lunedì 20 ottobre 2014

Racalmuto. Angelo Cutaia lascia la presidenza della Cantina "La Torre".


Pubblichiamo la relazione dell'ing. Angelo Cutaia 

Ai signori soci della cantina La Torre

Ho assunto l’incarico di presiedere la cantina sette anni fa. Ho trovato debiti per oltre due milioni di euro. Ogni anno questi sono diminuiti poiché sono state puntualmente pagate le rate di mutuo con le banche.
Negli anni la cantina è stata aggiornata dal punto di vista tecnologico, tranne che nel magazzino delle barrique che ormai sono troppo vecchie e andrebbero cambiate.
Per questo e per altri motivi vi è stata una crisi progressiva nella vendita dell’imbottigliato, la quale non lascia ben sperare per il futuro. Pertanto in questo periodo converrebbe sospenderne la produzione, tranne che per il principale cliente Shenk.
Per fare fronte alla situazione debitoria abbiamo operato la massima economia. I consulenti enologi da tre ad uno. Gli operai stagionali da 11 a 6. Sospensione delle fiere all’esterno ed a Verona negli ultimi anni. Nessuna auto aziendale e nessuna scheda carburante per gli amministratori.
E’ stato curato l’aggiornamento del sito internet per dare immagine positiva dell’azienda ed attivare l’ecommerce.
Il nostro vino Gergenti ha vinto numerose medaglie ed è sempre apprezzato, specialmente all’estero. Il resto dei nostri vini non ha trovato sbocco commerciale per la mancanza di una rete commerciale adeguata. Questa non si è mai potuta creare per mancanza di fondi.
Un progetto di fotovoltaico per la produzione della energia elettrica, già pronto, non è stato mandato avanti per le perplessità espresse dai revisori e da qualche amministratore circa la convenienza a contrarre un mutuo per la sua realizzazione.
L’anno scorso si sono unificati due mutui MPS usufruendo di un contributo regionale di circa 45,000 euro.
E’ stata intentata causa di anatocismo all’Unicredit. Il consulente tecnico di ufficio ha stabilito un risarcimento di circa 35.000 euro, ma il giudice non si è ancora pronunciato.
L’anno scorso il sistema frigorifero si è guastato. Invece di acquistarne uno nuovo, del prezzo di 97.000 euro , è stato riparato con 7.000 euro. Ha funzionato con una modesta manutenzione , anche nella scorsa vendemmia.
Proprio nei giorni scorsi sono riuscito ad ottenere la modifica della classe catastale degli immobili aziendali da industriale ad agricola, che porterà ad un sicuro risparmio di almeno 50.000 euro di imposta comunale per i cinque anni pregressi oltre all’eventuale rimborso di 23.000 euro già versati in precedenza.
Ho curato le visite mediche degli operai conferendo loro la qualifica di operai specializzati nel settore agricolo.
Per la prima volta la cantina ha ottenuto dalla Regione il contributo per l’acquisto di macchine pigiaderaspatrici in sostituzione delle vecchie, filtro tangenziale, nuove barrique, adeguamento del ciclo frigorifero, ecc, che, permutando le vecchie comportano solo l’esborso dell’IVA.

Negli anni scorsi, per scongiurare un insufficiente ammasso, abbiamo dichiarato il prezzo di conferimento prima dell’inizio della vendemmia. Il presso del kg di uva è stato così garantito progressivamente fino a raggiungere i 40 centesimi sulla base di 20 gradi zuccherini per la vendemmia 2012.
Il 1 settembre 2013 il CdA ha voluto confermare tale prezzo. Purtroppo nella prima decade di settembre 2013 le avverse condizioni atmosferiche hanno determinato un grave calo della qualità dell’uva , tanto che il CdA ha dovuto, dopo quattro giorni dall’apertura dell’ammasso, scendere le previsioni di prezzo a 35 centesimi al kg. Questo però nel caso che la situazione commerciale si mantenesse regolare. Così non è stato, poiché nel giro di pochi mesi, il vino che si vendeva a 75 CC al litro è sceso a 50 CC entro Natale 2013 e a 35 cc nella primavera 2014. Dopo aver venduto una parte della produzione a 50 CC/lt, per assicurare la corrente attività della cantina e consentire di dare un primo acconto di 12,5 cc al kg nel mese di maggio, il CdA, ha deciso di non svendere il vino a 35 cc/lt in attesa di tempi migliori e confidando nella fiducia dei soci nell’operato dell’Amministrazione che ha sempre garantito il loro interesse. In effetti, proprio negli ultimi giorni il prezzo sta aumentando, si tratta con un nostro agente del Nord, sui 49 cc/lt e pertanto la vendita del vino in giacenza, per oltre 12.000 hl, dovrebbe consentire almeno di garantire il pagamento di 25 CC/Kg all’uva 2013.
Per onorare l’impegno dei 35 CC/kg per il 2013 la cantina potrebbe, nell’ambito di un progetto di riassetto industriale che abbandoni l’imbottigliamento, ipotizzare di vendere il capannone imbottigliamento, l’impianto e le barrique. Dato il modesto ammasso di quest’anno, il calo drastico dei consumi e l’andamento negativo dell’economia nazionale che si prospetta per i prossimi anni, mantenere l’imbottigliamento non è più conveniente. Ultimamente infatti la vendita dell’imbottigliato si è avuta solo per la Shenk, tutte le altre etichette non sono richieste dai nostri tradizionali clienti.
Per il forte ribasso del prezzo del vino, causato dalla crisi dei consumi nazionali, la Cantina ha preferito non svendere il prodotto in magazzino, in attesa del rialzo del prezzo e quindi non ha potuto dare altri acconti per il 2013. Inoltre il nubifragio della Puglia e la infezione di peronospora del marsalese hanno determinato un aumento della richiesta di uva Nero d’Avola e non solo, da parte dei compratori esterni. Cosicché il fenomeno del mancato conferimento, per vendita sul mercato libero, è aumentato. Qualcuno ha accusato il Cda ed in particolare il sottoscritto Presidente di essere la causa del ridotto ammasso, quale risposta negativa dei soci al mancato pagamento del conguaglio 2013. Prontamente riunito il CDA il 18 settembre, ad appena tre giorni dall’inizio del conferimento (15 settembre), ha deciso di dimettersi per consentire un maggiore ammasso e di indire l’assemblea dei soci per l’elezione del nuovo Consiglio per la data odierna del 19 ottobre 2014.
L’ammasso 2014, come prevedibile, invece è stato lo stesso modesto, meno di 12.000 quintali. Ciò anche per le favorevoli condizioni del tempo che ha consentito agevole raccolta e nessun deterioramento del prodotto offerto al libero mercato. Purtroppo molti soci non hanno conferito preferendo vendere l’uva al libero mercato, oltre cento, e gli altri hanno portato in cantina una piccola parte della produzione. Alcuni si sono permessi di conferire solo lo scarto non accettato dai compratori.
Negli anni scorsi, per stabilizzare il conferimento e fidelizzare i soci, si sono operati vari tentativi volti al controllo della qualità. Da ultimo, nella assemblea del 31 agosto 2014, di ammassare con le modalità DOC 4.000 quintali che sarebbero stati preferiti dal mercato. I nostri soci non hanno aderito. Manca purtroppo lo spirito cooperativo. Questi anni di difficoltà si affronterebbero meglio se i soci conferissero almeno la metà del prodotto. Quando per Statuto sono obbligati a conferire l’intero prodotto. Stante la riduzione della produzione per il fenomeno della estirpazione assistita, l’abbandono per vecchiaia degli agricoltori, la concorrenza delle cantine private e la vendita al libero mercato, la cantina non avrà futuro se i soci non ammasseranno tutta la produzione. Un deterrente potrebbe essere l’esigere il pagamento della quota di spese di gestione.
Lascio la presidenza soddisfatto per aver contribuito al mantenimento in vita della cantina in anni così difficili. Non vi ho risparmiato tempo ed energie, anteponendo l’interesse collettivo al mio personale. Tengo a precisare che per i primi cinque anni di presidenza (oltre ad un anno di vicepresidenza) non ho chiesto all’Assemblea dei Soci alcun emolumento né rimborso spese. Ultimamente ho chiesto un emolumento che, al netto delle tasse e spese, è poca cosa a fronte dell’impegno in termini di tempo e di responsabilità.
Attualmente l’azienda ha strutture ed attrezzature sovradimensionate rispetto ai volumi di ammasso odierni. Si impongono quindi provvedimenti straordinari che porteranno ad una drastica riduzione delle spese per il personale, per il numero dei consulenti, dei revisori. ecc.
Lo statuto va cambiato per consentire di imporre ai soci il conferimento annuale o il pagamento delle spese di gestione, pena l’esclusione.
La presenza della cantina La Torre garantisce ai viticultori del comprensorio, anche ai non soci, la stabilità del prezzo dell’uva. Altrimenti i compratori esterni imporrebbero un prezzo molto basso. Impegniamoci tutti dunque affinché la cantina possa ancora operare per l’interesse dei viticultori di Racalmuto e paesi limitrofi.

Racalmuto 19 ottobre 2014
Ing. Angelo Cutaia

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