loco e il Centro Studi Regalpetra Libera Racalmuto. Si tratta di manifestazioni che vedono coinvolte le scuole. Le iniziative prevedono la lettura in tutte le classi, di alcuni brani tratti dai libri di Sciascia.


Leggi l'articolo di Nicolò Giangreco su Canicatti web

domenica 22 novembre 2009

La Chiesa di Racalmuto bacchetta Sindaco e Consiglio Comunale

Comunità Ecclesiale di Racalmuto

"non possiamo più attendere"
Il Consiglio pastorale cittadino, riunito in assemblea


PRENDE ATTO
  • Della grave situazione amministrativa creatasi nel paese, privo di fatto, di una giunta che espleti i compiti di governo della città;

  • delle tensioni, contrasti, accuse, divisioni, che si propongono come modelli negativi, disorientativi e diseducativi

RICHIAMA

  • al rispetto del cittadino che ha diritto ad essere amministrato con correttezza, competenza ed efficienza;

  • al rispetto delle istituzioni, al senso morale e civile, all'impegno per il bene della città.

INVITA

IL SINDACO ed il CONSIGLIO COMUNALE

  • ad onorare il mandato ricevuto dai cittadini, riportando il dibattito nelle sedi opportune;

  • alla risoluzione immediata della crisi, costituendo una Giunta formata da persone in grado di spendersi per la collettività

  • a formulare ed attuare un programma condiviso che dia risposte concrete alla precaria situazione sociale ed economica di Racalmuto

Racalmuto, 21 Novembra 2009



Successe a Guastanella….di Antonio Fragapane

Ruderi della sommità della fortezza situata sul monte Guastanella.
Questa è una storia realmente accaduta, svoltasi in tempi lontani. Tempi nei quali gli uomini erano spesso in lotta tra loro, in lotta per un pezzo di terra, a volte anche solo per un pezzo di pane. Erano tempi oggi considerati bui, pericolosi e di barbarie. L’intero mondo, almeno quello sino ad allora noto, stava conoscendo una fase di contrasti ed intrighi, ma allo stesso tempo si stavano schiudendo anni di rinascita, non solo culturale ed artistica, in una terra, la nostra Sicilia, da sempre al centro di interessi umani vigorosi e sanguigni.
Siamo nella Sicilia del XIII secolo, esattamente nell’anno del signore 1220. Il luogo di cui si sta scrivendo è il monte Guastanella (conosciuto anche come monte Guastitel o Gastaiel), situato tra i comuni collinari di Raffadali e Santa Elisabetta, poco lontano da Agrigento, ed i fatti che si vogliono qui narrare sono connessi, essendo in parte lì avvenuti, col castello che su Guastanella si ergeva. Qui, in una fortificazione che ormai esiste solo nelle sue fondamenta, è stato tenuto prigioniero Ursone, vescovo di Agrigento.
Ma facciamo un passo indietro.
L’anno 1130 rappresenta per la nostra isola la data d’inizio ufficiale della dominazione normanna, instaurata da re Ruggero II, la quale, contestualmente, segna la fine del dominio arabo nell’isola, che durava dal IX secolo. Un particolare riferimento va doverosamente fatto ai tre secoli di dominazione musulmana, che hanno rappresentato per la Sicilia una fondamentale occasione di reale sviluppo: molte, infatti, sono state le influenze nella cultura, nell’arte, nella società e nell’economia che i saraceni hanno lasciato alla nostra terra. Tante città durante questo periodo sono state costruite, abbellite e rese più vivibili e sicure di quanto non lo fossero prima.
Grazie alle numerose scuole e biblioteche aperte e funzionanti nell’isola, ricominciarono a circolare le più importanti opere degli autori latini classici, le prime traduzioni in latino delle opere di Aristotele, frutto del lavoro esegetico di molti importanti intellettuali arabi, tra i quali il celebre Averroè, e di tanti altri autori classici greci, all’epoca sconosciuti o dimenticati a causa della precedente tradizione orale. Inoltre, si posero le basi per grandi commerci che resero l’isola un’immensa area di scambio, tramite la quale si crearono innumerevoli mercati che indubbiamente hanno arricchito il patrimonio della nostra terra (tanto che ancora oggi beneficiamo di alcune prelibatezze che gli arabi importarono da noi in quel periodo, dallo zibibbo, o moscato d’Alessandria, ai canditi fino ai vermicelli).
Dunque, sicuramente un periodo florido, di luce e di rinascita, dopo secoli difficili e problematici. Ovviamente, però, tale periodo, come in un’ideale medaglia dalle due facce, è stato anch’esso contrassegnato da scontri e dissidi fra le varie parti politiche e militari presenti in Sicilia, e non per i soliti motivi attribuibili alla diversità di religione o di fede, ma per altri, ben più secolari ed umani: la ricchezza economica ed il potere da esercitare sul popolo.
Ma approfondendo ulteriormente l’argomento, appare opportuno portare a conoscenza dei lettori una circostanza significativa che caratterizzò quell’epoca: i siciliani assoggettati al dominio musulmano, non solo non furono mai obbligati a rinnegare la loro fede o a convertirsi contro la loro volontà all’islam, ma non furono neanche mai assoggettati al diritto musulmano, poiché non essendo di fede islamica non avrebbero potuto essere destinatari di nessuna norma coranica, ma solamente di precetti normativi esistenti all’interno del sistema dello ius commune, di diretta derivazione romanistica ed allora vigente in tutta Europa. Sembra quasi che in un periodo della storia siciliana legato al lontano passato di cui sinora si è scritto, possa trovarsi un insegnamento per le attuali generazioni, historia magistra vitae: la constatazione che più di mille anni fa, nella nostra terra, cristiani e musulmani convivevano ed interagivano tra loro pacificamente, integrandosi, quindi, nel migliore dei modi possibili. A riprova di come il medioevo ingiustamente sia considerato unicamente un periodo cupo e di arretratezza, presentando, al contrario, esempi di modernità e tolleranza che oggi appaiono, purtroppo, improbabili ma tali da essere fortemente auspicabili.
Come poco sopra scritto, invece, con l’avvento di re Ruggero II ebbe inizio la dominazione normanna, la quale, sorta sotto l’egida di una dinastia da sempre abituata a farsi valere con le armi e gli eserciti piuttosto che con la diplomazia e l’acume politico, costituì il Regnum Siciliae, che all’inizio prosperò, in una sorta di continuum ideale col periodo arabo, ma che dopo qualche decennio evidenziò tutti i suoi limiti, determinati da lotte dinastiche e fratricide. Nel giro di pochi anni la Sicilia normanna degenerò nell’anarchia più totale, tanto che apparse “difficil che i cristiani si trattengano dall’opprimere i saraceni, e che questi, diffidando di loro e stanchi altresì di tanti torti, non si levino in armi, e non prendano qua un castello su la marina, là una rocca tra i monti”.
Fu così che cominciarono scontri e conflitti sempre più duri e cruenti tra le popolazioni che allora abitavano l’isola, che capi o condottieri di parte aizzavano l’una contro l’altra. I saraceni, in minoranza, furono perseguitati e costretti a riparare tra le montagne dell’entroterra siculo, trasformato in un vero e proprio baluardo musulmano all’interno dell’isola. Dal canto loro, gli stessi saraceni colsero ogni occasione per sferrare duri colpi ai dominanti normanni prima ed a quelli svevi poi, utilizzando tecniche militari frutto della loro esperienza, ed occupando fortezze, castelli ed anche luoghi sacri ai cristiani.
Ed è in un tale contesto storico, caratterizzato anche dall’avvicendamento politico della dominazione sveva su quella normanna, che si inserisce la vicenda dalla quale ha origine questo scritto. Il vescovo Ursone, durante la sua esperienza ecclesiastica a capo della chiesa agrigentina, prima del suo rapimento fu oggetto di duri attacchi politici, essendo stato allontanato dapprima dall’imperatore Enrico VI, in quanto ritenuto figlio del rivale Tancredi, successivamente poiché non prestò giuramento a Guglielmo Capparono, allora signore di Agrigento, ed infine dai saraceni, che in lui videro l’autorità ideale contro la quale indirizzare i loro attacchi. Fu a causa di questa instabilità della chiesa locale, che la stessa fu privata dei suoi benefici e dei suoi possedimenti, culminando tutto con l’occupazione del campanile e del duomo agrigentino, sede, appunto, della cattedra vescovile.
La situazione che si creò fu talmente drammatica che per un periodo non ci furono più battesimi da parte dei cristiani, e gli abitanti dei territori agrigentini non si recarono più per lungo tempo nemmeno nei campi per coltivarli e lavorarli. Il vescovo Ursone , subito dopo essere stato rapito, fu tenuto prigioniero, come riferito all’inizio, nel castello che allora si ergeva sulla sommità del monte Guastanella: una fortezza edificata molto probabilmente in epoca bizantina, ma la cui origine, sulla base di alcune suggestive ma non dimostrate teorie, è fatta risalire addirittura all’epoca punico-cartaginese. Fu certamente progettata e costruita in modo tale da poter essere arroccata sulla sommità del monte, risultando nel contempo facilmente difendibile, difficilmente espugnabile e dominante dall’alto un territorio che si estendeva dal casale di Rahal-faddal, in arabo “casale eccellente”(ovvero il feudo di Raffadali), passando per il fondo detto “Cometa” (l’attuale paese di Santa Elisabetta) fino alle pendici della rocca di Sant’Angelo Muxaro, ovvero parte dell’antica “via sicana”.
Per questi territori quel periodo fu contrassegnato da mesi di paure e scontri tra militari svevi e ribelli musulmani. Si persero i ricordi dei precedenti periodi di pace e di prospera convivenza. Le vallate furono attraversate da ondate di saccheggi, e gli stessi uomini che prima si consideravano amici ed alleati rapidamente cominciarono a combattersi gli uni contro gli altri. Fu in un tale contesto storico che la prigionia dell’alto prelato cristiano si protrasse per quattordici lunghi mesi, terminando, dopo tante ed estenuanti trattative che videro protagonisti influenti uomini politici ed ecclesiastici del tempo, con il pagamento di una somma di cinquemila tarì d’oro, versata a titolo di riscatto, nel contempo ponendo fine ad un episodio della storia siciliana di particolare gravità e complessità, denso di conseguenze storiche e sociali, ed anche monito sulla pericolosità della degenerazione che il potere politico-militare può in ogni momento subire.
Si deve al verificarsi di tali eventi, il ritrovare nelle cronache siciliane dell’epoca, testimone della vicenda appena raccontata, una fortezza allora comune a tante altre, ma che oggi, non esistendo più nella sua interezza, rievoca, con le sue malinconiche fondazioni e con le sole stanze rimaste scavate nella pietra, tempi remoti, uomini lontani, conflitti antichi ed echi di un passato che, ad osservarlo meglio oggi, non sembra poi così tanto diverso dal nostro presente.

sabato 21 novembre 2009

Il Testamento di Leonardo Sciascia .... Malgrado Tutto (((edizione straordinaria)))





LA LETTERA TESTAMENTO DI LEONARDO SCIASCIAPUBBLICATA DAL GIORNALE DI RACALMUTO “MALGRADO TUTTO” DEDICATO AI VENTI ANNI DALLA SCOMPARSA DELLO SCRITTORE


“Nella condizione di vita apparente di questi tempi, sempre più mi è venuta la paura – lontana, infantile, ma anche letteraria – della morte apparente. Prego dunque familiari e amici che la mia morte venga accertata al di là di ogni dubbio, magari arrivando a quel che la legge chiama vilipendio di cadavere. Poiché avrò l’ovvio privilegio di non esserci, sono indifferente a qualsiasi cerimonia o rito funebre. Tuttavia mi piacerebbe andarmene – come si suol dire – alla mia ultima dimora, nel modo e nell’ora più discreta: senza annunci, senza necrologi, senza discorsi. (…)Raccomando ai miei familiari e amici di non perder tempo a difendere la mia memoria, a correggere giudizi o interpretazioni che riguardano la mia vita e i miei scritti, per quanto ingiusti o di malafede possano essere. Ho vissuto semplicemente, senza ambizioni o vanità, senza perseguire alcun vantaggio personale: chi non ha voluto accorgersene , chi si è sentito ferito dalle cose vere che ho detto e ha fanaticamente reagito, non sarà mai in grado di ravvedersene. Ma alla distanza, i miei allarmi, le mie constatazioni e contestazioni, suoneranno sempre più di verità. Di questa piccola immortalità – nel senso che andrà, anche se di poco, al di là della mia morte – sono certo”.Leonardo Sciascia, 24 maggio 1989

venerdì 20 novembre 2009

Il sale e la neve di Sicilia, nelle due poesie inedite di Leonarddo Sciascia




LEONARDO SCIASCIA
DUE CARTOLINE DAL MIO PAESE
1
Il paese del sale, il mio paese
che frana - sale e nebbia -
dall’altipiano a una valle di crete;
così povero che basta un venditore
d’abiti smessi - ridono appesi alle corde
i colori delle vesti femminili -
a far festa, o la tenda bianca
del venditore di torrone.
Il sale sulla piaga, queste pietre
bianche che s’ammucchiano
lungo i binari - il viaggiatore
alza gli occhi dal giornale, chiede
il nome del paese - e poi in lunghi convogli e
scendono alle navi di Porto Empedocle;
il sale della terra - “e se il sale
diventa insipido
come gli si renderà il sapore?”
(E se diventa morte,
pianto di donne nere nelle strade,
fame negli occhi dei bambini?).

2
Questo è il freddo che i vecchi
dicono s’infila dentro le corna del bue;
che svena il bronzo delle campane,
le fa opache nel suono come brocche di creta.
C’è la neve sui monti di Cammarata,
a salutare questa neve lontana
c’erano un tempo festose cantilene.
I bambini poveri si raccolgono silenziosi
sui gradini della scuola, aspettano
che la porta si apra: fitti e intirizziti
come passeri, addentano il pane nero,
mordono appena la sarda iridata
di sale e squame. Altri bambini
stanno un po’ in disparte, chiusi
nel bozzolo caldo delle sciarpe.


Tuttolibri ha pubblicato in anteprima queste due poesie, edite dall’associazione “Amici di L
Leonardo Sciascia” in occasione del ventennale della scomparsa dello scrittore, con otto incisioni, testi di Roberto Roversi e Angelo Scandurra.
Sono versi del 1952, stampati da Sciascia in una plaquette con disegni di Emilio Greco: solo 111 copie con il titolo “La Sicilia, il suo cuore”.
E proprio la Sicilia è la vera protagonista di queste poesie: non è difficile immaginarsi quella Racalmuto tanto cara allo scrittore, che ora vi campeggia in statua in una via nell’atto di passeggiare.
La curiosità sta appunto nella forma, nella rarità della forma poetica nell’opera di Sciascia, finissimo narratore: visto l’ottimo risultato, è un peccato che non si sia cimentato di più con la poesia.
Questi 35 versi hanno l’afflato del Novecento, sanno davvero rendere il “cuore” dell’isola e tutti i suoi tormenti: l’attualità di quel “mio paese che frana” è crudamente imbarazzante, se dopo quasi sessant’anni la situazione non è migliorata, non è riuscita a far sembrare lontane e sbiadite queste due “cartoline”.

Regalpetra Libera e la Pro Loco ricordano Leonardo Sciascia con un post

Regalpetra Libera e la Pro Loco in memoria di Leonardo Sciascia nel ventennale della scomparsa hanno pubblicato duemila post che verranno distribuiti nelle scuole, nei circoli, nei bar, nei locali commerciali e nella piazza di Racalmuto.


giovedì 19 novembre 2009

Giulia Cutaia: Come si vota Cecilia Capitano !!! ...


Per tutti quelli che ancora non lo sapessero...Cecilia ha partecipato al programma "Spettinacolo" che va in onda ogni sabato alle 21.30 su Italiamia2 - Sky 861...sosteniamola col voto! E' semplicissimo...mandate un'e-mail a gino.aprile@tiscali.it scrivendo voto Cecilia Capitano!! Sbrigatevi e...fate pubblicità!!Ah...nella mia bacheca trovate il video della sua esibizione!

mercoledì 18 novembre 2009

La scuola legge Leonardo Sciascia ...

Associazione Pro Loco Racalmuto
Centro studi Regalpetra Libera Racalmuto



Ai Dirigenti Scolastici
Ai docenti

Oggetto: La scuola legge Leonardo Sciascia


In occasione del ventennale dalla morte dello scrittore Leonardo Sciascia la Pro Loco di Racalmuto e il Centro Studi Regalpetra Libera Racalmuto invitano le scuole ad aderire ad alcune iniziative culturali in suo ricordo.
Le iniziative prevedono la lettura in tutte le classi per il giorno 20 novembre, data della morte dello scrittore, di alcuni brani tratti dai suoi libri. Contestualmente la Pro Loco metterà a disposizione degli istituti alcune copie di un audiolibro intitolato “ A Ciascuno il Suo” sempre di Sciascia e sarà cura degli insegnanti predisporne la lettura nelle varie classi.
L’iniziativa oltre allo scopo commemorativo, ha anche e soprattutto quello di radicare nelle nuove generazioni un messaggio universale, fonte ispiratore dello scrittore.
Il rispetto della legalità in ogni sua forma, la verità, la giustizia e il merito, quali valori fondamentali del vivere civile di tutti i giorni, per la formazione di una nuova coscienza sociale.


Cordiali saluti.

Racalmuto 16/11/09


Il Presidente della Pro Loco
Giuseppe Guagliano

Il Responsabile del Blog
Regalpetra Libera Racalmuto
Sergio Scimè

martedì 17 novembre 2009

Errata corrige !!!


Cari amici per votare Cecilia Capitano bisogna mandare il messaggio facebook nella posta di Gino Aprile ... mi raccomando votate votate votate !!!! ... bisogna scrivere: "voto Cecilia Capitano"

http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.com/2009/11/leggi-chat-vota-cecilia-capitano-su-sky.html

Politica racalmutese è crisi nera ... Nicolò Giangreco TRS 98

Nulla di buono è emerso dall’ultima seduta del consiglio comunale di Racalmuto.

La crisi amministrativa che incombe sul Comune dallo scorso primo agosto c’è e la si tocca con mano. Il civico consesso dell’altro ieri sera, si è sciolto con la bocciatura del conto consuntivo. La situazione politico-amministrativa si ingarbuglia sempre piu’, con il Sindaco Petrotto che è costretto a fare i conti con una maggioranza che scricchiola a pezzi. E’ ormai crisi a tutto campo e l’immobilismo inizia a preoccupare la cittadinanza.

Poco dopo la seduta del consiglio comunale, i consiglieri dell’opposizione Pdl(ma solo una frangia perché l’altra frangia sta con il Sindaco), Udc e Mpa si sono affidati ad un’ulteriore manifesto con il quale chiedono le immediate dimissioni del Sindaco Petrotto. Secondo loro- il paese è strangolato da una crisi economica , sociale e morale senza precedenti. Si legge ancora nel manifesto,il fallimento politico-amministrativo compromette il presente e il futuro del paese. I cittadini- ribadiscono- sono consapevoli quanto e piu’ di noi , che se si continua ancora per altri due anni e mezzo con questa amministrazione , si fara’ piu’ male al paese e si perdera’ soltanto del tempo prezioso per il recupero della coesione sociale e culturale, per lo sviluppo economico e per la rinascita del paese .

Intanto, un’altra tegola si è abbattuta sul Sindaco , con il Presidente del Consiglio Salvatore Milioto, che ha comunicato di aver dato incarico all’avv Nino Gaziano di presentare una querela al Sindaco per le ingiurie ricevute nei suoi confronti e per quelli nei confronti dei suoi familiari.
Nicolo’ Giangreco

Grotte - ASD Racalmuto risultato 1-1 ... (TRS-98 Nicolò Giangreco)



Incredibile pareggio dell’Asd Racalmuto , nel torneo di Terza Categoria, contro i cugini del Grotte in un derby spigoloso e sentito da ambedue le formazioni. Una gara in cui è successo di tutto. Non sono mancate le emozioni di fronte al pubblico del grandi occasioni. Tribuna stracolma, con un centinaio di racalmutesi a seguito della propria squadra nella vicinissima Grotte( ad appena tre chilometri di distanza). Ma sugli spalti tutto è filato liscio, cosi non si puo’ dire in campo. E’ stata una gara combattuta, con qualche colpo piu’ che proibito, dal primo all’ultimo minuto. La capolista Grotte, partita come favorita essendo una corazzata del torneo e attuale capolista soffre piu’ del dovuto gli attacchi degli ospiti. Arbitraggio non all’altezza della situazione, il Sig Cirabisi di Agrigento, non ha saputo tenere in pugno le sorti di una gara in cui sarebbe servita piu’ personalita’. La squadra di Pietro Taormina, riesce ad affrontare a viso aperto la compagine di Spitaleri, e ha 2-3 palle gol con Gagliardo e Scime’ per portarsi in vantaggio., ma le conclusioni si perdono sopra la traversa. Al primo vero affondo, i locali ottengono un rigore dubbio, viene considerata fallosa l’uscita del portiere Munisteri,( il migliore in campo),nettamente sul pallone, per l’arbitro è rigore. Dal dischetto Pietro Arnone angola troppo, Munisteri intuisce l’angolo e il pallone si schianta sul palo. In campo prevale l’equilibrio. E quanto i racalmutesi riescono a ricompattarsi a centrocampo, diventano padroni del campo. Il primo tempo finisce 0-0. Ad inizio ripresa, l’episodio che macchia tutta la gara.Entrataccia di Bellavia su Destro, il terzino grottese meriterebbe il rosso diretto, nasce un parapiglia, in cui ha la peggio il giocatore del Grotte, Leandro Cipolla, poi, costretto alle cure dei sanitari del San Giovanni di Dio, per una ferita all’arcata sopraccigliare. Viene espulso solo Andrea Scime’(giustamente, non poteva essere diversamente, ma Bellavia rimane dentro). Con il Racalmuto in dieci, il Grotte poco dopo si porta in vantaggio con Campanella. Forse, per proteste, viene espulso anche il difensore Edoardo Chiarelli(chereclamava per un presunto fuorigioco), il Racalmuto rimane in 9. Ma gli ospiti non demordono si riversano ugualmente in avanti e ottengono un pari insperato grazie ad una euro rete di Emanuele Taibi. Poi, 6 minuti di recupero, ma non succede piu’ nulla, tranne una punizione di Pietro Arnone murata dalla barriera giallorossa. Alla fine, un pareggio giusto, per un derby macchiato da quell’unico episodio sicuramente evitabile, ma è l’inesperienza della categoria, sugli spalti tutto è filato liscio.
(Nicolo' Giangreco)
I RISULTATI DELLA 3^ GIORNATA
CITTA' DI NARO - SC RIBERA 1-0
COMITINI- EMPEDOCLINA 2-1
GROTTE- RACALMUTO 1-1
IOPPOLO- VIRTUS BIVONA 0-1
PRO CANICATTI'- QUISQUINESE 4-1
S.SOFIA- CALAMONACI 4-2
LA CLASSIFICA
S.SOFIA 9
GROTTE 7
PRO CANICATTI' 7
VIRTUS BIVONA 6
ASD RACALMUTO 4
CITTA' DI NARO 4
COMITINI 4
IOPPOLO 3
EMPEDOCLINA 3
SC RIBERA 2
QUISQUINESE 1
CALAMONACI 0
PROSSIMO TURNO:
CALAMONACI- CITTA' DI NARO
EMPEDOCLINA- GROTTE
QUISQUINESE- PRO CANICATTI'
RACALMUTO- PRO CANICATTI'
SC RIBERA- IOPPOLO
VIRTUS BIVON- COMITINI
Note

Tutti i partiti d'opposizione chiedono le dimissioni immediate del sindaco !!!

LA MISURA E' COLMA !

PER IL BENE DEL PAESE TORNIAMO A VOTARE

Da due anni e mezzo i cittadini di Racalmuto, con crescente imbarazzo, assistono ad un inqualificabile balletto tra sindaco, assessori e consiglieri comunali di maggioranza tutto centrato su nomine, incarichi, prebende, revoche, sfiducie, dimissioni, accuse reciproche. Il 4 agosto 2009 si è aperta l'ennesima crisi ed il sindaco ha disamministrato praticamente da solo sino ad oggi, annunciando ogni giorno la nomina di una giunta di alto profilo, nominando due assessori tecnici : l'arch. Olindo Terrana e il dott. Aldo Scimè, che insieme ad altri (mai arrivati) dovevano dare slancio al paese, salvo ad azzerare nuovamente tutto.

ED INTANTO IL PAESE E' STRANGOLATO DA UNA CRISI ECONOMICA, SOCIALE E MORALE SENZA PRECEDENTI.

Il fallimento politico-amministrativo ed il degrado morale sono certificati da un manifesto dei consiglieri di maggioranza e dalla risposta del sindaco su un sito internet, con reciproche accuse pesantissime che, riteniamo, prefigurino gravi reati commessi.
La città che continua a pagare tasse molto esose (immondizia , addizionale comunale ed aliquota IRPEF, su tutte), che vive una crisi occupazionale drammatica, che ha subito l'azzeramento dei servizi sociali e la riduzione degli altri servizi, è stanca.
L’amministrazione Petrotto è iniziata male e sta continuando peggio, con
comportamenti, azioni e fatti di cronaca non degni di essere ricordati.
Questo andamento compromette il presente ed il futuro del paese.

I cittadini sono consapevoli, quanto e più di noi, che se si continua ancora per altri due anni e mezzo con questa amministrazione, si farà più male al paese e si perderà soltanto del tempo prezioso per il recupero della coesione sociale e culturale, per lo sviluppo economico e per la rinascita di Racalmuto.

AL SINDACO CHIEDIAMO UN ATTO DI DIGNITÀ' E DI RESPONSABILITÀ' :
LE DIMISSIONI IMMEDIATE !
I partiti ed i gruppi politici
PDL (F.I. e A.N.) - UDC - MPA

lunedì 16 novembre 2009

Il Presidente del Consiglio querela il sindaco !!! .... la crisi continuaaaaaaaaa


Nella seduta del consiglio comunale di oggi, il Presidente Salvatore Milioto comunica di aver dato incarico all'avv. Gaziano di presentare querela al Sindaco Salvatore Petrotto: per le ingiurie ricevute nei suoi confronti e per quelli nei confronti dei suoi familiari.
La seduta si scioglie con la bocciatura del conto consuntivo.
La relatà politico-amministrativa si ingarbuglia sempre più.
Non c'è più maggioranza.
La crisi continua ancora.
Tutto questo non fa bene al paese.
Bisogna con urgenza rimediare, non si può lasciare un paese allo sbando, solo un governo locale vicino ai bisogni della gente e che con serenità si preoccupi di risolvere i problemi di tutti i cittadini.
Racalmuto, i racalmutesi non meritano questo immobilismo. La politica deve velocizzare i tempi e prendere le giuste decisioni. Quando la politica fallisce, in un sistema democratico, bisogna ridare voce al popolo (democrazia= potere del popolo).
Quanto sta succedendo non fa bene a nessuno, il clima di conflittualità non è di buon esempio per la comunità ed in particolare per le nuove generazioni. Racalmuto ha vissuto e continua a vivere momenti difficili in diversi campi: criminalità, droga, mafia.
Dobbiamo ricominciare a costruire un paese che si fonda su sani principi, tutto il resto a noi di Regalpetra Libera ci fa schifo.

Leggi CHAT - VOTA: Cecilia Capitano su SKY .... "voce da sogno"



12:46Cecilia

ciao!
hai saputo?
sono stata in un programma su sky! a cantare...

c12:46Sergio

davvero

12:46Cecilia

sostienimi con il tuo voto se puoi

12:46Sergio

!!!!

12:47Cecilia

si vota su facebook

12:47Sergio

dammi il link

12:48Ceciliano
devi andare su Gino Aprile,che è il presentatore di questa trasmissione,poi inviagli un messaggio di posta con scritto voto: Capitano Cecilia!grazie grazie...

12:48Sergio

devo scrivere voto cecilia capitano

12:49Cecilia
si
si

12:50Sergio

fatto ma posso pubblicizzare

12:50Cecilia

grazie...

12:50Sergio

sul blog Regalpetra Libera Racalmuto
12:50Cecilia

mi raccomando fai votare!certo....

12:50Sergio
ma scrivimi due parole sul programma io nn vedo sky

12:52Sergio

me lo mandi per posta

12:53Cecilia

è un programma dove partecipano nove cantanti ogni sabato,in diretta si fa la prima esibizione ,poi la commissione fatta di esperti uno di musica,uno di immagine e moda,l'altro di trucco selezionava tre persone e le cambiavano del tutto sul costume trucco e personalità,indicazioni sul canto..e coe cose varie tutto sempre in diretta!per questo si chiama spettinacolo!ora di noi tre chi è più votato a casa ritorna il prossimo sabato nel programmasono stata chiara?

12:54Sergio

chiarissima come si chiama il programma
quando va in onda e come si vota

12:55 Cecilia

il programma si chiama "spettinacolo" va in onda tutti i sabati dalle 21 alle 24 tutto in diretta,e si vota andando su gino aprile(che è il conduttore)inviandogli un messaggio di posta con scritto voto: Capitano Cecilia canale 861 di sky e sul digitale su italia mia 2

Per votare Cecilia Capitano "voce da sogno" vai nel profilo facebook di Gino Aprile e nella posta scrivi: VOTO CECILIA CAPITANO !!!!




18 spettacoli gratuiti al teatro andati persi !!! perchè ?


Al signor sindaco, all'assessore alla cultura che non c'è, a quello che verrà (se verrà in tempo utile), al direttore del Teatro Margherita, ai consiglieri tutti, agli amanti della musica: nel 2007 il Comune di Racalmuto aveva stipulato una convenzione con il Brass Group di Palermo secondo la quale avrebbe usufruito gratuitamente in tre anni di ben 18 spettacoli con artisti di livello internazionale.

Come mai e perché, dopo il primo anno, si è lasciata cadere nel vuoto questa importante opportunità a costo zero?

Gli spettacoli della prestigiosa istituzione regionale con sede a Palermo avrebbero integrato e arricchito l'offerta del nostro Teatro, rispondendo tra l'altro alla sua originaria vocazione musicale; avrebbero inserito il Teatro nel circuito promozionale del Brass Group (che non è cosa di poco conto); avrebbero dato la possibilità a più persone di accedere al Teatro Margherita diversificando l'offerta, non potendo ampliare il numero dei posti disponibili o proporre repliche. I rapporti col Brass Group, inoltre, avrebbero dato la possibilità di estendere a Racalmuto la scuola di musica che conta nel capoluogo siciliano oltre trecento iscritti.

Prof. Piero Carbone
ex assessore alla cultura

domenica 15 novembre 2009

Roberto Saviano: Presidente ritiri quella norma del privilegio


PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO
SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO

Firmate l'appello

sabato 14 novembre 2009

"Due cartoline dal mio paese" di Leonardo Sciascia


Il paese del sale, il mio paese
che frana - sale e nebbia -
dall'altipiano a una valle di crete;
così povero che basta un venditore
d'abiti smessi- ridono appesi alle corde
i colori delle vesti femminili -
a far festa, o la tenda bianca
del venditore di torrone.
Il sale sulla piaga, queste pietre
bianche che s'ammucchiano
lungo i binari - il viaggiato
realza gli occhi dal giornale, chiede
il nome del paese - e poi in lunghi convogli e
scendono alle navi di Porto Empedocle;
il sale della terra - "e se il sale
diventa insipido
come gli si renderà il sapore?"
(E se diventa morte,
pianto di donne nere nelle strade,
fame negli occhi dei bambini?).

Leonardo SCIASCIA

giovedì 12 novembre 2009

TV EUROPA ricorda Leonardo Sciascia ...



“Ce ne ricorderemo, di questo maestro”Omaggio a Leonardo Sciascia

Registrazione della puntata speciale, condotta da Salvatore Picone, sui venti anni dalla scomparsa dello scrittore racalmutese.

In occasione del ventennale della scomparsa di Leonardo Sciascia, scrittore e uno dei più grandi Maestri di pensiero del Novecento europeo, nato e cresciuto a Racalmuto, TV EUROPA (emittente televisiva con sede a Canicattì le cui frequenze coprono la provincia di Agrigento e parte del nisseno) realizzerà il 13 Novembre 2009 alle ore 19,00 una trasmissione televisiva per ricordare il maestro di Racalmuto, l’uomo e lo scrittore, l’intellettuale e il moralista civile. Una trasmissione da trasmettere il 20 Novembre 2009, in prima serata, dopo una lunga programmazione televisiva della nostra emittente interamente dedicata a Leonardo Sciascia.
Il programma televisivo sarà registrato all’interno del Teatro “Regina Margherita” di Racalmuto. Il programma è condotto da Salvatore Picone (nella foto). All’interno della trasmissione si aprirà un “viaggio” attraverso i luoghi racalmutesi della memoria sciasciana: dalla Fondazione L. Sciascia, che conserva l’eredità civile e letteraria dello scrittore, alla scuola dove Sciascia ha insegnato, attraversando poi la casa natale, le Chiese, il teatro, il circolo degli Zolfatai e Salinai, il circolo Unione, la piazza con la statua bronzea di Giuseppe Agnello, il castello Chiaramontano, la campagna di contrada Noce, il cimitero comunale dove è sepolto lo scrittore. Sarà presente il pubblico in platea e tra gli ospiti ci saranno il regista Salvo Cuccia, Salvatore Bellavia, Angelo Cutaia, Paolo Cilona, Enzo Sardo, Carmela Fantauzzo e Mariella Tirone. Molti interventi saranno di ex colleghi maestri di Sciascia, gli alunni, gli amici di Racalmuto, animatori politici e culturali del paese.La registrazione avverrà inoltre con la partecipazione del coro filarmonico “Terzo Millennio” di Racalmuto diretto dal Maestro Domenico Mannella, e dell’attore agrigentino Raimondo Moncada. La puntata, in onda il 20 Novembre 2009 alle ore 20,30, sarà replicata successivamente e il prodotto finito sarà consegnato in DVD alle scuole e alle biblioteche della provincia.
Seguono le telefonate in diretta degli scrittori siciliani Robero Alaimo e Gaetano Savatteri e del Ministro della Giustizia Angelino Alfano.