(Intervento del consigliere Giuseppe Guagliano un'ora prima dell'inizio del consiglio comunale per fermare i firmatari della mozione di sfiducia al sindaco Emilio Messana, invitandoli a ragionare).
I cittadini di Racalmuto
non hanno ancora perdonato i passati Amministratori per aver causato lo
scioglimento degli organi Istituzionali, ( Consiglio e Sindaco) per
infiltrazione e mala-gestio.
Il ritorno al normale
esercizio democratico è stato visto come una liberazione, unitamente al rinnovo
quasi totale dell'organo Consiliare.
Con l'elezione del Sindaco
Messana, che nell'immaginario collettivo era visto come portatore dei requisiti
necessari per questa nuova fase politica, pur non essendo un neofita della
politica, si è completato il processo e voltato pagina.
Il primo cittadino era ed è considerato persona onesta, seria,
con uno stile di vita sobrio e misurato, rispettoso degli impegni e gran
lavoratore; con una spiccata sensibilità per il sociale.
Qualche perplessità, a
volte, suscita, la tendenza ad eccedere nella difesa delle proprie posizioni ed
idee, che in ogni caso non è da ritenersi ostativa per il buon esito del
ragionamento politico.
Anche la compagine
politica ha voluto dare un contributo concreto al cambiamento, rinunciando alle
proprie prerogative di indirizzo nella scelta degli assessori, consentendo al
Sindaco di indicare
dei professionisti della
cosiddetta “società civile”.
Giunti a metà mandato è
naturale e doveroso, che si sia sentita la necessità di fare un resoconto che riguardasse a vario
titolo tutti i protagonisti ( Giunta,Consiglio, e Politici).
Ed è quello che, in
effetti, è successo a Racalmuto, seppur con un lavorio a volte estenuante.
Era emersa la
consapevolezza della necessità di immettere nuovo carburante nella macchina.
Ma proprio nel momento in
cui il Sindaco, in consiglio comunale, si dichiara disponibile ad un
riassetto mettendo, di fatto, il mandato
degli assessori nelle mani della coalizione,(vedasi verbale dell'ultimo
consiglio comunale), qualcuno in preda ad un “comprensibile” nervosismo, derivante, probabilmente, dalla
sopraggiunta consapevolezza di non poter onorare le “facili” promesse elettorali
dispensate, rovescia il tavolo della
trattativa mediante la pubblicazione di due documenti; di sfiducia politica
prima e della mozione di sfiducia consiliare dopo, al Sindaco e all'intera
Compagine. Documenti che portano la firma del Presidente Del Consiglio e da
altri sette, distratti ed ingenui, consiglieri della ex maggioranza.
Li hanno portati,
come vagoni da rottamare, in un binario morto, senza che se ne siano resi
conto. Probabilmente con l'impegno che dopo la
sfiducia, alle prossime elezioni tutti sarebbero stati rieletti, e il
presidente, addirittura, sarebbe diventato il prossimo sindaco.
Spiegazione tanto
plausibile quanto incredibile!!!
A Racalmuto mai, a nessun
Sindaco, era stata presentata una mozione di sfiducia in consiglio; Neanche nei
periodi più bui della propria storia Politica.
Parlando con la gente, e
visitando i social si registra un quasi unanime invito al Sindaco ad andare
avanti e a non darla vinta a coloro che hanno organizzato questa vile,
incomprensibile e potenzialmente dannosa sfiducia per il paese.
La gente dice che questi
sono gli stessi che da tanto, troppo tempo condizionano in negativo la vita
politica, sociale ed economica di questo paese, e gli otto consiglieri con a
capo la Presidente, semplicemente dei burattini totalmente in balia di
chi certamente non vuole il loro bene politico, tanto da “imporgli” il suicidio
politico.
Concludo dicendo, che
verrà il momento in cui gli ispiratori e i manovratori di questa squallida parentesi politica,
dovranno assumersene la responsabilità davanti ai Racalmutesi e alla Storia.
P.S. Un ultimo pensiero
“d'affetto” per il Presidente del Consiglio.
Tutti, unanimemente,
(anche i tuoi compagni di viaggio che non hanno il coraggio di dirtelo) si
aspettavano e si aspettano le tue dimissioni da presidente come atto di
coerenza politica.
In particolare non capisce
come sia possibile firmare una mozione di sfiducia al Sindaco e al tempo stesso
ad un progetto politico di cui si è protagonisti di spicco, e pensare di
rimanere comodamente seduti alla poltrona? Una sola possibilità rimane al
Presidente per salvare la poltrona e al faccia:
NON VOTARE LA
SFIDUCIA invitando gli altri 7
consiglieri a fare lo stesso.
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