lunedì 18 febbraio 2019

Se fossi candidato a Sindaco di Racalmuto... con Guido nel cuore


(di Giovanni Salvo)

E' bastata una casuale occhiata ad una pagina on line de il Resto del Carlino, uno dei più antichi quotidiani dell'Emilia Romagna, a fin che il cuore mi sussultasse.

L'articolo parla di soluzioni innovative in campo cardiologico, mediante l'applicazione di speciali valvole.

Una rivoluzione medico scientifica, un complicato intervento sulla valvola aortica che viene effettuato  attraverso l'arteria femorale.
Una notizia molto interessante in cui si parla di cuore e di vite che si allungano grazie a delle mani esperte.

L'occhio cade sulla foto a corredo dell'articolo,  in cui sono raffigurati degli operatori sanitari dell'azienda Ospedali Riuniti di Ancona,  ritratti a fianco del primario dell'unita' operativa cardiologica, Giampiero Perna.

Soffermo la mia attenzione su una di quelle tute verdi, richiamato da un viso a me molto familiare.
Con grande stupore prima e orgoglio poi, individuo  in quell’immagine pubblicata un mio amico di sempre.

Per chi in paese non lo ricordasse o riconoscesse, Guido Giudice  figlio di una delle più rigorose, brave e storiche insegnanti d'italiano della scuola media Pietro d'Asaro di Racalmuto.
La professoressa Elia, fondatrice negli anni settanta, di una delle prime palestre della provincia di Agrigento, la Palestra La Ruota.

Il nome era stato scelto per via di un pezzo  appartenente ad un vecchio carretto siciliano che giaceva appoggiata ad un muro dei grandi magazzini usati un tempo per l'ammasso del grano, trasformati poi dalla dinamica professoressa in moderni mini campetti di basket con la superficie in gomma.

Si trattava di una ruota lasciata forse volutamente nei locali della palestra, tra le campane dell’area di gioco,  quale simbolo di una Racalmuto da svecchiare, da sviluppare, da fare girare.

In quell’ambiente sportivo e sano, proprio attorno a quella ruota  nasce in tenerissima età la mia amicizia con Guido, legati anche da una forte passione comune per le moto.
Un bravo ragazzo appartenente ad una delle famiglie storicamente più in vista, della Racalmuto borghese di un tempo, spesso criticato da noi amici per la sua maniacale precisione.

Indimenticabile lo scrupolo con il quale allineava i suoi libri e le sue riviste di Motociclismo, per non parlare della sua  ben ordinata cantina, che aveva improvvisato come officina.

Più che a quella di una officina l’organizzazione era molto simile a quella di una sala operatoria, i ferri del mestiere, le ampolle d’olio, le rondelle, le viti, disposti in modo quasi ossessivo.

Lo stesso Guido con il quale da ragazzi abbiamo percorso la circonvallazione del paese non so quante migliaia di volte, seduti in due sullo stesso sellino triangolare del suo “Ciao”.

Lo storico ciclomotore “Ciao” che andava anche a pedali, prodotto dalla Piaggio, che con la Vespa e la Fiat 500 hanno segnato il miracolo economico italiano.

Periodi belli in cui si respirava la crescita economica italiana e le giornate si vivevano allegramente, col cuore.

Amavamo la nostra Racalmuto, tanto da essere soliti compiere dei giri ripetuti della circonvallazione,  come per stringere il paese in un continuo abbraccio.


Un fenomeno curioso che venne, negli anni ottanta,  documentato da una troupe televisiva francese, incuriosita da quel nostro insolito stile di vita.


Attraverso  la vena dei ricordi, con lo stesso risultato delle tecnologiche valvole che oggi Guido aiuta ad impiantare per lavoro, il mio cuore batte più forte, e il ricordo del passato nostalgicamente si rianima.

L'inizio di una  storia vissuta con semplicità in un piccolo centro dell'entroterra siciliano.
I primi passi mossi in un paese che, se pur colpito negli anni da  una forte emigrazione, risultava ancora popolato e vivo, con i suoi equilibri, la sua piccola e bastevole economia del tempo.
La vita delle comitive, dei bar affollati, della circonvallazione percorsa da decine di grossi camion carichi di sale.
Le miniere di salgemma con il loro indotto, cuore economico del paese, che davano forza, lavoro e speranza.

Ad un tratto però, negli anni novanta, tutto iniziò a rallentare e il paese  iniziò lentamente ad  imbruttirsi.

Un giorno Guido,  che non e' solo un ragazzo ordinato, ma anche parecchio intelligente e colto, ci dice ciao, proprio come il nome del suo vecchio motorino.
Nonostante la sua condizione di benestante,  proprio lui che amava più di tutti il paese, sceglie di lasciare lo stesso Racalmuto per stabilirsi ad Ancona, dove dopo tre anni di studio trova la sua nuova strada.

Consegue la laurea in scienze infermieristiche, in un campo dove la  precisione e l'ordine, irrisi un tempo da noi amici, gli tornano utili.

Diventa così strumentista in emodinamica, svolgendo un lavoro delicato a fianco di validi cardiologi.

Il mio cuore oggi fibrilla non solo alla vista sul giornale dell’amico di mille avventure, ma anche per i tanti ragazzi capaci che Guido ricorda; giovani validi in fuga, che hanno lasciato Racalmuto.

Solite istantanee di paesi che si svuotano, scatti di gente che parte, che hanno così finito per condizionare anche eventuali possibili cambiamenti e rinnovamenti in politica.

Viste l’approssimarsi di nuove elezioni amministrative, nella nostra spasmodica ricerca di candidati e  nomi spendibili da votare, le difficoltà a trovarne altri sono certamente da attribuire a tutto ciò, ai numerosi giovani che continuano a lasciarci sempre più soli.

Se fossi uno degli aspiranti Sindaco alle prossime  elezioni, non mi sentirei certamente di mentire ai nostri ragazzi, sarei onesto nel dire loro di non contare nella politica parolaia che vi prometterà d’impegnarsi per la crescita dell’occupazione.

Con il cuore in mano  suggerirei: abbiate la forza e il coraggio di costruire il vostro futuro altrove.

Direi fate come quei tanti giovani andati via prima di voi, che hanno lasciato questa terra, che sono tornati da visitatori solo per mostrare ai loro figli dove sono cresciuti.


Per chi resta il misero impegno di conservare il paese proprio come  lo avete lasciato, sperando di farvi trovare al vostro passeggero ritorno, ancora le luci pubbliche accese.


Troverete certamente una città con i suoi progetti finalmente realizzati, la sua storia da cui trarre vanto, i suoi libri ancora tutti da rileggere, la sua piazza tornata all'antico splendore, la sua fondazione Sciascia operativa, il suo teatro finalmente aperto, i suoi scrittori e i loro sapienti suggerimenti diretti a farvi restare, elaborati anche quando loro stessi sono andati via.

Scoprirete un paese non del tutto pulsante ma conservato bene, imbalsamato, proprio come lo avevano pensato i vostri  genitori, i vostri politici, i vostri ambiziosi candidati a Sindaco.

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