Venerdì 16 Settembre 2016 alle ore 20,30 sarà inaugurata la mostra fotografica di Gaetano Bonanno, Giuseppe Fichera, Daniela Sidari, Pietro Urso e Gianluigi Zaberto dal titolo “SALE DAL PROFONDO” alla Galleria FIAF – Le Gru (Corso Vittorio Emanuele, 214) di Valverde (CT). La mostra resterà aperta fino al 7 Ottobre 2016 tutti i venerdì non festivi, dalle ore 20,00 alle ore 22,00.
Le immagini sono state
realizzate negli stabilimenti della ITALKALI s.p.a. di Realmonte (AG) e
Racalmuto (AG).
SALE DAL PROFONDO di Serena Vasta
La
Sicilia è una terra ricca di misteri, colori e bellezza, da un capo all’altro
dell’isola è possibile scoprire luoghi caratteristici e meravigliosi che hanno
come protagonista la natura in tutte le sue sfumature. La Sicilia racconta, ogni
pietra, ogni folata di vento, ogni fiore, tutto in questa terra è impregnato di
storia, di natura e anche di futuro.
Gianluigi Zaberto |
Viaggiare
per la Sicilia vuol dire entrare in contatto con realtà affascinanti e molto
diverse tra loro, il fuoco del vulcano, le miniere di zolfo, l’odore salmastro
delle coste e quello dei pini di montagna, profumi e sensazioni che raccontano
una terra magica. Gaetano Bonanno, Pippo Fichera, Daniela Sidari, Pietro Urso e
Gianluigi Zaberto sono andati alla scoperta delle miniere di salgemma a
Realmonte e Racalmuto, luoghi in cui si fondono lavoro, sale e magia. Realmonte
è un paesino in provincia di Agrigento che conta circa 5000 abitanti,
spostandosi verso l’entroterra a 2,5 chilometri dal centro, nella contrada
Scavuzzo, si trova la Miniera di salgemma, un giacimento che si è formato circa
6 milioni di anni fa, attualmente è una delle più importanti fonti di
estrazione di sale presenti in Sicilia, insieme alla miniera di Racalmuto e a
quella di Petralia Soprana, tutte e tre sono gestite dalla società ITALKALI
s.p.a..
Queste miniere di sale sono un punto di riferimento per tutta la
Sicilia e l’Italia, ogni giorno vengono estratti enormi quantità di sale da
cucina, ma anche sale per l’uso industriale ed altri sali potassici che sono
considerati una sorta di oro bianco, da cui si ricavano fertilizzanti per
l’agricoltura, prodotti chimici per le industrie farmaceutiche ed anche
materiali plastici e resinosi.
Daniela Sidari |
Sale
dal profondo è il lavoro collettivo di cinque impavidi fotografi che, muniti di
torce e caschetti, hanno raccontato questi luoghi per mostrare un altro
pezzettino di Sicilia, questa volta custodito nelle profondità della terra. La
miniera di sale è un posto di lavoro per tante persone ma è anche un luogo
misterioso e affascinante in cui la natura ha messo in mostra tutto il suo
potere. I rosoni sono forse l’elemento più affascinante, strutture stratificate
formatesi dall’incrocio del salgemma con altri sali, cerchi concentrici di
colori diversi, una spirale naturale, in cui forme e colori si mescolano e
creano qualcosa di unico, chiazze chiare e scure mescolate tra loro e che
risalgono a 5 milioni di anni fa.
Pietro Urso |
A
Realmonte, tra camion, tunnel per il trasporto del materiale e lo stoccaggio,
scatole ed escavatrici, sorge anche la Cattedrale di sale, come in tutti i
luoghi di lavoro lontani dal centro cittadino, anche nella miniera di sale, i
minatori hanno creato un posto speciale in cui dire grazie a Dio, per sentirsi
protetti ed avere Qualcuno che vegli su di loro mentre si trovano parecchi
metri sotto la superficie, lontani da aria e luce. La cattedrale di sale è una
vera chiesa le cui pareti sono state scolpite a mano ed in cui ogni anno viene
celebrata una messa il 4 dicembre, il giorno di Santa Barbara, la santa
protettrice dei minatori. La cattedrale di Sale è
un’opera unica nel suo genere e al suo interno si trovano varie sculture
religiose scolpite a mano, con amore, dedizione e cura per i dettagli. Sul
presbiterio sopraelevato di quattro gradini c’è la mensa su cui troviamo un
agnello e l'ambone su cui sono incisi una croce ed il cero pasquale scolpiti
partendo da un grosso blocco di sale. La cattedra vescovile è un trono scolpito
nella parete su cui si erge un emblema vescovile. Dietro la mensa, è stato
posto un abside sulla cui parete di chiusura è stata scolpita in
bassorilievo la figura di Santa Barbara, a destra c’è un bassorilievo
dedicato alla "Sacra Famiglia" a sinistra un altro raffigurante Gesù
Crocifisso. All’ingresso della chiesa ci
sono le caratteristiche acquasantiere, anche queste ricavate da grossi blocchi
di sale scolpiti a mano.
Gaetano Bonanno |
Sale
dal profondo di Gaetano Bonanno, Pippo Fichera, Daniela Sidari, Pietro Urso e
Gianluigi Zaberto è un reportage completo sull’estrazione e il confezionamento
del sale da cucina, si parte dalle miniere in cui possiamo vedere la bellezza
della natura e il lavoro dell’uomo e si continua con ponteggi, escavatrici,
trivelle e tunnel per estrarre il sale. Si passa quindi alla fase di stoccaggio
e trasporto con i camion che portano il sale nelle raffinerie dove viene
lavorato, confezionato e imballato.
Pippo Fichera |
SALE DAL
PROFONDO di Daniela Sidari
Lasciata la luce del giorno è un mondo sotterraneo ad
accogliere l’osservatore, chilometri di gallerie sapientemente scavate al fine
di ricavare il prezioso bianco elemento, il sale. Le gallerie sono ampie per il
passaggio delle trivelle, dei camion e per lo stoccaggio momentaneo del sale. La
miniera di sale è un mondo in cui predomina l’oscurità, ovattato e bianco rotto
solo dai rumori della trivella al lavoro e dal frenetico andare avanti e
indietro dei camion e dei minatori che trasportano all’aperto i cristalli di
sale raccolto. Avvolti dalle ombre ogni bagliore di luce evidenzia ogni minimo
rilievo, è così che le pareti ed i soffitti mostrano i “morsi” della trivella
evidenziando trame fantastiche con striature cangianti e lucide in base
all’umidità. Se in miniera predomina il buio è in raffineria che la luce ed il
bianco diventano accecanti, qui tutto è ricoperto dalle fine polvere bianca,
qui incomincia la lavorazione del prodotto. Frantumazione, suddivisione per
pezzature, poi, in un susseguirsi, nastri trasportatori in continuo movimento e
operai che quotidianamente maneggiano il sale fino all’impacchettamento che
costituisce il prodotto a noi così familiare.
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