Nel cuore di Racalmuto, accanto al luogo dove un tempo sorgeva la Chiesa di Santa Rosalia, oggi risplende un’opera d’arte pubblica che racchiude secoli di storia, spiritualità e visione del futuro. In occasione del 400° anniversario dell’arrivo delle reliquie della patrona Santa Rosalia, l’artista Simone "Ferarein" Ferrarini ha donato alla comunità un murales in forma di trittico che restituisce vita e significato a un luogo sacro e ormai perduto.
Il murales si compone di tre pannelli:
La Nascita (1130): La prima scena raffigura la nascita di Santa Rosalia, legando idealmente la sua vita a Racalmuto, luogo che la tradizione vuole testimone delle sue origini. L'immagine evoca la forza simbolica delle radici e l’inizio di un cammino di fede che continua ancora oggi.
Il Ritorno (1625): Il secondo pannello celebra l’arrivo delle reliquie della Santa il 31 agosto 1625. Un evento che, nel pieno della peste, riportò speranza e protezione alla comunità. Rosalia non è solo una figura storica, ma una presenza viva che ritorna a Racalmuto come segno di rinascita spirituale.
La Restanza (2025): Il terzo pannello è forse il più sorprendente. Ambientato nel futuro prossimo, rappresenta i giovani che, ispirati dalla figura di Rosalia, scelgono liberamente di restare nella propria terra. È un manifesto di amore per le proprie radici, contro l’emigrazione forzata. Santa Rosalia, donna libera e controcorrente, è proposta come simbolo di una nuova libertà: quella di rimanere, costruire e sognare il futuro nel proprio luogo d’origine.
Al centro dell’opera, la scritta "Santa Rosalia" unisce i tre momenti storici, tracciando un filo di continuità tra nascita, ritorno e restanza. È la storia di una santa, ma anche la storia di un popolo.
Come scrive don Carmelo La Magra, arciprete di Racalmuto:
“Questa storia, fatta di passato e di presente, è ora nelle nostre mani. E noi siamo chiamati a narrarla, a farla vivere nella fede, nelle decisioni libere, nella costruzione del futuro partendo dal presente.”
Un invito chiaro e profondo: custodire la memoria per dare forma al domani.
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