venerdì 27 marzo 2015

Racalmuto, gestione dell'acqua. Sindaco Messana "l’acqua è un bene primario che va garantito in condizioni eque, paritarie e solidali a tutte le comunità"


Il Sindaco di Racalmuto, Avv. Emilio Messana

Davanti a Palazzo dei Normanni, sede dell'ARS, sono stati convocati i consigli comunali per sollecitare l'approvazione della legge di riforma dell'acqua.
Una delegazione di sindaci dell'agrigentino è stata invitata a partecipare ai lavori della IV Commissione, dove si discute il disegno di legge.
Si tenta una "terza via", per dare attuazione allo spirito referendario che vuole la gestione dell'acqua sottratta alle logiche del mercato.
Non è facile e non lo sarà: gli indirizzi dell'Unione Europea non aiutano e il Parlamento e il Governo hanno dettato norme che confermano la rilevanza imprenditoriale del servizio idrico integrato e il gestore unico.
La Regione Siciliana tenta di farsi scudo con l'art. 14 dello Statuto che le attribuisce competenza esclusiva sull'acqua.
In Commissione si avverte la tensione, gli interessi in gioco sono enormi, basta un pretesto per far saltare tutto. Alla fine si approva l'art. 1 ed è un segnale importante.
La riforma della gestione dell'acqua è molto articolata e prevede diversi passaggi organizzativi, per completare i quali ci vorrà tempo.
Come abbiamo detto in Commissione, chiediamo che anche alle comunità che hanno consegnato le reti sia data la possibilità di scegliere se gestire direttamente il servizio idrico o meno.
In provincia di Agrigento coesistono diversi sistemi di tariffa idrica: quella, più bassa, praticata dai comuni che non hanno consegnato le reti; l’altra, più alta, in vigore nei Comuni che hanno consegnato le reti gestite da Girgenti Acque.
Alcuni comuni infine beneficiano di una tariffa a forfait, pur essendo con il gestore privato.
A questa disparità di trattamento va posto rimedio. L’Ars approvi una norma transitoria che consenta ai Comuni di scegliere se rimanere con il gestore privato o intraprendere la gestione diretta, fino a quando la legge non sarà approvata e la riforma non entrerà a regime
Il governo regionale si adoperi per uniformare le tariffe, intervenendo sui costi di acquisto dell’acqua, sì da ridurre l’iniquità che grava sulle comunità che hanno consegnato le reti.
Sindaci e consiglieri comunali, che con le fasce tricolori e i gonfaloni hanno colorato la piazza, sono in movimento e incalzeranno l’Ars: l’acqua è un bene primario che va garantito in condizioni eque, paritarie e solidali a tutte le comunità.

1 commento:

  1. Oltre che leggittimo mi sembra doveroso che tutte quelle amministrazioni che hanno improntato le rispettive campagne elettorali sul ritorno alla gestione in House dei servizi di pubblica utilità, di competenza comunale, partecipino alle manifestezioni pro acqua pubblica.
    La necessità risulta ancora più pressante se si considera il disastro organizzativo ed economico provocato da tale gestione privata.
    Tuttavia emergono dei tratti di forte incoerenza comportamentale da parte dei Sindaci ollorquando ripripongono la gestione privata dei rifiuti, nonostante la possibilità data dalla legge di gestione in House, mediante società a totale controllo pubblico. Una tendenza veramente inconprensibile se si considera il disastro che è sotto gli occhi di tutti. Invito i sindaci ad assumere comportamenti più coerenti, comunque frutto di ragionamento condiviso con i rispettivi c. comunali.
    Non sarebbe accettabile, oltre che irritante, mantenere in organico centinaia di dipendenti comunali, e quando c'è da organizzare dei servizi questi siano affidati a ditte esterne.
    Di fatto i cittadini ne pagano due volte il costo.
    Innegabilmente il senso è questo.
    L'onere di trovare una soluzione spetta alla politica.
    G. Guagliano Vice P. C. Comunale

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